La leggenda narra che la fata
Morgana, innamoratasi di
Ruggiero il Normano, futuro gran conte di Sicilia, avesse invogliato il guerriero a conquistare l’isola con una magia. Fece come d’incanto apparire le coste messinesi viste dalla Calabria, più grandi e più vicine. Ruggiero si convinse, e la magia di Morgana fu tanto portentosa, che ancora oggi, di tanto in tanto, si ripete, almeno finché la realizzazione del ponte sullo Stretto chiuderà per sempre la porta dei sogni.
Messina, situata tra il mare e i monti Peloritani, è da sempre la “porta” storica della Sicilia. A cavallo tra due mari, crocevia delle culture del Mediterraneo e punto di contatto tra i due reami di Napoli e Sicilia, fu popolata nei secoli da arabi, ebrei, armeni e da genti provenienti dalle città marinare. Il suo dialetto affonda le radici in quella lingua sicula-apulea, diffusa ai tempi di
Federico II di Svevia, che l’accomuna alle genti del Salento.
|
il porto nel 1400 |
Fu anticamente chiamata dei Messeni Zancle, ed era già abitata prima della colonizzazione greca dell’VIII secolo a.C. Fu quindi conquistata dai Romani nel 264 a.C. e, favorita dal porto naturale, raggiunse uno splendore che continuò con i Bizantini, Arabi e poi con il Regno di Sicilia. Con la rivolta antispagnola del 1674-8, iniziò la parabola discendente, interrotta in età borbonica soprattutto per merito di
Carlo di Borbone. Nel 1861, la sua fortezza resistette agli attacchi garibaldini e piemontesi più a lungo di Gaeta. Danneggiata dal terremoto del 1783, fu rasa al suolo dal terrificante terremoto del 1908. L’ultimo flagello furono i bombardamenti anglo-americani della Seconda Guerra mondiale.
|
colonna votiva all’ingresso del porto |
Ricostruita attorno al porto, Messina ci accoglie con la vista di Forte San Salvatore, sull'estrema punta del porto, e della Lanterna di Raineri. Il centro è raccolto attorno al Duomo, fatto costruire dal re di Sicilia
Enrico di Svevia nel 1197. La parte bassa della facciata risale alla costruzione originaria, mentre i tre portali gotici sono cinquecenteschi. Il portale centrale è ornato da due leoni e da una statua della Madonna col Bambino. il campanile e cuspide, di circa 60 metri d'altezza, e ospita il più grande orologio meccanico del mondo, costruito da una ditta di Strasburgo nel 1933. All'interno della chiesa, a tre navate, dell'antico ornamento rimangono alcune figure nella navata centrale. Molto belli i portali che portano verso il Tesoro, e la lastra tombale del 1195 di un vescovo.
|
il Duomo |
Poco distante sorge la chiesa della Santissima Annunziata dei Catalani del XII secolo, cui il sisma del 1908 fece ritrovare la sua forma originaria, in quanto crollarono le aggiunte postume.
Di fronte alla chiesa, il monumento a Don Giovanni d'Austria, vincitore della battaglia di Lepanto, nell'atto di sottomettere il comandante turco Ali Bassa. La statua fu realizzata Andrea Calamech nel 1572.
A fianco del Duomo si trova l'elegante fontana di Orione, realizzata dal Montorsoli nel XVI secolo, con le statue allegoriche dei fiumi Tevere, Nilo, Ebro e Camaro. Quest’ultimo alimentava il primo acquedotto di Messina.
Da visitare vi sono poi la Città universitaria, fondata nel 1548, il Museo Zoologico Cambria, l'Orto Botanico, il santuario di Montalto, su cui svetta la sagoma della Madonna della Vittoria, costruita dopo la battaglia di Lepanto, la chiesa del Cristo Re e l'acquario comunale dell'Istituto talassografico. Molto bella, e quindi da non perdere, è la fontana del Nettuno, opera dal Montorsoli del 1557.
|
processione della Vara, con le statue dei fondatori, Mata e Grifone |
Di notevole importanza è il Museo Regionale, in via della Libertà, ospitato nell'ex filanda Mellinghoff. Raccoglie una serie di opere d'arte recuperate dopo il rovinoso terremoto del 1908, tra cui il polittico di San Gregorio del 1473 di Antonello da Messina, la Resurrezione di Lazzaro e l’Adorazione dei pastori del Caravaggio, e tantissime altre.
|
Antonello da Messina, Polittico di San Gregorio, 1473 |
Nei dintorni, da visitare vi sono il caratteristico borgo di pescatori di Ganzirri, e il centro termale di Alì Terme, conosciuto fin dall'antichità. Spingendosi a qualche chilometro in più troviamo Forza d'Agrò, che è un notevole centro artistico-ambientale, con i resti di un castello del XVI secolo, la piccola chiesa di San Francesco che ospita Santa Caterina d'Alessandria, scultura di Montanini del 1559. Infine vi suggeriamo un soggiorno a Sant'Alessio Siculo, amena località situata presso il capo omonimo.
|
Messina, il porto, 1830 ca |
Inoltrandosi sulla statale per Palermo, consigliamo una sosta a Scala, per visitare la chiesa di Santa Maria della Scala, del XII secolo, a Portella di San Rizzo, da cui si gode di un bel panorama sullo Stretto, al santuario di Dinamare e, sulla via del ritorno lungo la litoranea, al lido di Mortelle.
|
|
Medaglia 1848 in bronzo Ø 35 mm. per l’assedio
della cittadella di Messina.
Collezione di Rauso. Clicca sull'immagine per ingrandire. |
|