Il cardinale Giulio Mazzarino padre di Luigi XIV?
Una domanda sicuramente impertinente per molti
francesi che, però, potrebbe contenere una verità
possibile, anzi probabile. Argomento, confesso,
eccitante che mi ha indotto a svolgere una piccola
indagine che ha fatto affiorare alcuni indizi
interessanti che confermerebbero l’ipotesi che il re
Sole potrebbe essere stato il frutto della relazione fra
Anna d’Austria, regina di Francia, (moglie di Luigi XIII)
e il cardinale Giulio Raimondo Mazzarino, geniale primo
ministro francese dal 1643 al 1661, figlio della
nobildonna romana Ortensia Bufalini e del palermitano
Pietro discendente da una nobile casata originaria,
secondo Giuseppe Ferreri
, della città di Mazzarino, in
provincia di Caltanissetta.
Sulla sicilianità di Pietro non ci sono più dubbi:
egli, infatti, nacque a Palermo (nel 1576?) e qui visse
nel palazzo di famiglia, i cui resti fatiscenti si
possono ancora vedere, fra cumuli d’immondizia e
spaventose povertà, in piazza Garraffello, alla Vucciria,
fino a quando non si trasferì a Roma, per motivi di
lavoro, dove morirà nel 1654
.
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Palermo, Vucciria: Palazzo Mazzarino
(aprile 2010) |
Anche su quella del Cardinale, suo figlio,
s’incontrano riscontri chiari nella memorialistica
storica e perfino nelle famigerate “mazarinades”
che i suoi avversari fecero circolare in Francia durante
le guerre della Fronda secondo le quali Mazzarino era “il
facchino siciliano”. Per il principe Condé, suo
potentissimo nemico, era “il furfante di Sicilia”.
Lo stesso Louis Saint-Simon, figlio di Claude il
“favorito” che Luigi XIII licenziò con la grave accusa “di
andare a donne”
, mise in dubbio la nobiltà dei
natali del Cardinale, ma non la sua origine siciliana:“i
Mazarino erano della Sicilia, del Val di Mazara…”
Giulio Mazzarino: il più grande primo ministro di
Francia
Ma se all’estero questo dato era noto, seppure con una
connotazione spregiativa, in Italia la gran parte degli
studiosi l’hanno quasi ignorato. Taluni hanno parlato di
cardinale “italiano” o “abruzzese” per via del fatto che
egli nacque a Pescina il
14 luglio 1602 (che giorno presago per la futura storia
di Francia!) dove donna Ortensia andò a partorire. Mai
siciliano, anche se già il cognome era indicativo.
Ora, sia chiaro, questa illustre sicilianità nulla
toglie e nulla aggiunge al prestigio dei reali di
Francia e, per altri versi, alla Sicilia. Semmai, i
siciliani ne potrebbero ricavare un qualche motivo di
compiacimento e, al contempo, d’amarezza poiché si
confermerebbe la tendenza secondo cui l’Isola, per le
vie dell’emigrazione, ha sempre donato al mondo i suoi
figli migliori, trattenendo per se i mediocri, i
peggiori. In fondo, anche nel caso dei Mazzarino (Pietro
e Giulio) di emigrazione si trattò, anche se di uno
standard sociale altolocato. Così come stupisce il
troppo indugiare sui quarti di nobiltà del Cardinale,
quando Richelieu, personalità potente e navigata, senza
troppo sottilizzare, strappò l’intraprendente Giulio
alla cancelleria del Papato e ne fece il suo degno
successore.
In diciotto anni di geniale governo, Mazzarino si
affermerà come il più grande primo ministro della
Francia e dell’Europa del ‘600.
Opinione, certo, impegnativa che riflette il pensiero
di taluni, eminenti storici francesi: P. Robiquet
parla del trattato dei Pirenei
(con
la Spagna) come del trionfo politico di Mazzarino
“un’opera perfetta e uno dei monumenti più belli che ci
ha lasciato la diplomazia francese…”, mentre Auguste
Bailly
da atto della sua saggezza e
lungimiranza politica che consentì alla Francia di
esercitare “una supremazia sull’Europa più mediante
il dispiegamento del suo pensiero che degli eserciti.”
