Matilde Serao
nacque nel 1856 a Patrasso da padre napoletano e da madre greca
.
Alla caduta del Regno borbonico, la famiglia si trasferì a Napoli
,
dove Matilde nel 1874 conseguì il diploma di maestra presso
l’istituto Pimentel Fonseca
di Piazza del Gesù. Si impiegò quindi come ausiliaria ai Telegrafi
di Stato, mentre nel tempo libero iniziò a coltivare interesse per
la letteratura ed il giornalismo.
L’esordio come scrittrice avvenne nel Giornale di Napoli,
dapprima con articoli d’appendice, poi con novelle in cui si firmava
con lo pseudonimo di Tuffolina
.
La passione
ed il talento per il giornalismo le assicurarono una rapida
carriera. Iniziò come redattrice del Corriere del Mattino di
Napoli, a cui aveva inviato la novella Opale. Dopo aver
collaborato al Piccolo, nel 1882 si trasferì a Roma, come
redattrice del Capitan Fracassa e collaboratrice di altri
periodici: la Nuova Antologia, il Fanfulla della Domenica,
la Domenica letteraria. Nel 1885 sposò Eduardo Scarfoglio che
dirigeva il Corriere di Roma
.
Rientrati a Napoli, insieme fondarono il Corriere di Napoli e
poi il Mattino, che sarebbe divenuto tra i maggiori
quotidiani del sud. La popolarità della Serao aumentò grazie alla
sua vivace rubrica “Api, Mosconi e Vespe” (semplicemente “Mosconi”
sul Mattino): un nuovo genere, fatto di cronaca spicciola
popolare e mondana, che
rappresentava
la vita cittadina con spunti arguti, capaci di
suscitare l’interesse e la complicità del lettore.
Nel 1900 ci
fu l'inchiesta del senatore Giuseppe Saredo
su Napoli. Scarfoglio e moglie furono accusati di corruzione. I due
non si lasciarono intimidire, denunciando dalle colonne del giornale
la malafede di coloro che li avevano messi sotto accusa. Ma i
dispiaceri della Serao avevano principalmente origine dalla vita
coniugale, dovendo subire i continui tradimenti del marito, e nel
1903 si giunse alla separazione
.
Nel 1904, lasciò il Mattino e fondò il Giorno di Napoli
che diresse fino alla morte. Cominciò per lei una nuova vita con
l’avvocato Giuseppe Natale, che le sarà accanto fino alla fine.
Con Il
Giorno, la Serao mantenne un attento controllo della situazione
politica e sociale napoletana. Allo scoppio della prima Guerra
Mondiale, si schierò per la neutralità dell'Italia.
Dopo la
Grande Guerra, consumatasi nel 1921 la scissione di Livorno, Il
Giorno appoggiò i socialisti per favorirne l'ingresso al governo
centrale e nell’amministrazione comunale. Ed fu solo Il Giorno,
insieme a Il Mondo di Amendola, a individuare subito dopo la
pericolosità del governo fascista e l’imminente rischio che ne
deriva per la libertà. La Serao fu poi costretta ad allentare la
linea polemica, in quanto i piccolo-borghesi che sovvenzionavano il
quotidiano nutrivano simpatia per il regime
.
Ma la battaglia antifascista costò alla Serao il mancato gradimento
da parte di Mussolini alla sua candidatura al premio Nobel, che
infatti fu assegnato a Grazia Deledda.
Matilde Serao
morì a Napoli il 25 luglio 1927, mentre era al lavoro, per un
improvviso attacco. Si spense così un’appassionata voce che aveva
dimostrato quello spirito di libertà che dorebbe sempre animare un
giornalista.
L’opera letteraria
“Questo dono di vita, questa magìa di rappresentare
delle persone reali ... tutto il turbinìo di intiere folle rumorose
[...] di un'intiera città! ecco la caratteristica di questa
affascinante
artista.”
|
Già nel 1884
la Serao riuscì a farsi notare come scrittrice con Il Ventre di
Napoli, in cui descrisse le tristi condizioni di vita della
popolazione, vittima delle ricorrenti epidemie di colera.
La
secolare visione di una città solare e pittoresca veniva così
infranta dalla Serao che, sullo sfondo dei quartieri fatiscenti e
pullulanti della città, descriveva nei particolari le miserie, la
rassegnazione fatalistica, l’ignoranza e le superstizioni di una
popolazione avulsa dai percorsi della modernità e del progresso.
