Quella che rivive in queste pagine è
una Sicilia antica, un’isola-ponte tra l’Europa e l’Oriente, la cui
storia non manca tuttavia di stupirci con risvolti insoliti e
sorprendenti.
L’evoluzione della società passa
dunque dalle sue forme primitive nelle grotte dell’Addaura e dell’Uzzo,
sino alle prime “città” della preistoria: Stentinello, Cassibile,
Pantalica, Thapsos, veri e propri centri urbani attraverso lo studio
dei quali è stato possibile ricostruire i primi scambi
internazionali, nonché lo sconvolgimento dell’assetto sociale dopo
l’arrivo dei coloni greci.
Un occhio di riguardo anche ai
personaggi più illustri della Sicilia antica: la discussa poetessa
Saffo, che dimorò a Siracusa, il lungo soggiorno del filosofo
Platone, che proprio qui voleva sperimentare nuove forme di governo,
e infine Archimede, nell’insolita veste d’ingegnere navale. Dobbiamo
a lui, infatti, la prima grande nave da crociera del mondo, prodigio
della scienza e della tecnica, ma anche di eleganza e comodità.
La Sicilia come spazio aperto e in
divenire, riscoperta attraverso la sua storia più antica.
Salvatore
Spoto, giornalista professionista del quotidiano "Il
Messaggero" è anche saggista, scrittore e autore di testi teatrali.
Tra i suoi libri ricordiamo Sicilia Normanna, Storia e magia
delle carte da gioco, Ostia antica, Miti, riti, magia
e misteri della Sicilia,
Roma porta d'Oriente, I Baccanali. Per la Newton &
Compton ha pubblicato inoltre Roma esoterica.
http://www.newtoncompton.it
«Sicilia antica» di Salvatore Spoto
L’isola di Demetra
Non avevamo un Ceram italiano: cioè un divulgatore appassionato
dell’archeologia che facesse rivivere le civiltà sepolte con il
brivido dell’attualità, con i colori della realtà vissuta. Ora lo
abbiamo. E’ giunto alla sua seconda affermazione in libreria
Salvatore Spoto, che l’anno scorso avevamo salutato su queste
colonne per l’avvincente volume sui Miti della Sicilia. Questa
volta,sempre per l’editore Newton di Roma, presenta la Sicilia
antica (350 pagine, numerose illustrazioni, 16,50 euro).
Una trattazione completa, che parte
dalle prime tracce dell’uomo preistorico nella nostra isola, quando
durante l’ultima glaciazione, aveva una estensione più vasta di
adesso ed era popolata anche da ippopotami ed elefanti, per giungere
al tiranno di Siracusa, Dionisio, alle sue incomprensioni con
Platone, e poi ad Archimede e a quel prodigio di ingegneria navale
che fu la nave Syrakosìa.
Nel mezzo c’è tutto: i misteriosi
Elimi, i poco noti Sicani, i Siculi che abitavano nella parte
orientale dell’Isola e si portavano dietro i ricordi del Lazio. E si
parla dei Fenici di Mozia, della visita della poetessa Saffo, di
sport e politica. Insomma tutto quello che ci si attende da un
manuale di storia, ma senza l’angoscia di uno stile freddo e la
pesante cappa dei richiami eruditi.
Chi vuole ha modo di ricostruire il
cammino documentario (gli autori classici sono sempre menzionati, i
principali studi in materia sono sinteticamente indicati), ma quello
che sorprende anche il lettore più ferrato di storia antica è la
prospettiva vissuta che l’autore sa assumere e conservare sempre.
I Siciliani preistorici, per
esempio. Di loro sono noti alcuni scheletri, vasi di varie
dimensioni, tombe spoglie e fondi di capanna. Salvatore Spoto invece
è attento a ricostruire la vita di quelle genti e dagli indizi fa
balzare un’immagine piena di colore.
Gli antichi - tanto per dirne una -
scoprirono ben presto le mollezze della buona tavola. Andavano pazzi
per i frutti di mare, cozze e mitili le cui valve si sono conservate
in masse imponenti nei siti archeologici, prova di prelibatezze da
buongustai che non avremmo immaginato migliaia di anni avanti
Cristo. E quelle conchiglie vennero accostate alla dolcezza della
natura femminile (Venere nata dal mare) e la religiosità ebbe come
proprio centro la donna, madre generosa e affettuosa che anche dopo
la colonizzazione greca rimase nelle forme venerate di Demetra e
Kore, la bellissima Proserpina che porta la primavera.
