La struttura
sorge nella zona del quartiere Sanità detta dei Vergini,
su un preesistente monastero Benedettino con annessa
chiesa. Benedetto Tizzoni e il conte d’Oppido
trasformarono la struttura in un ricovero per sacerdoti
poveri , che nel 1533 venne ceduto da Giovannantonio
Caracciolo ai Teatini di San Gaetano da Thiene , il
quale ne divenne il preposto, costituendo la Congrega di
Santa Maria della Misericordia, insieme al beato
Giovanni Marinoni.
L’obiettivo era
quello di edificare una nuova chiesa per l’ordine dei
Teatini, ma il progetto non venne mai realizzato visto
che, il santo, ottenne la possibilità di usare come sede
la basilica di San Paolo Maggiore. Ma, nel 1538, San
Gaetano da Thiene realizzò comunque un nuovo edificio
religioso e ampliò l’ospedale per i preti, lasciando
tutto ad una congrega di nobili dedicata a Santa Maria
della Misericordia, trasformata nel 1585 in Ospedale per
Sacerdoti e relativo ricovero “Lo statuto del 1823
recitava: Scopo della Fondazione sono il ricovero e
la cura dei sacerdoti poveri infermi, la concessione di
sussidi a sacerdoti indigenti, la sepoltura degli
iscritti e de’ morti poveri, l’esequie dei confratelli e
a altre spese di culto”.
Nel 1590 eretta
a Parrocchia. La chiesa seppellita da un alluvione, che
erano frequenti nella zona, non si sa con certezza in
che periodo, venne ricostruita ed ampliata con la
fondazione dell’Ospedale interrando la vecchia chiesa,
trasformando la stanza di San Gaetano in sagrestia.
Venne poi danneggiata dal terremoto del 26 luglio 1806 e
fu, restaurata.
Danneggiata nel
1943 a seguito degli eventi bellic della seconda guerra
mondiale, venne restaurata nel 1967 ma chiusa al culto e
mai più riaperta, l’ex Ospedale oggi è diventato sede di
abitazioni private, al primo piano ha sede “L’Oratorio
dell’Arciconfraternita di Santa Maria della Misericordia
“, tutt’ora operativo, nel quale si può ammirare il
pavimento maiolicato attribuito a Gaetano Massa. I
dipinti facenti parte dell’arredo della chiesa sono
stati messi in depositi della Soprintendenza e della
Curia Arcivescovile e non più esposti, restano nel sito
il sepolcro di Gennaro Mascabruno del 1740 e quello di
Domenico De Liguori del 1752.
Il sagrato della
chiesa ha una piccola scalinata, che si sviluppa su due
registri, il primo con il portale rococò in piperno
incorniciato tra lesene ioniche e il secondo con il
grande finestrone e il timpano triangolare.
L’interno è a
navata unica con cappelle laterali, con decorazioni in
stucco risalenti al XVIII secolo, manifatture della
bottega di Domenico Antonio Vaccaro.
Dell’edificio
ospedaliero oggi è visibile il portale inquadrato da un
arco sormontato da due putti in stucco che reggono
un’immagine sacra e dal soffitto della scalinata interna
con un affresco riportante lo stemma araldico della
Arciconfraternita.
Ciro La Rosa (ego sum) |