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4 aprile 1982/2012: 30° Anniversario della manifestazione
pacifista contro i missili nucleari a Comiso
Comiso: una battaglia vinta
Un contributo di
Agostino Spataro
A Pio e a Rosario, la nostra eterna gratitudine
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Il 12 marzo 1981 alcuni deputati comunisti siciliani
lanciano il primo allarme. Il governo non risponde
all’interrogazione e ad agosto 1981 decide per Comiso
La prima denuncia in
Parlamento
Testo dell’interrogazione, a firma dei deputati
comunisti siciliani Giovanni Rossino, Agostino Spataro e
Luigi Boggio, circa le “voci” d’installare a Comiso una
base per allocarvi 112 missili nucleari intermedi del
tipo “Cruise” .
Atti Parlamentari - 26870 - Camera dei Deputati
VIII Legislatura - Discussioni - Seduta del 12 Marzo
1981
Interrogazioni a risposta orale
Rossino, Spataro e Boggio
Al Ministro della difesa.
Per sapere s e risponde a verità la notizia riportata
dal settimanale Il Mondo secondo cui negli ambienti
americani della NATO, a Bruxelles, si è sicuri che « la
base italiana per i missili nucleari Cruise verrà
installata nei pressi dell'aeroporto militare di «
Magliocco » di Comiso, in provincia di Ragusa.
Tale notizia, che ha già suscitato vastissimo allarme in
Sicilia e nella provincia iblea, sarebbe stata
comunicata al Ministro della difesa e al presidente
della regione Sicilia.
A parere degli stessi ambienti, la base dovrebbe essere
doppia o tripla di quella della «Maddalena» e ospitare
15.000 soldati americani.
Pare che, in previsione dell'installazione della base,
esperti NATO abbiano compiuto, in estate, ben 20
sopralluoghi nella zona di Comiso, realizzandone un
dettagliato aerofotogramma.
Infine secondo Il Mondo il Sottosegretario alla difesa,
onorevole Bandiera, avrebbe dichiarato che «Comiso è in
effetti tra i luoghi presi in esame ». (3-03438)
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Il dibattito alla Camera
dei Deputati
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Comiso, 4 Aprile 1982 |
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Brani del libro "Missili e Mafia"
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L'Interrogazione parlamentare
presentata dai deputati comunisti siciliani 3 giorni prima della
manifestazione
Atti Parlamentari - 43499 - Camera dei Deputati
VIII Legislatura - Discussioni - Seduta del 1° Aprile 1982
On.li Rossino, Spataro, Rindone e Boggio.
Al Ministro della difesa
Per conoscere il punto di vista del Governo a proposito delle
notizie di stampa secondo cui, il 5 aprile, cioè il giorno dopo
la manifestazione contro l'installazione della base missilistica
che si svolgerà a Comiso con una partecipazione che si prevede
imponente di migliaia di cittadini di ogni parte d'Italia e con
l a qualificata presenza di delegazioni pacifiste d'ogni parte
'd'Europa, dovrebbero avere inizio i lavori di demolizione delle
vecchie infrastrutture dell'ex – aeroporto «Magliocco » come
concreto inizio della costruzione degli impianti che dovrebbero
ospitare la base missilistica.
Sembra infatti che, a cura della NATO, sia già stato appaltato
il primo lotto dei lavori per un importo di 825 milioni ad un
consorzio di imprese denominato ICI.
Una tale notizia, se confermata, indica la volontà del Governo
di non tenere conto del travagliato negoziato che si svolge a
Ginevra tra USA e URSS.
Tale scelta implica il disconoscimento di quanto affermato dal
Ministro della difesa alla Camera secondo cui «l'obiettivo che
intendiamo perseguire, non è quello di armarci tutti di più in
Europa, sia pure a parità di grado, ma di ridurre gli armamenti
di tutti in modo progressivo, bilanciato e controllato».
Essa inoltre entra in contraddizione con quanto affermato nella
mozione Bianco del 6 dicembre 1979 quando «auspica altresì che
l'esito delle trattative necessarie per stabilire opportune
condizioni di parità tra le parti e forme adeguate di controllo,
renda superfluo l'ammodernamento delle forze nucleari di teatro
da parte della NATO per l'arresto della produzione e lo
smantellamento delle forze nucleari di teatro da parte dell'URSS
e quindi determini la dissolvenza parziale o totale delle misure
adottate in rapporto allo sviluppo e all'esito dei negoziati,
poiché è con tale spirito e con - dizione positiva che il
negoziato deve essere affrontato».
