Le pagine di Napoli


Napoli

Sant’Angelo a Segno

Una piccola chiesa, una grande storia

di Ciro La Rosa

 

La chiesa della quale vi narrerò la storia è situata in pieno centro storico di Napoli, nel Decumano Maggiore attuale via Tribunali al civico 45. Venne edificata dai Napoletani in onore di San Michele Arcangelo, poiché in questo luogo nel VII secolo il Vescovo di Napoli S. Agnello armato del solo vessillo della Croce e dell’apparizione dell’Arcangelo Michele fermò l’avanzata dei Longobardi che avevano invaso la città.

La chiesa venne detta “a segno” per il chiodo infisso nel marmo a testimoniare e ad indicare il limite massimo dell’espansione dei Longobardi in Napoli, (si è sempre usato nei tempi remoti “segnare” con un chiodo il luogo di un evento memorabile). Oggi del chiodo non vi è più traccia, resta solo la lapide accanto alla porta d’ingresso che ricorda la vittoria sui barbari Longobardi.

Il periodo in cui venne eretta la chiesa non è databile con certezza ma si pensa sia nello stesso secolo VII; della sua primitiva struttura non c’è più traccia, in virtù proprio dei vari restauri e rimaneggiamenti, ultimo quello del 1825 dell’architetto Luigi Malesi.

Le opere d’arte un tempo presenti in Sant’Angelo sono esposte nel Museo di Capodimonte dopo che la chiesa è stata chiusa al culto dalla metà degli anni 60 del secolo scorso, esse sono: una Tavola raffigurante S. Michele Arcangelo, posta sull’altare maggiore, opera di Francesco Pagano – attribuita da Monsignor Gennaro Aspreno Galante a Angiolillo Boccadirame nel XV secolo [1], un San Tommaso di Canterbury della scuola del Balducci, la Circoncisione del Bambin Gesù di Simon Vouet del 1623, attribuita al Procaccini [2], Santa Rosa attribuita al Simonelli della Scuola di Luca Giordano.

La chiesa nel complesso è una interessante testimonianza del rinnovamento settecentesco neoclassico di una struttura paleocristiana della quale, però, non rimangono elementi né di spoglio né di stratificazione, l’impronta settecentesca si nota soprattutto nella sobria struttura della facciata esterna arretrata rispetto al piano stradale.

Essa è anche una grande testimonianza dal punto di vista storico perché ad imperitura memoria la sua edificazione ferma nella memoria un evento catastrofico della città, quello delle invasioni barbariche.

Ciro La Rosa

Febbraio 2008


Note

[1] G.A. Galante, Guida Sacra della città di Napoli, edizione Del Fibreno anno 1872, pag.169

[2] G.A. Galante, ibidem

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