Sud Illustre


 

Giovanni Aromatisi

“Non chiedo nulla per ottenere tutto”

Grande predicatore, maestro e padre spirituale di tanti giovani tra i quali San Giuseppe Moscati

di Mariano Pastore

Padre Giovanni Aromatisi, mapa39

 

Il 16 novembre 1881 Lucia Vitello, moglie di Luigi Aromatisi, diede alla luce un bimbo nella loro casa ad Eboli in Largo Pennino, che venne registrato all’anagrafe con i nomi di Giovanni Battista Domenico Michele. Visse con i genitori e la sorella fino all’età di sedici anni e poi si donò a Dio offrendogli il resto della sua giovinezza. In compagnia della mamma si presentò al noviziato gesuitico di Villa Melicrinis a Napoli il 5 gennaio del 1897 e giunti nella città Partenopea, la madre con parole piene di fede gli disse: “Guarda che la vocazione religiosa l’abbiamo avuta in due: tu per consacrarti a Dio ed io per offrirti a Lui!”.

Padre Aromatisi raccontava spesso ai suoi giovani che queste parole lo misero talmente in crisi che, appena la mamma tornò ad Eboli, egli perdette per quarantotto ore l’uso della lingua e non gli riuscì nei due giorni seguenti a pronunciare alcuna parola. Alla fine degli studi letterari, appena terminato il noviziato, venne mandato in Croazia a Portorè e lì approfondì i suoi studi filosofici: era l’inizio del ventesimo secolo.

Nel 1904 tornò in Italia al termine di un corso di studio triennale; nel 1907 ripartì per la Polonia, dove studiò teologia. Familiarizzò con Padre Semeria ed altri confratelli accusati di modernismo, li dissuase a compiere una visita a Tolstoi, che per la fama raggiunta e per l’ascendente esercitato dalla dottrina professata aveva preso la residenza a Jàsnajna Poljana, divenuta quasi una méta di allarmanti pellegrinaggi. Conobbe ed entrò in intimità con il Metropolita di Leopoli e con il Primo Esarca dei Russi Cattolici di rito orientale; scrisse articoli sulla “Rivista generale” che divulgava notizie umanistiche; fondò nell’Università di Cracovia una cattedra dantesca che raggiunse in poco tempo i cinquecento allievi.

Nel 1910 fu ordinato sacerdote; ritornò in Italia e concluse il terzo anno di probazione (periodo di prova a cui è sottoposto l’aspirante alla vita religiosa di alcuni ordini e congregazioni religiosi) a Firenze. Dal 1911 al 1917 si dedicò ai giovani come padre spirituale ed insegnò religione a Vico Equense; i due anni successivi vennero dedicati all’insegnamento nel noviziato napoletano dei Padri Gesuiti a Napoli. Venti anni di vita dedicati intensamente all’istruzione letteraria ed all’attività di preparazione che lo portarono alla realizzazione della sua grande “opera del Gesù Nuovo”.[1]

Nell’anno 1917 muore un altro apostolo di Cristo: padre De Bonis che dirigeva con straordinaria perizia e devozione la Congregazione Mariana del Gesù Nuovo, il vuoto che lasciò fu riempito, nella Pasqua dell’anno successivo, da padre Aromatisi. Il giovane ministro di Dio sentì di avere avuto in consegna ed in affidamento la materia necessaria per far compiere il salto di qualità trasformando la Congregazione Mariana del Gesù Nuovo di Napoli. I giovani congregati, abituati all’innata capacità di comando del padre De Bonis, accolsero con poca fiducia il successore, ma in poco tempo e con la massima rapidità padre Aromatisi conquistò i loro cuori, operando in armonia e senza frapporre ostacoli alle iniziative prese in assoluta autonomia dai giovani congregati; questi entrarono rapidamente in amicizia e sintonia con lui, al punto che l’amministratore della Congregazione, l’avv. Gennaro Rispoli, chiese l’autorizzazione al Consiglio di proporre la seguente sciarada:

Mentre il primiero inebria

ed il secondo logora

tutto l’intero estasia.

Or riesci, o lettor, fra tanti visi

a rintracciare il Padre?

L’associazione, affidata alle solerti premure dei Padri Gesuiti, era unica nel suo genere perché raccoglieva a un tempo bambini, giovani, anziani e vecchi in una grande famiglia, dove tutti si sentivano uniti sotto lo sguardo e la tutela dell’amore della Madonna.

