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La Vergine Napoletana

di Giuseppe Pederiali

Garzanti

«La fanciulla era rimasta bella come da bambina. Bastava guardarla per capire che possedeva anche grazia e pudore. Sebbene vestisse una camicia di rozza tela legata alla vita da una corda, e i piedi calzassero zoccoli di legno, non avrebbe sfigurato accanto alle più nobili dame napoletane. Il contrasto tra la sua grazia e l’ambiente dove viveva, e tra la sua bellezza e la modestia degli indumenti, era talmente forte che Cicella ne guadagnava ancora più di quel che le spettasse… non le mancava niente, inclusa quella vera o presunta malizia nello sguardo, comune alle giovinette pronte per un marito.»

La storia

Due cavalieri, uno bianco e uno nero, partono alla ricerca dell’ultimo discendente di Federico II. In un paese dilaniato dalle guerre tra fazioni e piegato dalla carestia, il modenese Giovanni Vezzani e il saraceno Yusuf Ibn Gwasi vogliono rilanciare l’utopia del grande imperatore svevo. Inseguono l’esile filo d’una leggenda: perché prima di salire al patibolo, il giovane Corradino di Svevia, nipote di Federico, avrebbe sposato una vergine napoletana che gli avrebbe dato un figlio...

Inizia così un susseguirsi di imprevedibili avventure, da Lucera, splendida città-giardino araba, alle brumose campagne padane, dalla rocca di Castel del Monte nelle Murge alla Toscana. Al centro del romanzo c’è la Napoli medievale, con la struggente bellezza dei suoi luoghi e della sua gente, che Pederiali dipinge con tinte vivacissime.

La vergine napoletana intreccia nella maniera più appassionante storia e leggende, personaggi storici come Carlo d’Angiò e Celestino V ma anche figure rubate al mito, come il nano-mago Iennarone e il femminiello Fabiello oppure l’Orco che blocca un passo appenninico. Non mancano, tra vicoli e castelli, affascinanti personaggi femminili: la dolce Cicella, la «vergine napoletana» che giace con il bellissimo e sfortunato Corradino; o la bella e spregiudicata Zeza, che si esibisce con Pulcinella nelle piazze della città; o ancora Allegra, la figlia dell’ebreo Saul Mantino, che vive in quello che diventerà vico Scannagiudei. E poi monache innamorate e osti buongustai, sicari implacabili e un popolo che può passare in un attimo dalla festa al massacro.

Giuseppe Pederiali ci porta in un Medioevo di forti contrasti, vivace e appassionato: certo segnato dalla violenza e dalla carestia, da crudeltà e tradimenti, ma anche ravvivato da storie d’amore vere profonde, dalla lealtà al proprio signore e da grandi ideali.

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