Per sapere - stante la ventilata decisione di dare inizio ai
lavori per la costruzione della base se il Governo considera
inutile il negoziato o irrilevanti le discussioni in corso a
Ginevra. Gli interroganti chiedono altresì di sapere se il
Governo considera congruo l'importo definito per il primo lotto
dei lavori, tenuto conto che si tratta soltanto ed
esclusivamente di alcune vecchie palazzine diroccate, e di
conoscere i nomi dei titolari delle imprese consorziate, e le
modalità di svolgimento della gara d'appalto. (5-03088 )
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L'introduzione al libro "Missili, addio!"
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Una proposta del Partito Comunista Italiano
A Comiso, al posto della base della morte, un
Politecnico Mediterraneo a servizio della pace e della
cooperazione economica, tecnica e culturale dei paesi
rivieraschi
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Agostino Spataro
Giornalista, già membro delle Commissioni Affari Esteri
e Difesa della Camera dei Deputati, direttore di “Informazioni
dal Mediterraneo” (www.infomedi.it),
collabora con “La Repubblica” e con altri giornali e
riviste. Biografia:
http://it.wikipedia.org/wiki/Agostino_Spataro email:
spataroagostino@virgilio.it
Ha scritto vari saggi sul mondo arabo e sul
Mediterraneo, fra i quali:
-
“Per la Sicilia”, (presentazione
di Giorgio Napolitano), Agrigento, 1982
-
“Missili e mafia”(con P. Gentiloni, A.
Spampinato) Editori Riuniti, Roma,1985
-
“Oltre il Canale- Ipotesi di
cooperazione siculo - araba”, Ed. Autonomie,
Roma, 1986 (tradotto in arabo)
-
“Missili addio!”, Edizioni La Zisa,
Palermo, 1988
-
“I Paesi del Golfo”, Edizioni
Associate, Roma, 1991
-
“Il Mediterraneo”
(con Bichara Khader), Editrice Internazionale ,
Roma, 1993
-
“La notte dello sceicco”-Reportage
dallo Yemen- Edizioni Associate, Roma, 1994
-
“Il turismo nel Mediterraneo”,
Editrice internazionale, Roma,1998
-
“Mediterraneo, l’utopia possibile”,
Editrice internazionale, Roma, 1999
-
“Il Pianeta unico”
(con Naom Chomsky, Ricardo Petrella, ecc), Eleuthera,
Milano, 1999
-
“Le tourisme en Méditerranée”,
Editions l’Harmattan, Paris, 2000
-
“Il fondamentalismo islamico- Dalle
origini a Bin Laden”,
(presentazione di Yasser Arafat ) Editori
Riuniti, Roma, 2001
-
“El fondamentalismo islamico- El Islam politico”,
Editora Rosario, Argentina, 2004
-
“Sicilia, cronache del declino”,
Edizioni Associate, Roma, 2006
-
“Monica - Storia di un’infanzia ritrovata”,
Ed. Ilmiolibro, Roma, 2011
-
“Petrolio, il sangue della guerra- Da Badgad a
Tripoli: lo stesso disegno neocoloniale”,
Ed. Ilmiolibro, Roma, 2012
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Pubblicazione de Il Portale del Sud, Marzo 2012 |
A Comiso, trent’anni
dopo
di Agostino Spataro
Trent’anni dopo, sono tornati a Comiso studenti e
cittadini aderenti a una trentina di associazioni e
movimenti progressisti per rievocare il raduno di massa
del 4 aprile 1982 e il sacrificio del suo ideatore Pio
La Torre, segretario regionale del PCI, assassinato, con
Rosario Di Salvo, dalla mafia, il 30 dello stesso mese.
Ricordare quei fatti alla vecchia e alla nuova
generazione di pacifisti, alla Sicilia intera ne è valsa
la pena perché quella fu una manifestazione davvero di
svolta nella lotta contro la decisione d’installare a
Comiso 112 missili nucleari intermedi del tipo “Cruise”.
Il 4 aprile segnò, infatti, un discrimine tra un “prima”
bislacco, rassegnato, da taluni accettato e un “dopo”
che scosse il sentimento più genuino dei siciliani e
mise in moto la macchina poderosa della protesta
unitarie e popolare, in Italia e in Europa. Purtroppo,
scatenò anche il livore criminale dei nemici, interni ed
esterni, che porterà, 26 giorni dopo, all’assassinio. Fu
solo mafia? Il dibattito e la ricerca delle eventuali
responsabilità politiche, anche internazionali, restano
aperti. Vedremo.