Con II Paese di cuccagna (1891) riprese con ancor più forza
il tema, imprimendovi tutta la sua amarezza,
delle
sofferenze del popolo napoletano. È l'opera più celebre della Serao
che, a dire dello Stefanile
:
“È uno dei romanzi più significativi della letteratura veristica
italiana. È un lavoro di grande potenza deduttiva”. Attingendo
dalla vita di ogni giorno, il racconto degli usi e costumi del
sottoproletariato e dei piccoli artigiani, che affidano tutte le
loro speranze alla mitica vincita al Lotto, ripreso anche nei
successivi scritti, offre una visione sorprendentemente realistica
della vita napoletana di fine Ottocento, che può essere facilmente
riconosciuta ancor oggi rileggendo l’opera (purtroppo!).
Nella novella
Le virtù di Checchina (1884) la Serao aveva già affrontato il
tema dell’arrivismo borghese che, con il miraggio dei soldi e del
lusso, segna di vuoto l’esistenza. Notevole è il ritratto che fa la
Serao della protagonista femminile, tanto che la novella sembra
precorrere il genere
femminista che verrà.
Ma nella
Serao convivevano anche altri interessi, in apparenza disparati:
scrisse romantici racconti d’amore che oggi apparirebbero un po’
stucchevoli, nonché romanzi “commerciali”. Il pubblico femminile,
inoltre, continuava a riconoscerla come complice e confidente per
cronache mondane, gli intriganti pettegolezzi, come esperta di
ricette di cucina e depositaria di auree norme di "buona creanza"
.
Queste
apparenti contraddizioni si spiegano alla luce della sua propensione
per il giornalismo, che in lei veniva prima di ogni altra forma di
comunicazione. Una giornalista deve saper osservare, comunicare,
coinvolgere i lettori. In questo la Serao non si risparmiò, e la
forza narrativa delle sue opere si fonda sul suo eccezionale spirito
di osservazione di quel grande teatro a cielo aperto rappresentato
dalla città di Napoli. La sua sensibilità le permetteva di avere una
visione più ampia dello spettacolo che si svolgeva sotto i
suoi occhi, una grande finestra aperta sul proscenio. Così
raccontò l’essenza di Napoli, con i suoi aristocratici, surreali e
inadeguati, i borghesi vacui e invadenti, i popolani, veri anche se
mai riscattati. La Serao ci ha fatto soprattutto vivere della plebe
napoletana, gioie e disperazioni, miserie e speranze, sensualità e
debolezze, furbizie e innocenza.
Lo stile
narrativo, che le costò più di una critica dai contemporanei, è
invece un coerente risultato: lo spettacolo che vede e cui partecipa
è tanto vario da richiedere vivacità, tempi rotti, calore
e passione. La priorità della Serao non è quindi quella
stilistica, bensì quella di comunicare al lettore le cose che la sua
maggiore sensibilità le permetteva di vedere, farlo partecipare,
coinvolgerlo, ottenere la sua comprensione della trama dello
spettacolo offerto da Napoli, più spesso tragedia che commedia.
Non so quanti
odierni napoletani abbiano letto il Paese di Cuccagna. Pochi,
suppongo, ed è un peccato. L’opera avrebbe potuto essere uno
strumento per spronare alla conciliazione tra le caste sociali
della città, plebe borghesia e classe intellettuale, che convivono
senza veramente conoscersi (e riconoscersi) da 500 anni. Matilde
Serao può renderci capaci di vedere Napoli, attraverso
e con la sua sensibilità e genialità. Ma se non leggiamo…
Alfonso
Grasso
Ottobre
2008
Note
Le principali opere di Matilde Serao
-
Opale,
Tipografia De Angelis (con lo pseudonimo di Tuffolina), Napoli
1878.
-
Dal
vero,
Casa Editrice Sociale Perussia e Quadrio, Milano 1879.
-
Raccolta Minima,
Casa Editrice Sociale Perussia e Quadrio, Milano 1881.
-
Leggende napoletane,
Ottino, Milano 1881.
-
Cuore
infermo,
Casanova, Torino 1881.
-
Pagina
azzurra,
Quadrio, Milano 1883.
-
Fantasia,
Francese Casanova Editore, Torino 1883.
-
La
virtù di Checchina,
Giannotta, Catania 1884.