Credo che bastino queste due considerazioni per
celebrare la gloria del ministro Mazzarino.
Fra il Cardinale e la Regina: una bellissima storia d’amore
Ma torniamo alla domanda iniziale alla quale nessuno
può rispondere con certezza. In Francia taluni hanno
negato tale paternità del Cardinale, anche per “amor
patrio”, altri l’hanno affacciato.
Anche la ristretta cerchia di coloro che conoscevano
le circostanze del probabile concepimento extraconiugale
di Luigi XIV non avrebbero potuto ammetterlo né
tantomeno dichiararlo in pubblico.
In mancanza di prove certe si può solo procedere per
deduzione, partendo dai diversi pareri e dalle memorie
che, in generale, propendono per una risposta
affermativa. Oltre la complicità politica, fra il
Cardinale e
la Regina ci fu una bellissima storia d’amore, ricca di
sentimenti e d’ardenti passioni, recentemente illustrata
anche da un avvincente film prodotto, nel 2008, per la
tv “France2”: “La reine et le Cardinal”, per l’appunto.
Ne fanno fede le undici lettere cifrate, decriptate e
pubblicate da Ravenel. In una delle quali (datata 11
maggio 1651), il Cardinale, rispondendo alla Regina che
lo aveva rassicurato sulla buona salute del piccolo re,
scrive “Tutto quel che mi dite del Confidente (Luigi
XIV ndr) mi entusiasma e credo fermamente che sarà la
nostra consolazione”.
Lo storico nota che “ne parla come si parla di un
figlio dal quale molto si aspettano i genitori”
.
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Luigi XIV e la sua nutrice (di Charles
Beaubrun) |
Il Cardinale amò il piccolo Luigi, formalmente “suo
figlioccio”, di un amore paterno e gli dedicò molte
delle sue quotidiane cure per istruirlo nella difficile
arte di governare gli uomini e gli eventi. A. Bailly
(op. cit.) nota che “esteriormente i loro rapporti
erano pressoché quelli di un padre e di suo figlio”.
Per il bene del re, Mazzarino si mostrerà implacabile
nel negargli la mano di sua nipote Maria Mancini. Per il
Cardinale, e la sua grande famiglia, avere la nipote sul
trono di Francia sarebbe stata l’apoteosi. Eppure,
impedì quel matrimonio per far sposare Luigi con
l’Infanta di Spagna e così suggellare l’accordo
strategico con la monarchia iberica. Non si commosse
nemmeno quando- come scrive Bussy-Rabutin
“Luigi XIV, si gettò ai suoi
piedi e lo pregò in lacrime chiamandolo “papà”.
Una storia complessa, intrecciata di segreti e di
dolci intimità che rileviamo solo per necessità
d’indagine giacché la vita privata dei suoi protagonisti
ha molto influenzato quella pubblica. Oltre i
sentimenti, infatti, entrano in ballo la politica e la
ragion di stato. La mancata nascita di un successore di
Luigi XIII poteva compromettere il futuro della dinastia
regnante e quindi gli assetti di potere in Europa.
E, dopo oltre due decadi d’infruttuoso matrimonio, il
Delfino non c’era ancora e si disperava che potesse
arrivare per la legittima via coniugale.
Dopo 23 anni d’infruttuoso matrimonio, nasce il Delfino
Ufficialmente, il concepimento del re Sole avvenne in
una notte buia e tempestosa del dicembre 1637, quando
la Regina lasciò improvvisamente la sua residenza e si
recò al Louvre decisa a incontrare, a letto, il
legittimo consorte. Al bambino, che vide la luce il
5 settembre 1638
(dopo 23 anni di separazione di fatto), furono imposti i
nomi di Luigi XIV e Diodato.
Quel riavvicinamento improvviso parve “strano”
all’entourage della Corte. Forse, Anna cercò
quell’incontro per legittimare un inconfessabile
rapporto. “Guitaut, il capitano delle guardie”,
annota il Roca “ne trasse la conclusione, un po’
azzardata, che Luigi XIV e il fratello Filippo d’Anjou
fossero, forse, figli di Mazzarino che era a Parigi e
conosceva da tempo Anna d’Austria.”
