Le mille città del Sud


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Terra di Bari

Ruvo di Puglia

 

Su una collina al limitare delle Murge, Ruvo è una città che ha conservato strade tortuose e case in pietra chiara. Il suo nome che pare derivi da Rhyps, il centro del Peloponneso luogo d'origine dei mitici fondatori. Rilevante centro degli antichi Peucezi delI'VIII-VII secolo a.C., divenne nel V-III secolo a.C fiorente per la produzione di ceramiche apule, come provano i numerosi ritrovamenti della zona. Passò quindi ai Romani e fu soggetta alle invasioni barbariche divenendo in seguito un munito e potente borgo normanno.

Monolite - dea madre

Sulla centrale piazza Bovio si affacciano la chiesa di San Domenico, che conserva tele del Seicento e Settecento, e palazzo Jatta, neoclassico, sede del Museo Archeologico Nazionale Jatta. Ospita una importante raccolta archeologica con bronzi e ceramiche del VII-III secolo a.C. provenienti da varie località pugliesi. Di grandissimo interesse la sezione comprendente i vasi prodotti a Ruvo nel IV-III secolo a.C. In quattro sale sono esposti circa duemila vasi raccolti dai fratelli Giovanni e Giulio Jatta nel corso degli scavi nella zona. La seconda sala ospita anfore attribuite alla cerchia del pittore di Ligurgo (IV sec. a.C.). Nella terza sala, il cratere più grande, attribuito al pittore di Licurgo, rappresenta il Giardino delle Esperidi, con Antigone condotta prigioniera davanti a Creonte, con Ercole che intercede per lei. La quarta sala contiene il celebre Vaso di Talos, cratere attico a figure rosse del V sec. a.C. tra i capolavori della ceramica greca: il demone Talos, mitico custode dell'isola di Creta, morente per l'incantesimo della maga Medea, è sostenuto dai Dioscuri alla presenza degli Argonauti, di Poseidone e Anfitrite.

 

 

 

   

Monolite - dea madre, particolare

Al centro del nucleo medievale sorge la cattedrale, dedicata all'Assunta, magnifico esempio di stile romanico-pugliese, terminata intorno al 1237 e rimaneggiata più volte. La facciata dall’armonioso profilo, con spioventi inclinati, è movimentata nella parte bassa da tre portali. Il magnifico portale centrale è riccamente fiancheggiato da colonnine che poggiano su due leoni stilofori e terminano, in alto, con grifoni: un capolavoro di varietà e di ricchezza. L'arco è intagliato con i simboli degli evangelisti e degli apostoli, sostenuto da due sofferenti telamoni. Nella cuspide della finestra a bifora, si apre il pregevole rosone a dodici raggi di colonnine.

 

Medaglia in bronzo dedicata a Domenico Cotugno (collezione Francesco di Rauso, Caserta) clicca sull'immagine per ingrandire

Domenico Cotugno (Ruvo di Puglia 1736 - Napoli 1822)

È incerta l'identità della figura seduta nella nicchia al di sopra del rosone: San Cleto secondo alcuni, un vescovo secondo altri, forse lo stesso Federico II, che regge sulle ginocchia il libro dei sette sigilli. Il maestoso interno, a croce latina con tre navate con tre absidi semicircolari, mentre al lato sinistro si aprono le cappelle aggiunte dal '600. La navata centrale si slancia verticalmente, e gli spioventi laterali sono fortemente inclinati. Sul lato destro un doppio muro ha cancellato le cappelle barocche permettendo l'accesso alla cripta triabsidata, con i resti di una basilica paleocristiana a tre absidi e antiche tombe. Il campanile era un'antica torre e ha la parte superiore barocca.

Nei dintorni: Terlizzi (5 km), cittadina nota per l'artigianato della ceramica. Vi sorge la settecentesca chiesa del Santo Rosario, che conserva un pregevole portale scolpito della primitiva chiesa del XIII secolo.


Bibliografia, fonti e riferimenti:

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