-
Il
ventre di Napoli,
Treves, Milano 1884.
-
La
conquista di Roma,
Barbera, Firenze 1885.
-
Il
romanzo della fanciulla,
Treves, Milano 1886.
-
Vita e
avventure di Riccardo Joanna,
Giuseppe Galli Editore, Milano 1887.
-
L'Italia a Bologna,
Treves, Milano 1888.
-
Fior
di passione,
Giuseppe Galli Editore, Milano 1888.
-
All'erta sentinella! Racconti napoletani,
Treves, Milano 1889.
-
Addio
amore!
Tipografia di Francesco Giannini e Figli, Napoli 1890.
-
Il
paese di cuccagna. Romanzo napoletano,
Treves, Milano 1891.
-
Piccolo romanzo,
Pierro, Napoli 1891.
-
La
donna dall'abito nero,
Pierro, Napoli 1892.
-
Castigo,
Francesco Casanova Editore, Torino 1893.
-
Gli
amanti,
Treves, Milano 1894.
-
Le
amanti,
Treves, Milano 1894.
-
Beatrice,
Pierro, Napoli 1895.
-
L'indifferente,
Pierro, Napoli 1896.
-
Donna
Paola,
Vogherà, Roma 1897.
-
L'infedele,
Editrice Brigola, Milano 1897.
-
Storia
di una monaca,
Giannetta, Catania 1898.
-
Nel
Paese di Gesù. Ricordi di un viaggio in Palestina,
Tipografia Aurelio Tocco, Napoli 1899.
-
La
ballerina,
Giannetta, Catania 1899.
-
Come
un fiore,
Tipografia Salvatore Landi, Firenze 1900.
-
Fascino Muliebre,
Istituto Italiano di Arti Grafiche, Bergamo 1901.
-
Suor
Giovanna della Croce,
Treves, Milano 1901.
-
Lettere d'amore,
Giannetta, Catania 1901.
-
La
Madonna e i Santi,
Tipografia Angelo Traili, Napoli 1902.
-
Novelle sentimentali,
Belforte, Livorno, 1902.
-
L'anima dei fiori,
Libreria Editrice Nazionale, Milano 1903.
-
Storia
di due anime,
Roma 1904.
-
Santa
Teresa,
Giannetta, Catania 1904.
-
L'Italia e Stendhal,
Giannetta, Catania 1904.
-
Saper
vivere. Norme di buona creanza,
Perrella, Napoli 1905.
-
Tre
donne,
Vogherà, Roma 1905.
-
Sognando,
Giannotta, Catania 1906.
-
La
leggenda di Napoli,
Perrella, Napoli 1906.
-
Sterminator Vesevo. Diario dell'eruzione. Aprile 1906,
Perrella, Napoli 1906.
-
Dopo
il perdono,
Roma 1906.
-
Dopo
il perdono.
Dramma in quattro atti, Perrella, Napoli 1908.
-
Lettere di una viaggiatrice,
Perrella, Napoli 1908.
-
I
capelli di Sansone,
Perrella, Napoli 1909.
-
San
Gennaro nella leggenda e nella vita,
Carabba, Lanciano 1909.
-
La Dernièrefée. Conte pour les enfants,
Devambetz, Parigi, 1909.
-
Il
Pellegrino Appassionato,
Perrella, Napoli 1911.
-
Evviva
la guerra! Primavera Italica,
Perrella, Napoli 1912.
-
La
mano tagliata,
Salani, Firenze 1912.
-
Ella
non rispose,
Treves, Milano 1914.
-
Idillio di Pulcinella,
Casa Editrice Italiana di A. Quattrini, Firenze 1914.
-
La
leggenda di Napoli
e Piccole Anime, Tipografia Bideri, Napoli 1916.
-
Parla
una donna. Diario femminile di guerra. Maggio 1915-marzo 1916,
Treves, Milano 1916.
-
Temi
il leone,
Salani, Firenze 1916.
-
La
vita è così lunga, Treves, Milano 1918.
-
La
moglie di un grand'uomo,
Quintieri, Milano 1919.
-
Ricordando Neera. Conferenza tenuta il 10 maggio 1920 a Milano,
Treves, Milano 1920.
-
Preghiere,
Treves, Milano 1921.
-
Mors
tua... romanzo in tre giornate,
Treves, Milano 1926.
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