Non è un libro per il sud o sul sud, è un libro sulla logica e sulle parole: «Spesso ci si dimentica da dove vengono. Il termine parola deriva da “parabola”, ovvero “ciò che è gettato vicino” alle cose. Finché parliamo usando termini che si riferiscono a cose esistenti, va bene. Quando invece queste cose non esistono, diventa pericoloso, perché possono acquisire una realtà sorta dal nulla. Parole come “anima” e “spirito” un tempo avevano un senso molto concreto (vento, soffio). Poi sono diventati tutt'altro».
Per non parlare “a vuoto” bisogna, quindi, fare molta attenzione all'etimologia della parola, alla sintassi, alla semiotica e, ovviamente, alla logica. «Il linguaggio è una tecnologia come tutte le altre», dice Odifreddi, «amplifica i nostri sensi come fanno i microfoni per la voce, le cuffie per l'udito, gli occhiali per la vista. È solo molto più sofisticato». Io consiglio questa lettura a chi vuole “giocare” con le parole e non solo e desidera conoscere “protagonisti come Platone, Aristotele, Occam e tanti altri passando per Einstein fino ad arrivare ad Amartya Sen. |