Alessandro Scarlatti è stato il compositore di musica barocca per
eccellenza, particolarmente famoso per le sue opere. In campo
operistico, è considerato uno dei fondatori della grande scuola musicale
napoletana.
Nacque a Trapani il 12 maggio 1660, fu padre di
Domenico Scarlatti e di Pietro Filippo Scarlatti, e fratello
maggiore di Francesco Scarlatti.
Un critico a lui contemporaneo, il conte Francesco Maria Zambeccari,
acuto indagatore dei costumi musicali ed attento interprete dei
gusti del pubblico, individuò per primo (1709) il principale motivo
che portò alla progressiva ed inesorabile scomparsa dal repertorio
della quasi totalità della sterminata opera di Alessandro Scarlatti:
“Alessandro Scarlatti è un grand'uomo, e per essere così buono,
riesce cattivo perché le compositioni sue sono difficilissime e cose
da stanza, che in teatro non riescono, in primis chi s'intende di
contrapunto le stimarà; ma in un'udienza d'un teatro di mille
persone, non ve ne sono venti che l'intendono”.
Si riferiva all'estrema complessità formale che contraddistingue il
linguaggio d'un autore votato ad uno stile severo e rigoroso, sostenuto
dalla più solida dottrina contrappuntistica, appresa inizialmente a
Palermo e successivamente affinata nella Roma. Già in quell'epoca il
musicista siciliano (che nel 1678 aveva ottenuto l'incarico di Maestro
di Cappella presso la Chiesa di San Giacomo degli Incurabili) si era
segnalato per la stupefacente padronanza dei più complessi artifici
retorici, che sapeva profondere nelle sue opere non disgiuntamente dalla
sublime vena di malinconia che iniziava a velare la freschezza di
melodie.
Il primo documento che attesti l'attività di Alessandro Scarlatti in
veste di compositore risale al 1679, e riguarda l'assegnazione d'un
importante incarico – la stesura d'un oratorio – da parte della
prestigiosa e potentissima Arciconfraternita del SS. Crocifisso: “A
dì 27 gennaio 1679. E fu resoluto nel modo di tenere circa l'elezione de
li M.ri di Cappella che devono fare l'Oratorii nelli cinque venerdì di
Quaresima. […] si pensava per parte del Sig. Duca Altemps di valersi del
Sig. Foggia, il Sig. Duca D'Acquasparta il Sig. Don Pietro Cesi, il Sig.
Duca di Paganica il Scarlattino alias il Siciliano [...]”.
Il diciannovenne "Scarlattino" si era già fatto apprezzare in Roma, dove
godeva della protezione di una delle famiglie nobiliari più in vista: il
segreto d'un successo così rapido è da ricercarsi probabilmente nella
diffusione delle sue prime opere, in cui la vera vocazione del musicista
– ossia una particolare attitudine per la scrittura vocale - si
evidenziava già con estrema forza. Le cantate stilisticamente
attribuibili a questo periodo rivelano un'originale varietà di
strutture. Il tipo di voce utilizzata è quasi sempre quella sopranile
(sarà così per la quasi totalità delle circa settecento cantate a voce
sola composte da Scarlatti nel corso della sua carriera),
particolarmente adeguata ad assecondare le sue proprie esigenze
espressive. Il grande successo ottenuto da queste composizioni (di cui
in tutto il mondo si conservano numerosissimi esemplari manoscritti a
testimonianza della loro diffusione) conferma che l'innegabile
complessità della scrittura scarlattiana doveva trovare riscontro in
esecutori di sicuro talento ed in uditori di grandissima cultura (quali
erano i componenti della nascente Accademia dell'Arcadia, di cui il
palermitano sarà eletto membro nel 1706 unitamente a Bernardo Pasquini
ed Arcangelo Corelli).
I suoi primi passi nel mondo del melodramma avvengono sotto i
migliori auspici: nell'inverno del 1679 la sua seconda opera, Gli
equivoci nel sembiante, ottiene un successo clamoroso. La fama
rapidamente acquisita, la circolazione di alcune sue partiture in
tutta Europa ed il conseguente stimolo ad affermarsi come operista
lo portano a Napoli, dove vedono la luce, nel giro di diciotto anni
(1684-1702) non meno di 35 drammi per musica, un numero
impressionante di cantate ed una gran copia di musica sacra e
spirituale: a Napoli Scarlatti ha modo ed agio di sperimentare
quelli che diverranno, nel giro di pochi anni, i punti fermi del
teatro musicale di tutto un continente fino alla rivoluzione
mozartiana, ossia l'uso sempre più frequente di recitativo
strumentato ed il massiccio utilizzo dell'aria da capo, destinata a
prendere il posto d'ogni altro tipo d'aria.
