Dal simbolo del Faro del Minareto rilanciamo la Selva
di P. Bessi
La sera del 14 agosto 2008, verso le ore 21, molti
abitanti di Selva di Fasano, Brindisi, hanno avuto il
piacere di vedere illuminarsi il faro che sovrasta il
Minareto, villa di stile orientale, e sicuramente, in
quel momento, in un angolo del parco c’era don Damaso
Bianchi, l'artista che nei primi del Novecento lo ha
fatto costruire. Commosso e con la mente tornata ai
lontani anni Trenta, quando lì si riuniva con i suoi
amici e saliva sulla torre ad accendere la lampada di
acetilene che rappresentava la luce della cultura e
dell'arte, da tenere sempre alta e quando si sedeva nei
diversi angoli della villa a dipingere i suoi stupenti
quadri tra la macchia e l'impressionismo.
Il riaccendersi di quella fiaccola era un primario
impegno finalmente avverato per l’intervento del dottor
Franco Mastro, incaricato dal sindaco di Fasano dottor
Lello Di Bari per recuperare la funzionalità della
struttura, avendo una specifica conoscenza del problema
e avendo ben studiato un piano per creare una fondazione
culturale, con lo scopo di promuovere la divulgazione
della cultura e dell’arte dell’intera area del
Mediterraneo, affinché il Minareto diventi la porta fra
le culture occidentali ed orientali.
Due giorni precedenti, il pianoro del Minareto aveva
raccolto un gruppo di soci ed amici dell’Associazione
Proselva, per l’ascolto di alcune rime dei poeti
Natalizia Pinto e Amedeo Filiberto Apicella, entrambi
innamorati di ogni angolo di Selva delle sue tante
bellezze naturali, della sua storia, del suo paesaggio.
A rendere più gradito quest’incontro con la poesia, le
dolci note scaturite dalla chitarra di Anna Maria Toma
De Caro che hanno reso più suggestiva l’atmosfera, il
tutto con l’intento di propagandare l’iniziativa della
Biblioteca Comunale Ignazio Ciaia, provvisoriamente
alloggiata nella costruzione laterale, in attesa di
trovare successivamente una giusta collocazione
all’interno del Minareto, una volta riportato agli
antichi splendori.
È certo che il cammino è lungo e irto di ostacoli, ma
con la passione e la competenza del dottor Franco
Mastro, con l’aiuto della presidenza della Proselva, di
quanti vorranno impegnarsi seriamente alla realizzazione
del progetto e quello che dovrà giungere dalle strutture
pubbliche, tutto il territorio di Selva tornerà ad
occupare quel posto che gli spetta, come a suo tempo
indicato nel fascicolo dell’architetto Apicella, “Dal
simbolo del Faro del Minareto rilanciamo la Selva”.
Completano l’articolo due “espressioni”
Notte di San Lorenzo
Qui le ombre della sera
raccolgono gli intenti
che l’alba di questo giorno
ha coccolato
nei colori dei fiori
e sulle pareti
Qui le colonne reggono
il cielo in attesa di partorire scie di stelle
e si annientano perversioni e avidità
Qui centenari passi sulle chianche bianche
perseguono i sogni
e la saggezza invoca le stelle.
Natalizia Pinto
Selva di Fasano, Agosto 2008
Un Minareto e un gabbiano
Dinnanzi a me un avvallamento
ricco di verde
che mi lascia libero
un piacevole paesaggio
sul quale, all’orizzonte,
troneggia splendido
un Minareto con il suo faro.
È solo un inutile simbolo
oppure è una sicura guida
per naviganti e cavalieri?
Per chi ama questo territorio
è simbolo e guida
nello stesso tempo
e attende fiducioso
che un bianco gabbiano
venga ad annunciare
che quella luce
è tornata a brillare.
Amedeo Filiberto Apicella
Agosto 2005 |