L'Adriatico è lo sfondo onnipresente ed il polo su cui gira nella Storia la vita dell'intera città, che non ha mai abbandonato la sua vocazione marinara. La quotidianità è scandita dalle partenze e dai ritorni dei pescherecci, e il mercato ittico è uno dei più animati del Centro Italia. L'Istituto nautico, che dal 1919 cura la formazione di capitani e macchinisti, è un punto di riferimento a livello nazionale. Sul litorale si vedono ancora i trabocchi, le ingegnose strutture di legno e corda che danno il nome alla costa tra Ortona e Vasto: "macchine da pesca" vecchie fino a quattro secoli, ancorate agli scogli da una passerella ma non fondate, per meglio reggere all'urto delle onde. Il rapporto col mare si alimenta di sapienza antica e abilità empirica, ma ha in sé anche valenze simboliche profonde.
Il monumento che più rispecchia la vicenda della città è la Cattedrale, risalente al XII secolo e più volte rimaneggiata prima di essere ricostruita nel dopoguerra; qui si custodiscono le reliquie di San Tommaso, esposte ai fedeli durante la grande Festa del Perdono, in cui la concessione dell'indulgenza plenaria è accompagnata da processioni solenni e cortei storici. Tra gli elementi medievali superstiti della chiesa ci sono il magnifico portale gotico di Nicola Mancino e quello più antico che si apre sul prospetto sinistro; nella decorazione interna emergono gli stucchi di Vincenzo Perez nella Cappella del Sacramento e i dipinti di Tommaso Cascella, che realizzò inoltre per la Cattedrale alcune maioliche e i disegni delle vetrate; al padre Basilio si deve invece la grande tela che raffigura l'Incredulità del Santo.
Il portale della Cattedrale di San Tommaso Apostolo
Se la Cattedrale è il fulcro della devozione, la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli racconta già nel nome il suo legame con l'Oriente bizantino; poco rimane dell'originaria struttura, ma l'affresco che rappresenta la Madonna col Bambino fondendo stilemi ortodossi e influssi giotteschi è una delle più belle icone mariane della regione. A fondare la chiesa intorno al 1280 fu Pietro da Morrone, che sarebbe poi divenuto papa con il nome di Celestino V e avrebbe presto rinunciato al soglio pontificio, passando alla storia attraverso i versi di Dante come "colui che fece il gran rifiuto".
La città laica ha il suo simbolo nel Castello Aragonese, che fu fatto costruire da re Alfonso e rimanda ai fasti quattrocenteschi, all'Ortona porto franco in cui sbarcavano schiere di mercanti diretti alla fiere di Lanciano; benché dimezzato dal tempo - rimangono solo due torri e un tratto della cinta muraria - ci appare ancora nobile e grandioso. Esempi insigni di architettura civile sono poi le dimore patrizie di Corso Matteotti, la via su cui si innestano i due rioni storici: Terravecchia, il più antico, si sviluppò a partire dal porto sull'area dell'Ortona frentana e romana; Terranova nacque nel XII secolo e si definì centro storico di Ortona.
Lungo il corso, l'antica "strada grande", si susseguono i palazzi Grilli, Pugliesi, De Sanctis e Corvi, quest'ultimo sede di un museo dedicato a Francesco Paolo Tosti, il più noto tra i musicisti abruzzesi, nato a Ortona nel 1846. A consegnarlo alla celebrità furono le romanze, ma non va dimenticata la sua opera di ricerca, che lo portò a spaziare dalle raccolte di canti popolari alla collaborazione con D'Annunzio, del quale mise in note una trentina di liriche.
Nelle sale di Palazzo Farnese, affacciato sulla bella Passeggiata Orientale che domina dall'alto il porto, è ospitata invece la Pinacoteca Cascella, in cui l'attività della più importante "famiglia pittorica" abruzzese è documentata da opere del capostipite Basilio e del figlio Michele. Due musei che testimoniano la consuetudine di Ortona con l'arte e gli artisti, tenuta viva oggi da numerose manifestazioni musicali così come dalle mostre temporanee e dai concorsi di pittura: un filo tanto più prezioso, in una città che ha dovuto imparare a mutare il suo volto senza rinunciare alla sua indole.
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Articolo tratto da Ulisse, rivista di bordo dell’Alitalia |