Alcuni importanti storici del Novecento hanno sottolineato l'importanza
che le ouverture avanti l'opera ideate da Scarlatti in questi anni
rivestirono nel fornire un modello per la prima fase di sviluppo della
sinfonia classica.
Alessandro Scarlatti lasciò Napoli nel 1702, al culmine della fama.
Sperando di trovare un impiego meglio remunerato, si trasferì a Firenze
e poi a Roma (1703), dove viene insignito del titolo di vice maestro di
cappella della basilica di Santa Maria Maggiore. È questo il periodo in
cui Scarlatti si allontana definitivamente dal gusto dell'epoca: la sua
musica operistica e vocale in generale si fa sempre più complessa: le
sinfonie si arricchiscono nel contrappunto, le arie divengono più
estese, e presentano accompagnamenti sempre più raramente affidati al
solo basso continuo; il virtuosismo tende a farsi più espressivo, ed
agli artisti, più che sfoggio di mere abilità tecniche, vengono
richieste vere e proprie adesioni spirituali al testo scritto.
È l'inizio dell'incomprensione che accompagnerà il genio di Scarlatti
fino alla tomba e che farà sparire le sue opere dal repertorio, con una
significativa eccezione: la musica strumentale, soprattutto grazie alla
bellezza delle melodie, soavemente venate da un sentimento di sottile e
sublime malinconia che è il tratto caratteristico ed originale di tutta
l'opera di uno dei più alti ingegni del barocco, che rivela così la
propria profondità meridionale e mediterranea.
Rientrato a Napoli, Scarlatti conduce gli ultimi anni della sua vita
stimato e venerato ma ormai fatalmente ai margini della vita culturale.
Il plauso di musicisti e teorici, tra cui Haendel, Hasse ed il Quantz,
lo incoraggia il compositore a proseguire nella sua raffinata ricerca
formale, che culmina in due capolavori della maturità, Il trionfo
dell'onore (1718) e Griselda (1721).
Morì a Napoli, il 24 ottobre 1725, quando si era ritirato da qualche
anno: una nuova generazione di musicisti lo aveva già sostituito nel
cuore dei frequentatori dei teatri. Ma il genio musicale trapanese resta
basilare, insieme a quello di Leonardo Leo, per quella trionfale
diffusione in tutto il mondo di quel genere passato alla storia col nome
di opera napoletana.
Composizioni
Opere liriche (sono note 59 opere)
-
Arminio (libretto di Antonio Salvi)
-
Gli equivoci nel sembiante
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L'honestà negli amori (dramma musicale)
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Tutto il mal non vien per nuocere (commedia per musica)
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Il Pompeo
-
La Psiche ovvero Amore innamorato
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Il Fetonte
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Olimpia vendicata
-
La Rosmene ovvero L'infedeltà fedele
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Clearco in Negroponte
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L'Aldimiro ovvero Favore per favore
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Il Flavio
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L'Anacreonte tiranno (melodramma)
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L'amazone corsara ovvero L'Alvilda
-
La Statira
-
Gli equivoci in amore ovvero La Rosaura (libretto di Giovanni
Battista Lucini)
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L'humanità nelle fiere o vero Il Lucullo (dramma)
-
La Teodora Augusta
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Gerone tiranno di Siracusa
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L'amante doppio ovvero Il Ceccobimbi (melodramma)
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Il Pirro e Demetrio
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Il Bassiano ovvero Il maggior impossibile (melodramma)
-
Le nozze con l'inimico ovvero L'Analinda (dramma)
-
Nerone fatto Cesare
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Massimo Puppieno
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Penelope la casta
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Il Flavio Cuniberto
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La Didone delirante (opera drammatica)
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Comodo Antonino
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L'Emireno ovvero Il consiglio dell'ombra (opera drammatica)
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La caduta de' Decemviri
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La donna ancora è fedele
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Il prigioniero fortunato
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Gl'inganni felici
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L'Eraclea
