“Forse anch’io come la materia vagavo da un
posto all’altro, forse anch’io viaggiavo nel tempo, forse anch’io ero
una particella di quel mondo in rovina e mi spostavo, morivo e
rinascevo. Forse la mia anima voleva migrare per cercare conforto alla
sua sofferenza, forse voleva incontrare altre anime cui chiedere aiuto.
Chissà, magari ero caduto nell’abisso, laddove la luce non giungeva, non
riuscendo più a controllare la malattia, sapendo che tutto era
provvisorio e che presto sarei stato cancellato, energia in
decomposizione tra una moltitudine di altre energie che perivano tra gli
angusti passaggi della memoria. Forse non ero riuscito a parlare con la
parte più profonda di me stesso per assaporare le ultime gocce della
vita, pensando stoltamente che la morte fosse l’unica soluzione al male
che mi stava succhiando le forze. E così andavo avanti e indietro,
apparivo e svanivo assieme alla materia, in un viaggio allucinante e
mortale tra i segreti della mente, soggiogato dal potere dei cristalli e
sottomesso ai voleri di due orribili grumi di vento, Sahar e Joel, i
perfidi Sacerdoti dell’antica Cattedrale di Sur.
E lì agonizzante e senza memoria, raccogliendo
strani cristalli, viaggiavo tra i segreti del pianeta Sur, un’anima
errabonda in un mondo ostile, un luogo forse creato dalla mia mente
malata e sotto il vorace controllo degli adoratoti della grande divinità
della Pietra, Eddacch”.
“Non siete
riusciti a educare le coscienze ad aprirsi all’inconscio perché solo
dall’equilibrio tra le due forze si ha il progresso di una civiltà”.
Un mondo in
rovina, decadente, la Terra, un pianeta cupo laddove si muove un’umanità
malata, lacerata e afflitta dalle ingiustizie, dal male, dalla povertà;
anziani infermi abbandonati al loro triste destino, bambini malnutriti,
mendicanti, scrittori e artisti: gli emarginati, i più deboli, i più
fragili moriranno tra le più atroci sofferenze in nome della supremazia
della razza superiore. Orrendi massacri saranno perpetrati in nome di
una falsa conoscenza; e lì tra nubi soffocanti e foschie, cattedrali
infestate dai pipistrelli, cataste di luce in decomposizione, voraci
grumi di vento, tra sabbia e cristalli si muoveranno i conquistatori,
gl’ignobili adoratori di un Dio sconosciuto, Eddach, la grande divinità
della pietra. E non basteranno le magnifiche Navi del Vento, la
salvifica azione di una mutante, né il “girasole metallico dai petali
rossi” a salvare la Terra. Nei repentini viaggi tra presente e futuro,
tra la vita e la morte, tra sogni ed illusioni, l’io narrante sarà alla
mercé di oscure forze aliene, creature capaci di manipolare la mente e
in grado di commettere i più terrificanti massacri: è sarà una punizione
che come sempre si abbatterà sui più deboli, i più fragili, quelli più
esposti alla sofferenza. Sulla Terra nulla sarà mai più come prima; il
pianeta è stato avvelenato, deturpato, non restano altro che macerie,
fatiscenti necropoli, ospedali da campo, cadaveri, montagne di cadaveri
ammucchiati sulla neve, lungo sentieri nebbiosi, tra le acque purpuree
di un oceano sporco di sangue. Ma c’è ancora speranza, lì tra le alture,
nella vecchia Abbazia dei Suoni Spenti, in uno degli ultimi monasteri
cristiani, un monaco temerario di nome Juan e una bambina di nome
Azukena, unendo le forze, riusciranno a mettere fine all’ultimo orrendo
massacro e salvare un’umanità già provata dalle guerre e dalle
ingiustizie, dalle falsità e dalla menzogna.
Biografia
Antonio
Messina, è nato a Partanna TP e vive a Padova. Ha pubblicato narrativa e
poesia (il fantasy per ragazzi “Laura e il treno per Elintur e
altri racconti”, edito dalle Edizioni il Foglio è stato adottato
come testo di narrativa dagli Istituti Levi-Montalcini Partanna TP/Tommasi
di Lampedusa S. Margherita Belice AG. Alcune sue liriche sono
state pubblicate in antologie poetiche. |