Fondò il Circolo di Azione Cattolica “Non Flector” di carattere interparrocchiale, che ebbe quale prima sede un piccolo appartamento ubicato in via Nilo 24 al quinto piano e poi un costoso appartamento di Palazzo Maddaloni. Divulgatore di queste notizie fu sempre l’avvocato Rispoli, che le sottopose alla lettura della collettività sul mensile “La Croce” del 27 agosto 1961: “… il sodalizio non viveva un buon momento mancavano anche i soldi per la pigione, e per non essere cacciati come morosi scrivemmo al Santo Padre il quale saldò il nostro debito, cosi con la coda tra le gambe tornammo ai vecchi disertati locali retrostanti l’ospitale sacrestia del Gesù Nuovo”.

Padre Giovanni Aromatisi tra i giovanissimi congregati, mapa39

Nel 1931, in seguito allo scioglimento della Gioventù Cattolica Italiana avvenuta per la campagna di stampa orchestrata dal regime fascista che cercava di dare corpo al fantasma di una Società della Gioventù Cattolica eversiva ai poteri dello Stato, il regime tentò anche lo scioglimento dei Circoli Giovanili. Venne eseguita una operazione di polizia con perquisizione e chiusura repentina e simultanea su tutto il territorio nazionale, nella speranza di poter mettere le mani su qualche cosa di compromettente a giustificazione del provvedimento. A Napoli la polizia del regime prese di mira in modo particolare il “Non Flector” non più Circolo di Azione cattolica, ma Associazione giovanile della Congregazione Mariana, costituita dai “grandi” della Congregazione stessa. Padre Aromatisi, che era un audace di spirito, non si perdette d’animo ed organizzò un magnifico e imponente pellegrinaggio a Roma dal Pontefice Pio XI, al quale espose tutte le sue opinioni sulle ispezioni poliziesche subite dal suo circolo. Papa Ratti ascoltò con amore paterno le sue parole ed in fine disse: “Noi siamo voi e voi siete Noi”, “Vi sono momenti nella vita in cui o si è traditori o si è eroi”.

Per un ventennio padre Aromatisi fu di un attivismo senza pari, oratore di risonanza nazionale, infatti, ogni anno era conteso tra varie città d’Italia come eccelso predicatore della Quaresima; con modestia e generosità egli calcò i pulpiti delle più belle cattedrali di Roma, Milano, Torino, Genova, Venezia, Trieste, Bologna, Firenze, Bari, Palermo, Cagliari e di molte altre città. Affascinava con grandezza di pensiero, ardore di sentimento e musicalità di lingua che incantavano, da qualsiasi pubblico gli vennero plausi e consensi. Padre Aromatisi nelle sue prediche dette non pochi fastidi ai governanti del tempo, le sue parole vennero giudicate dai gerarchi avverse alla propaganda governativa e per questo si tentò di farlo zittire e metterlo da parte definitivamente senza, però, riuscirci.

Fu un grande testimone del suo tempo, trascinatore di folle, senza chiedere nulla otteneva tutto. A sessant’anni dalla scomparsa la sua Congregazione è ancora viva, testimonia e diffonde la fede sul territorio. Fu sacerdote per vocazione, educatore per elezione, realizzò i fini della sua vita insegnando la verità, nel ricordo di tutti è rimasto un formatore di coscienze e quando l’11 giugno del 1947, alle prime ore del mattino, in Napoli, il cuore di questo apostolo di Dio cessò di battere, la ferale notizia, quasi portata dal vento, circolò di bocca in bocca, diffondendosi prima dell’uscita dei giornali, prima dell’affissione dei manifesti,che nel pomeriggio cosparsero i muri della città, prima dell’annuncio radiofonico delle ore tredici.