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Odoardo (Libretto di Apostolo Zeno, favola boschereccia)
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Laodicea e Berenice
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Il pastore di Corinto (opera pastorale)
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Tito Sempronio Gracco
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Tiberio imperatore d'oriente
-
Arminio
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Turno Aricino
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Lucio Manlio l'imperioso
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Il gran Tamerlano
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Il Mitridate Eupatore (tragedia per musica in 5 atti)
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Il trionfo della libertà
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Il Teodosio
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L'Amor volubile e tiranno
-
La principessa fedele
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La fede riconosciuta (Libretto di Benedetto Marcello, dramma
pastorale per musica)
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Il Ciro (dramma posto in musica)
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Scipione nelle Spagne (Libretto di Apostolo Zeno)
-
L'Amor generoso
-
Il Tigrane ovvero L'egual impegno d'amore e di fede
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La virtù trionfante dell'odio e dell'amore
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Telemaco
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Il trionfo dell'onore (commedia posta in musica)
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Cambise
-
Marco Attilio Regolo
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La Griselda (Libretto di Apostolo Zeno)
Musica strumentale
Tastiera
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Toccate per cembalo
-
Toccata in re minore
-
10 partite sopra basso obbligato (1716)
-
Primo e secondo libro di toccate (sol maggiore, la minore, sol
maggiore, la minore, sol maggiore, re minore, re minore, la minore,
sol maggiore, fa maggiore)
-
2 sinfonie per cembalo (16 giugno 1699)
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Toccata per studio di cembalo
-
Toccata d'intavolatura per cembalo ò pure per organo d'ottava stesa
-
Toccata in mi minore
-
3 toccate, ognuna seguita da fuga e minuetto (1716)
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Variazioni sopra "La follia" (1715)
-
6 Concerti per clavicembalo e archi
Altri strumenti
-
12 sinfonie di concerto grosso (1715): in fa maggiore, per 2
violini, viola, violoncello, 2 flauti e basso continuo; in re
maggiore, per 2 violini, viola, violoncello, flauto, tromba e basso
continuo; in re minore, per 2 violini, viola, violoncello, flauto e
basso continuo; in mi minore, per 2 violini, viola, violoncello,
flauto, oboe/violino e basso continuo; in re minore, per 2 violini,
viola, violoncello, flauto e basso continuo; in la minore, per 2
violini, viola, violoncello, flauto e basso continuo; in sol minore,
per 2 violini, viola, violoncello, flauto e basso continuo; in sol
maggiore, per 2 violini, viola, violoncello, flauto e basso
continuo; in sol minore, per 2 violini, viola, violoncello, flauto e
basso continuo; in la minore, per 2 violini, viola, violoncello,
flauto e basso continuo; in do maggiore, per 2 violini, viola,
violoncello, flauto e basso continuo; in do minore, per 2 violini,
viola, violoncello, flauto e basso continuo
-
6 concerti in sette parti per due violini e violoncello obbligato,
con in più due violini, un tenore e basso continuo (fa minore, do
minore, fa maggiore, sol minore, re minore, mi maggiore; 1724)
-
4 sonate a quattro, per 2 violini, viola e violoncello (fa minore,
do minore, sol minore, in re minore)
-
9 sonate (concerti) per flauto, 2 violini, violoncello e basso
continuo (re maggiore, la minore, do minore, la minore, la maggiore,
do maggiore, sol minore, fa maggiore, la maggiore; 1725)
-
Sonata in fa maggiore per flauto, 2 violini e basso continuo
-
Sonata in re maggiore per flauto, 2 violini e basso continuo
-
Sonata in la maggiore per 2 flauti, 2 violini e basso continuo
-
Sonata in fa maggiore per 3 flauti e basso continuo
-
3 sonate per violoncello e basso continuo (re minore, do minore, do
maggiore)
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Suite in fa maggiore per flauto e basso continuo (16 giugno 1699)
-
Suite in sol maggiore per flauto e basso continuo (giugno 1699)
Testo tratto
con modifiche da
http://it.wikipedia.org/
Pubblicazione
on line del Portale del Sud, gennaio 2012 |