Le tombe lugubri sui monti Iblei si
animano di gente: erano antiche cave che esaurita la finalità
mineraria vennero adibite a sepolcreto. E i siti archeologici in cui
la successione degli strati rende oggi fuorviante per il profano
l’interpretazione di muri e ruderi vengono chiariti da disegni con
la ricostruzione di come erano le case, con il cortile, il
magazzino, il luogo per vivere e quello per lavorare.
Insomma un vasto quadro dal vero che
si svolge come un film accuratamente disposto, che passa dai fondali
bassi di Mozia agli imponenti profili dei templi dorici. Nulla è
lasciato sottinteso. Ogni menzione viene illustrata con appositi
aneddoti. limito di Attìs, tragica storia di dolori che continua
nelle processioni rituali fino ai nostri giorni; la storia del
mitico re Kokalos presso il quale si rifugiò Dedalo, le sagge leggi
di Caronda, le cui norme erano ispirate a moderazione.
Insomma la storia come avremmo
voluto studiarla a scuola, fatta di persone e non di date, di
racconti e non di punti interrogativi. A completare il tutto segue
un ampio dizionario topografico, curato con scrupolo informatissimo
da Antonio Tempio, che raccoglie sotto le singole voci tutti i dati
accertati sulle singole località, le diverse tradizioni antiche, i
miti relativi alle figure trattate.
Per chi fosse impaziente di scavalcare la trattazione narrata per
conoscere i dettagli che più gli interessano è un sussidio
insostituibile: Chi era il dio Adranos? Quali erano i re di
Centuripe? Come si chiamava anticamente Licata? Tutti interrogativi
che ricevono immediata ed esauriente risposta. Insomma la sintesi
efficace accanto alla narrazione ampia. Non si potrebbe volere di
meglio per conoscere ed amare le antiche civiltà non più sepolte
della nostra Isola. Sergio Sciacca (da “La Sicilia” del 22 ottobre 2002).
Da “Viaggio in
Italia”, Rivista Trimestrale turismo, cultura e letteratura di
viaggi n° 83 - Novembre 2002
Viaggio
nella Sicilia antica
Per una regione
come la Sicilia, oggetto di un’ampia storiografia e descritta
minutamente dai viaggiatori di ogni epoca, è difficile cogliere
autentiche novità nella letteratura che la riguarda. L’eccezione però c’è sempre ed è il volume Sicilia Antica di
Salvatore Spoto, giornalista de Il Messaggero”, poiché orienta la
sua passione di ricercatore verso la scoperta di dati originali, di
notizie curiose, difatti inediti, insomma di ogni aspetto della
“Trinacria” che ci consenta, conoscendola più intimamente, anche di
desiderare di conoscerla sempre meglio oltre che di amarla sempre di
più. Spoto vuole illuminarci sugli usi, costumi e personaggi della
Preistoria alla società greca, con quel suo gusto per il mosaico”,
per un racconto in cui sono i singoli tasselli a chiarire le grandi
tematiche, a offrire con dovizia spunti di informazione e di
riflessione su un’Isola il cui ruolo è stato così rilevante nel
mondo antico che non può essere intuito se non con questo tipo di
viaggio senza limiti di esplorazione. Scopriamo così la Sicilia paleolitica, tra i 12.000 e i 10.000 anni
fa e la grotta di Fontana Nuova, vicino Ragusa, con le prime tracce
dell’uomo laborioso di circa 30.000 anni fa. Dalla notte dei tempi, verso l’alba della civiltà, tal è la grotta
dell’Uzzo che testimonia la vita dell’uomo intorno a 10.000 anni fa. Dal Neolitico, grazie al progresso, la Sicilia giunge alla civiltà,
verso il 2000 a.C., quando ospitagli abitanti di Atlantide e le
Eolie sono il centro del commercio mediterraneo. Poi il capitolo di Ulisse in Sicilia, tra storia e leggenda,
l’epopea di Minosse e Dedalo, il Regno di Re Hiblon, i Fenici,
l’età arcaica, la “grecizzazione”, la tirannia di Dionigi di
Siracusa, il ‘primo Garibaldi” Timoleonte. Fatti, leggende, miti,
riti, dei, re, città, e villaggi, santuari, palazzi e regge, tanti
tasselli con i quali Spoto racconta la "sua” Sicilia con l’intento
evidente (ed il risultato certo) di farcela sentire intimamente
nostra. |