La salma fu esposta in una sala della chiesa di San Sebastiano e tutta Napoli corse a vedere per l’ultima volta il Ministro di Dio, passato per sempre dalla vita alla visione eterna di nostro Signore Gesù Cristo. Il prof. Pasquale Scrocca, dell’Università di Napoli, e tutti i congregati mariani dopo quattordici anni dalla dipartita, sentirono il bisogno di indire un’adunanza in onore di padre Aromatisi ed al termine espresse parole riportate sulla rivista “Societas” nel marzo del 1961: “Gli uomini passano, ma la verità di Dio resta: beato colui che questa verità insegna non con le parole, ma con tutto se stesso, essendo interiormente quale all’esterno si dimostra. Padre Aromatisi, Sacerdote per vocazione, educatore per elezione e per amore, realizzò i fini della sua vita insegnando la Verità con l’eloquenza dell’esempio che convince e trascina. Questo è l’inconfondibile profilo col quale Egli è rimasto ed è entrato nel ricordo di tutti noi suoi allievi-discepoli: plasmatore di coscienze, discreto, perseverante, soave, mite e deciso. Al suo vigore religioso accoppiava la dolcezza affettuosa e sorridente che è possibile conoscere soltanto sulle ginocchia materne. A noi sembra che questa invincibile, intima emozione sia il maggiore e più certo segno di quanto Egli abbia bene operato e costituisca prova che il Suo nome resta in benedizione fra noi suoi carissimi giovani cui, direttamente o indirettamente, è giunta la Sua lezione di vita”. Sulla stessa rivista nel luglio 1947, ricorrendo il trigesimo della scomparsa, il prof. Gennaro Calamaro l’aveva ricordato con queste parole: “E’ una perdita irreparabile! Questa volta, le parole hanno un significato appropriato: e tutti abbiamo sentito che P. Aromatisi doveva avere qualche cosa che non risorgerà presso altri; e che, perciò, veramente si è fatto un vuoto incolmabile. Il mondo crederà di cambiare, e le eterne esigenze saranno formulate in modo nuovo, ma la parola di Dio resterà sempre quella che attraverso i secoli ha illuminato coscienze, ha sopito dolori, ha consolato, ha disperso; quella stessa parola che P. Aromatisi ci ripeteva nelle strade, dalla cattedra, dal pulpito, dal confessionale, dall’altare, dove l’incontravamo, dove veniva ad incontrarci: quando eravamo sfiduciati, quando eravamo in dubbio, quando eravamo sopraffatti, quando avevamo vinto. Sempre: e sempre con quel sorriso che gli aleggiava all’angolo della bocca, suadente e arguto e bonario, con la sua parola ora severa, dura, tagliente, incisiva e scherzosa. Quanti lo dimenticheranno? Chi potrà dimenticarlo, se l’avrà visto anche una volta sola, in quella piazza del Gesù, campo delle sue gesta, quando una folla di studenti gli si stringeva attorno, come per una consuetudine di cui non si sapesse fare a meno, come per una necessità, attratti dalla certezza di ascoltare la parola di cui necessitava? Chi potrà dimenticarlo se un giorno lo vide nei corridoi del Liceo Genovesi, quando al suo apparire i candidati in attesa delle interrogazioni lasciavano le aule e si precipitavano verso la porta da dove era apparso un viso gioviale, illuminato da un sorriso magnetico? E a tutti restava nel cuore la frase di commiato: ‘Domenica in Congregazione’. Amò tutti, a prezzo di qualunque sacrificio, un ingegno sovrano unito a un cuore di bambino; e del bambino aveva il candore, la bontà e la ingenuità. Un largo, pronto, umanissimo cuore che vibrò per tutti nella stessa misura, senza distinzione di parentela e di intimità. Ed è per questo umanissimo cuore che più non batte che i nostri cuori sono oggi addolorati e sentono di poter dire, sicuri, che con la morte di Padre Aromatisi si è fatto un vuoto incolmabile”.[1]

Trascrivo, di seguito, il testo della lapide fatta murare nell’atrio del Liceo Genovesi a Napoli, e quella che i Congregati Mariani posero sul muro della casa natia a Piazza Pennino n. 113 in Eboli, l’11 giugno del 1982 in occasione del 35° anniversario della sua morte.

PADRE GIOVANNI AROMATISI S. J.

(Eboli 1881-1947 Napoli)

In questo Liceo di Stato resse la cattedra un centro di

preparazione alla vita completa e moderna delle mi-

gliori professioni e carriere del Mezzogiorno: e non

soltanto di esso. Lui scomparso, si sente bisogno del-

la sua sorridente dedizione al bene dei giovani, al pre-

stigio delle classi colte, alla laboriosa ma sicura ripre-

sa della nostra Napoli e del caro Sud. Un uomo, e ama-

to, un animatore efficace, un signore della cultura e del-

la simpatia, un mecenate molteplice e disinteressato. Di-

rigenti e professori del Liceo che fu suo per ventidue an-

ni, e gli ex allievi e le loro famiglie, attuano il suggeri-

mento, giunto da molte parti, di questa memoria marmo-

rea; per trarre dal ricordo dell’indimenticabile Padre cos-

tante pienezza di vita e di opere, per sé e per molti che

li seguiranno.[2]

A. M. D. G.

A PADRE GIOVANNI AROMATISI

DELLA COMPAGNIA DÌ GESù

APOSTOLO - EDUCATORE

MAESTRO

EBOLI 1881 – NAPOLI 1947

I SUOI CONGREGATI MARIANI

E I SUOI ALUNNI DÌ NAPOLI

INTERPRETI DELLA

GENERALE GRATITUDINE

NEL CENTENARIO

DELLA NASCITA

A PERPETUO AFFETTUOSO

RICORDO

A. D. 1981

Mariano Pastore


Note

[1] Padre Ettore Albino S.I. della compagnia di Gesù ed. Societas Napoli 1962

[2] Padre Giovanni Aromatisi S.I. della Compagnia di Gesù Ed. Societas Napoli 7 Febbraio 1962

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