Le Pagine di Storia

 

Storie di Sicilia di Fara Misuraca

La strage di Palermo del 1960

Questa è una piccola informazione "storica" si riferisce alle rivolte operaie del 1960 che non si svolsero solo a Reggio Emilia ma anche a Palermo.

L'8 luglio 1960 a Palermo, il centro è presidiato fin dalle prime ore del mattino dalla Celere per disturbare lo sciopero generale proclamato dalla Cgil per i fatti di Reggio Emilia.

Come riportano le cronache del tempo (vedi il giornale L'Ora) il corteo operaio viene scortato a vista da uno schieramento di polizia degno dell'antiterrorismo.

Improvvisamente iniziano le cariche. La celere assale brutalmente la folla del corteo con le loro jeep spinte a velocità.

I dimostranti si difendono lanciando sassi, bastoni e quant'altro trovano ma, come nell'Intifada palestinese, certamente non hanno armi tipo fucili, pistole o mitragliette. In breve la zona tra piazza Verdi e piazza Politeama si trasforma in un campo di battaglia. Viene eretta una barricata al centro della strada ma a questo punto i celerini cominciano a sparare sulla folla.

Il primo a essere colpito è Giuseppe Malleo di 16 anni che viene raggiunto al torace da una pallottola di moschetto e subito dopo  Andrea Cangitano di 14 anni, ucciso a colpi di mitra e Francesco Vella operaio di 42 anni.

La quarta vittima è Rosa La Barbera una donna di 53 anni raggiunta da uno dei tanti colpi sparati all'impazzata dalla polizia mentre si apprestava a chiudere la finestra di casa.

Altre  36 persone riportano ferite da arma da fuoco, 370 dimostranti vengono fermati e 71 di essi arrestati.

Seguono  tre diversi procedimenti penali, il più importante dei quali è quello di Palermo che ha inizio il 16 ottobre 1960.

Dopo appena 12 giorni di dibattimento (un processo contro uno pseudo politico in media dura 10-15 anni, giusto il tempo per andare in prescrizione) tutti i 53 imputati vengono condannati a pene che vanno fino a 6 anni e 8 mesi di reclusione.

I celerini che hanno sparato e ucciso non solo non vengono incriminati ma non vengono neanche chiamati a deporre in aula come testimoni d'accusa.

VIVA L'ITALIA!

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