Le mille città del Sud

Gli scavi di Pompei

La Villa dei Misteri

 

La storia dell'umanità è ricca di episodi emozionanti e commoventi: quelli della riscoperta, o per meglio dire della resurrezione, di Pompei ed Ercolano sono fra i più significativi. Oggi il Vesuvio si erge, in tutta la sua placida maestosità, sulla campagna punteggiata di verde e di case: sui suoi ampi fianchi si aggrappano le viti e fioriscono le ginestre.

Il Tempio di Apollo

Resta difficile immaginare oggi come questo paesaggio di serena bellezza sia stato una volta uno scenario di tragedia e di morte, di violenza e di distruzione. Eppure le rovine di Pompei e di Ercolano stanno là a testimoniarcelo.

Il Tempio di Giove

Perché, nelle vicende di Pompei ed Ercolano c'è un dato di fatto forse unico nella Storia: al contrario di tanti altri eventi simili, qui non si è trattato solo di una civiltà che si è spenta, qui è stata la vita quotidiana che si è fermata all'improvviso.

Macellum

Qui la gente è morta sulla soglia di casa, qui le forme di pane sono rimaste nei forni, e i cani legati alla loro catena e gli schiavi ai loro ceppi. Qui sono rimaste le monete sui tavoli delle taverne, e i rotoli di papiro negli scaffali delle biblioteche.

Porta Marina

Su queste mura sono rimaste le scritte elettorali e le frasi d'amore e di scherno. La rapidità con cui si svolse la catastrofe interruppe il corso della vita di ogni giorno, l'attività di centinaia e centinaia di persone.

La Casa del Fauno


E poco vuoi dire se la morte fu diversa per Ercolano e per Pompei. Poco significa se nella prima si verificò un barlume, una speranza di fuga, mentre torrenti di fango si rovesciavano sulla città riempiendola, e nella seconda non ci fu possibilità di scampo per i vapori solforosi e l'impalpabile velo di cenere che lentamente soffocava e copriva tutto. La sorte fu la stessa, la condanna fu eguale. Eguale sarà, per entrambe, la resurrezione dopo quasi 1700 anni.

Dell'immane tragedia era rimasta solo la cronaca precisa di Plinio il Giovane, colpito lui stesso dagli eventi con la morte dello zio Plinio il Vecchio, e nonostante ciò attento e lucido descrittore nei particolari di quel drammatico 24 agosto del 79 dopo Cristo. La sua esattezza, la ricchezza dei dettagli, la precisione narrativa furono senza dubbio di grande aiuto ad archeologi e a studiosi.

Plinio osservò e descrisse un fenomeno naturale terribile, mentre migliaia di persone morivano sepolte sotto una coltre di lava, di ceneri e di lapilli e  «molti levavano le mani verso gli dei, ma quasi tutti erano convinti che gli dei non c'erano più».

il Foro


il Tribunale

Gli archeologi dei re Borbone che nel Settecento ritrovarono Pompei ed Ercolano, non riportarono alla luce soltanto due città sepolte: riannodarono, come per incanto o per magia, un filo spezzato, ripresero un discorso interrotto, ridettero insomma la vita a tutti quelli cui gli dei l'avevano tolta.

La superficie complessiva racchiusa dalle mura era di circa 20 ettari, per una popolazione di circa 4.000 abitanti; visibili a cielo aperto sono 4,5 ettari. Raggiungibile da Napoli con l'autostrada A3 Napoli-Pompei-Salerno (uscita Pompei), con la linea ferroviaria Circumvesuviana (fermata Pompei) e in estate con il metrò del mare (fermata Villa Favorita).

La via Stabiana

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