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Ritratto di Anna d’Austria |
La relazione fra il Cardinale e
la Regina ebbe inizio nel 1634 con l’arrivo trionfale di
Giulio Mazzarino a Parigi quale nunzio apostolico
straordinario
. In realtà, era stato Richelieu a
chiamarlo in Francia per farne il suo principale
collaboratore in politica estera. “A Parigi,
Mazzarino stupisce la corte per il suo fasto- scrive
Auguste Bailly- Egli era bello come sua madre.”
M/me de Motteville, che non l’amava affatto, ammette “ch’era
impossibile non lasciarsi incantare dalla sua dolcezza”;
addirittura, Bussy-Rabutin riconosce che “era
l’uomo più ben fatto del mondo”. Perciò, Anna
d’Austria “delusa da suo marito, non avendo
conosciuto l’amore, non poteva restare insensibile allo
charme di questo seducente italiano che frequentava
assiduamente la corte…”
L’omosessualità di Luigi XIII
Sulla “delusione” della Regina pesano diversi fattori
fra cui le tendenze omosessuali, più o meno, palesi di
Luigi XIII suo consorte. Su tale, scabroso aspetto della
vita intima del re esiste una vasta letteratura che va
dalle relazioni degli ambasciatori alle memorie di
diversi “favoriti”.
“La corrispondenza del Nunzio è deliziosa -
nota Robiquet- Ci fa sapere che Luynes (Charles,
maestro falconiere e primo amante del giovane re, ndr) “cerca
d’indurre il re ad amare
la Regina e fa di tutto per persuaderlo a dormire con lei.
Dormire!!!”
.
Nell’aprile del 1618 (tre anni dopo il matrimonio),
padre Arnaux tornò alla carica…ma agli inviti del suo
confessore il Re oppose una disperata resistenza. Il
Nunzio scrisse a Roma, sconsolato, che “il sovrano ha
troppo pudore e non sente desiderio per nessuna donna,
chiunque essa sia.”
.
Richelieu, che conosceva nei minimi dettagli i freddi
rapporti della regale coppia, dopo aver tentato (invano)
di conquistare il cuore di Anna d’Austria, fece di tutto
per favorire la relazione col giovane nunzio romano che-
ricorda Tallement- presentò alla Regina con le seguenti
parole: “Signora, l’amerete molto; assomiglia a
Buckingam”. Si riferiva, maliziosamente, al primo
ministro inglese col quale Anna aveva avuto, anni prima,
un’avventurosa relazione sulla quale si diffonde anche
A. Dumas nel suo “I tre moschettieri”.
Il matrimonio segreto
Ben presto il galante diplomatico italiano farà colpo
nel cuore della Regina che- racconta M. Lavisse- l’amerà
“con una passione che fu la follia della
quarantina”- e che, alla morte del marito, sposerà-
assicura la principessa d’Orleans- con una cerimonia
segreta, ma in regola con i sacramenti, poiché
Mazzarino, pur essendo cardinale, non aveva preso i voti
sacerdotali.
Infine, vi segnalo una chicca che un po’ compendia il
pensiero del nostro Cardinale. A quanti invocavano
vendetta contro i suoi nemici diffamatori, a mezzo
stampa (le mazarinades, ossia una sistematica e
rancorosa violazione della privacy sua e dei suoi cari)
egli rispondeva: “Bisogna lasciar dire, quando ci
lasciano fare”.La forza tranquilla del grande
statista. Quanta differenza rispetto a chi oggi, in
Italia, vorrebbe imporci una legge-bavaglio per limitare
la libertà d’espressione!
Per concludere. Ritengo che questi e altri argomenti
rafforzano l’ipotesi della paternità del Cardinale anche
se, come detto, non possono affermarla con certezza. A
questo punto, per accertare la verità biologica non
resterebbe che la prova del Dna.
Agostino Spataro
Note
Agostino Spataro,
28 giugno 2010,
www.itawiki.com/agostino_spataro.html?PHPSESSID,
trasmesso dall’autore nel mese di giugno 2010. |