Quel giorno, a Comiso non c’erano solo i tenaci presidi
di giovani pacifisti, ma il popolo delle grandi
occasioni: oltre centomila siciliani, di ogni
generazione e condizione sociale, consapevoli della
posta in gioco e dei suoi esiti vitali per la pace in
Europa e per lo sviluppo della Sicilia. Determinati,
come ai tempi delle lotte per la terra, contro la
schiavitù nelle miniere, per la piena attuazione
dell’Autonomia, quando ancora questa parola significava
speranza di cambiamento e non una colossale, e costosa,
mistificazione come avviene con l’attuale Regione.
La gente capì il pericolo mortale che i missili
avrebbero costituito, perciò diede vita ad una grande
mobilitazione sorretta da uno schieramento unitario:
dalla sinistra a settori importanti dell’area cattolica
(Acli, ecc), ai socialisti craxiani. Contro i missili a
Comiso e in altre basi dell’Est e dell’Ovest si
realizzò, in Sicilia, un’inedita unità che a Roma fu
percepita come una convergenza politica anomala e una
inquietante deriva pacifista che, dopo il 4 aprile,
infiammò l’Italia e le grandi capitali europee.
Un risultato, per noi, esaltante ma preoccupante per
chi, ai vertici degli Stati e dei comandi militari,
voleva, a tutti i costi, imporre il piano di
“ammodernamento” missilistico nucleare. Alla fine, la
battaglia fu vinta (una delle poche vittorie del popolo
siciliano nel dopoguerra) e sancita dagli accordi di
Washington del 1987 fra Usa e Urss che decisero
l’espianto dei missili e lo sgombero della base.
Il seguito è noto: al posto della base della morte, il
PCI propose di creare un “Politecnico mediterraneo” per
la cooperazione tecno-scientifica fra tutti i Paesi
rivieraschi. Verrà realizzato un aeroporto civile
consacrato al nome di Pio La Torre che, purtroppo, un
rozzo atto d’ingratitudine sostituì con quello di un
generale delle guerre coloniali fasciste. A ciascuno il
suo…eroe, si potrebbe dire.
Tuttavia, oggi, non è il caso d’indulgere su tale
polemica, ma di guardare in avanti, al futuro di Comiso
e della Sicilia. Anche perché, a tre decadi di distanza,
la situazione è peggiorata: l’Isola è in preda al più
grave e generale declino e il Mediterraneo è divenuto
non un mare di pace e di prosperità condivisa, ma luogo
di conflitti sanguinosi e di tragiche ondate migratorie.
Insomma, non basta una Sicilia senza missili, occorre
contrastare l’attuale disegno che assegna all’Isola un
ruolo strategico sovradimensionato che non si giustifica
con le minacce reali alla nostra sicurezza, ma solo in
vista di altre “guerre umanitarie”.
Questo - a me pare - il dato nuovo della situazione, al
centro della quale si trova la Sicilia, da cui discende
un compito precipuo per tutte le forze progressiste
siciliane, per le istituzioni che dovrebbero attivarsi
quantomeno per prevenire l’insediamento d’infrastrutture
militari pericolose com’è il Muos di Niscemi che quella
popolazione sta combattendo (da sola) a salvaguardia
della salute e della prospettiva economica.
In questo clima di disattenzione, talvolta connivente,
un impegno deciso è venuto dalla “nuova generazione
Comiso” ossia dagli studenti medi della provincia
ragusana, non per mero allarmismo, ma per una legittima
preoccupazione per il loro e per il nostro futuro.
Tacere o non vedere sono la più grave colpa. D’altra
parte, una prova di tale pericolo si è avuta con il
recente intervento della Nato in Libia, operato, in gran
parte, a partire dalle basi siciliane. Su questa strada
si vuole continuare.
Le guerre esaltano gli spiriti ingordi e il ruolo
strategico assegnato all’Isola ma deprimono, stravolgono
la sua prospettiva di crescita economica e civile, di
cooperazione reciprocamente vantaggiosa con i popoli
mediterranei e asiatici.
Poiché - come diceva Pio - una Sicilia trasformata in
una formidabile piazzaforte militare, sarà un pericolo
incombente sui siciliani e un ostacolo per lo sviluppo
nella pace e nella legalità.
Agostino Spataro
05/04/2012 |
Centro Culturale e di Studi Storici
"Brigantino- il Portale del Sud"
- Napoli e Palermo
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