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Raffaele Gaetano

Sull’Orlo dell’Invisibile

Il sublime nella Calabria da Grand Tour

Monteleone, Vibo Valentia 2006

Il libro di Raffaele Gaetano, opera unitaria nelle sue tre sezioni, è un "viaggio di ricerca" attraverso i protagonisti del Grand Tour tra il XVII e il XX Secolo. L’autore sa, grazie ad un’ampia cultura, gestita con padronanza ed intelligenza, intrattenere ed avvincere conducendo il lettore nel tema questa volta scelto, che è poi la sua terra, che avverte come "abisso" di bellezze naturali.

Lo stesso titolo Sull’Orlo dell’Invisibile. Il sublime nella Calabria da Grand Tour affascina lasciando presentire le capacità di esprimersi con un lessico rarefatto, di far rivivere l’esperienza del "sublime" non solo attraverso un pensiero-guida, ma anche attraverso una straordinaria capacità di suggerire e rievocare scenari di autentica bellezza.

L’autore non è "solo" in questa ricerca, ma si lascia accompagnare dagli autori antologizzati e presentati attraverso una galleria di ritratti, sicché l’opera diventa un viaggio letterario, dal Seicento all’Illuminismo, dal Romanticismo al Novecento.

Il tema di fondo è annunciato nel saggio introduttivo che ci rivela, da un lato, la complessa ricerca della definizione appropriata del concetto del "sublime", dall’altro la prospettiva filosofica che affonda le radici in una speculazione antica. Sublime risulta la fusione di sensazioni, l’armonia che riconcilia gli opposti, di cui l’autore si serve per dare un senso all’esperienza del viaggio.

Il testo, di agevole lettura, in una veste editoriale molto curata e corredato da un apparato critico veramente apprezzabile, è impreziosito da una scelta di immagini pittoriche, la cui lettura rivela l’intento di offrire una visione quanto più possibile "assoluta" dei luoghi.

Il libro è un’occasione per recuperare la memoria collettiva ed insieme la mitologia personale di autori e lettori. Il dibattito sulla trasformazione del paesaggio antico avviene attraverso una visione profonda e meditata di scenari, che tanto dista forse dal gusto e dal frammentismo post-moderno. Le immagini, per niente stereotipe, ci svelano una Regione inedita; un’architettura gradevole accoglie una materia difficile, tra estetica del paesaggio e storia del territorio.

La visione del "sublime" può essere in questa veste anche un suggerimento per quanti i luoghi non conoscono e possono solo goderne nel silenzio del pensiero.

La varietà dei temi e delle prospettive di lettura emerge dai titoli antologizzati tra cui Calabria Felix di D. Vivant Denon (1778), Viaggio nelle due Sicilie e Viaggio in Calabria di H. Swinburne (1783) e F. von Stolberg (1794), L’Italie Pittoresque di C. Didier (1835), Viaggio in Calabria di A. Dumas (1842), Il bazar di un poeta di A.-C. Andersen (1842), Donne indifese in Calabria di E. Lowe (1859), Calabria Azzurra di H. Wachtmeister, Passeggiata in Sicilia e Calabria di M. Maeterlinck (1924), Calabria di C. Alvaro (1926), Immagini sulla Calabria di G. Berto (1961), Tra due mari di C. Abate (2002).

Il testo fa nascere nei lettori il piacere del viaggio in una duplice cornice, del paesaggio, cioè, e del narrato. Nella prima parte del volume, che come osservavo costituisce il saggio e la sintesi dell’autore, leggo: «credo, infatti, di non allontanarmi troppo dal vero affermando con Giuseppe Berto che per comprendere il Sud “bisogna essere predisposti ad amarlo”… questi, dunque, alcuni lineamenti di un’esperienza che appare ancora oggi un dilettevole pastiche tra autobiografia, resoconto giornalistico, ricostruzione storica e invenzione». È questo in estrema sintesi, a mio parere, il messaggio più forte, che è giusto accogliere, soprattutto per quanto riguarda i fenomeni sociali che il testo altrimenti denuncia e che individuano una responsabilità assente, una scarsa educazione al bello.

Raffaele Gaetano introduce spiegando cosa si intende per Grand Tour, una vera e propria educazione sentimentale al bello nata dalla riconsiderazione del mondo classico nel Mezzogiorno d’Italia. A una mente così educata non sfuggono gli errori di una politica territoriale ottusa: non resta che ricostruire i frammenti ancora autentici di paesaggio che non sfuggivano ad attenti e sagaci viaggiatori europei che la ricerca di una purezza incontaminata dei luoghi spingeva a lasciarsi alle spalle la civiltà urbana borghese.

Il Grand Tour diveniva, attraverso l’opera di architetti e artisti, un modo per diffondere un immaginario dell’immenso patrimonio storico e archeologico. La cultura del viaggio diffusasi legava intorno a sé un ampio numero di adepti, dando vita ad una nuova estetica dell’ambiente. L’anima autentica di questi viaggi era dunque la ricerca del sublime.

È quanto ci lascia intendere l’autore che la considera affermazione di una nuova estetica nel pensiero romantico, a lui caro in quanto studioso del Leopardi. Le coordinate di questa nuova percezione apparivano già nell’Inchiesta sul Bello e il Sublime di Burke che tra ’700 e ’800 definiva l’artista, attento al particolare, così come all’universale, indagatore per eccellenza della nuova sensibilità.

Nel libro il viaggiatore che visita la Calabria coglie le differenze tra Nord e Sud avvertendo come, tra i diversi paesaggi del Mezzogiorno, quello calabrese sia quello più stupefacente per la sua condizione umana e naturale. Raffaele Gaetano ci fa rileggere le pagine straordinarie di coloro ai quali la Calabria apparve sublime invitando il viaggiatore attuale a rifuggire dai viaggi organizzati per poter cogliere l’essenza dei luoghi, lo spirito del paesaggio, il genius loci, trasmettendo un’identità culturale preziosa. Quale la risposta del lettore d’oggi?

Alessandro Carè

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