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Parto

di Inês Hoffmann

Versione in Italiano di Marco Scalabrino

Samperi Editore

 

Dalle presentazioni di Licia Cardillo (1) e di Alba Olmi (2)

(1). E’ la ricerca del senso della vita il motivo dominante di questa silloge di poesie di Inês Hoffmann, proposta nella versione in Italiano del poeta Marco Scalabrino che, fedele al testo in lingua portoghese, con un linguaggio ora visionario, ora perentorio, ora velato di malinconia, ci introduce nelle profondità dell’anima, nel disordine della mente e nell’innocenza del cuore.

L’autrice sceglie l’esilio, l’auto-segregazione per sfuggire all’angoscia dell’esistere, si rifugia nella solitudine “per potere sognare / e piangere ... / per rimpiangere / quel grande amore / che si è smarrito / per strada / nell’Autunno, / nell’Assenza”.

Lontana dal consorzio umano e dal clamore del mondo, spia la vita che scorre al di là del muro. Il suo è un viaggio alla ricerca di se stessi, gli occhi, il cuore e la mente abitati dallo spasimo del ritorno perché la vita non può essere lasciata fuori, perché è fluida come il mare e, come il mare, ha un ritmo imprevedibile, mescola pieno e vuoto, colpa e innocenza, felicità e dolore e, per di più, non ha forma, ma assume quella che ciascuno di noi vuole darle.

(2). La traduzione realizzata da Marco Scalabrino, o meglio la sua ri-scrittura di PARTO, risulta chiaramente frutto di una lettura attenta e sensibile, che ha conferito alla silloge di Inês Hoffmann una struttura e un aspetto equivalenti all’originale, pur con le dovute formulazioni pragmatiche le quali fanno del testo in lingua italiana un testo nuovo, che ci riporta sì all’originale ma che ha altresì acquisito una propria autonomia stilistica.

Il traduttore si è avvalso delle risorse della lingua italiana per licenziare una ri-scrittura delle poesie che contempla la fedeltà all’originale al pari della sua “personalità” poetica e linguistica.

Scalabrino è da elogiare, poiché il compito propostosi è stato, fuor di dubbio, assai difficile. Tuttavia ha accettato la sfida e, per il fatto di essere egli stesso poeta, ha apportato – se possibile – una sfumatura nuova, ha aggiunto qualcosa a delle poesie di loro già ardue da ritoccare.

I lettori italiani potranno, tramite questa eccellente traduzione, accedere alla straordinaria poesia intimista di Inês Hoffmann, classe 1971, che già con questa sua opera d’esordio s’annuncia come uno tra i nomi più promettenti della poesia brasiliana contemporanea.

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