La sua ideazione verso la fine del XVI secolo, fu
voluta dal viceré
Enrique de Guzmán,
conte di Olivares,
il quale governò a Napoli dal
1595 al
1599, con i
lavori terminati tra il
1600 e il
1601, durante
il viceregno del conte di Lemos, su direzione
dell'architetto svizzero
Domenico Fontana.
La fontana venne edificata dai grandi maestri
Michelangelo Naccherino
che realizzò il Nettuno, Angelo Landi e
Pietro Bernini
che scolpì i mostri marini. Inizialmente collocata
presso l'Arsenale
del porto, rimasta a secco di acqua a causa del
luogo scarso di sorgenti, nel
1628 per
iniziativa del viceré duca d'Alba don Alvares de
Toledo fu trasportata al largo di Palazzo, odierna
piazza Plebiscito presso il
Palazzo Reale.
smontata e trasportata da Vitale Finelli e Matteo de
Curtis. La fontana si vede disegnata dal topografo
Alessandro Baratta nella nuova collocazione
all'interno della prima edizione della sua veduta
della città, pubblicata nel
1629. Ma
essendo la piazza utilizzata per feste cittadine e
sfilate risultò d'intralcio per tale uso, e nel
1634 durante il
viceregno del conte di Monterey fu spostata a
Santa Lucia,
presso il baluardo d'Alcalà, dove fu arricchita
dalle sculture di Cosimo Fanzago
e dei suoi figli. Cesare Carmignano,
ideatore dell’acquedotto cittadino aperto nel
1629, progettò
la tubazione che avrebbe alimentato la fontana nel
suo nuovo posizionamento. Nei primi mesi del 1639
venne di nuovo trasferita dal viceré
Ramiro Felipe Núñez de
Guzmán, duca di
Medina di las Torres,
presso il “largo delle Corregge”, in
corrispondenza della chiesa di San Gioacchino
(conosciuta anche come la
chiesa di San Diego all'Ospedaletto)
e incaricò il Fanzago, con la collaborazione di
Donato Vannelli e Andrea Iodice, di abbellirla
ulteriormente aggiungendovi delfini e cavalli marini
ed otto leoni con gli stemmi delle casate spagnole
più importanti dell'epoca, tra cui quello dello
stesso duca di Medina e della moglie Anna Carafa,
famosa per il palazzo Donnanna di sua proprietà, i
lavori ebbero termine nel 1642. Da allora la strada
abbellita dalla fontana e dal nuovo impianto urbano
prese il nome di via Medina.
Dovette subire gli oltraggi del popolo durante la
rivolta di Masaniello (1647/48),
e l'anno successivo oggetto di restauro da parte
dello Iodice e di Francesco Castellano. Il viceré
Pedro Antonio d'Aragona ne asportò alcune statue nel
1672, fu di
nuovo parzialmente restaurata nel
1675 e dopo
questa data ebbe probabilmente un ulteriore
spostamento, presso l'inizio della via del Molo
Grande.
Venne poi segnalata sia da Carlo Celano
nel
1692 e da
Domenico Antonio Parrino, nel suoi tomo “Nuova
guida de’ Forestieri” edito nel 1725 poi, presso
il palazzo Caravita di Sirignano, all'inizio di via
Medina (dove iniziava pure la via del Molo, che
scendeva appunto verso il Molo Grande). Anche sulla
mappa del duca di Noja,
del 1775, prima carta topografica
moderna della città voluta da re Carlo III di
Borbone, la indica collocata in questo punto di via
Medina.
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Mappa del duca di Noja, 1775.
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Dove vi rimase per circa due secoli, nel
1886, in relazione dei grandi lavori del "Risanamento"
e che prevedevano il rifacimento di via Medina, fu
rimossa da quel luogo e depositata nelle grotte di
Pizzofalcone (in via della Pace, attuale via
Domenico Morelli, oggi sede della Associazione
Culturale Galleria Borbonica). Nell'aprile
1896 il regio
commissario Ottavio Serena deliberò che la fontana
fosse posta in una nuova piazza ottenuta dai lavori
del Risanamento: piazza Agostino Depretis (attuale
piazza Nicola Amore),
ma per problemi, di cui non si conosce la ragione,
non venne più posta in tale piazza. Nel novembre
dello stesso anno, su proposta della Commissione
Municipale per i monumenti doveva essere ubicata
presso la nuova piazza Municipio, allargata dalla
demolizione da alcuni edifici che vi sorgevano di
presso, ma non ebbe attuazione.
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Dalla planimetria del 1880 ca.
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Nel
1898 (anno
dell'ultima delibera Comunale) finalmente collocata
in piazza della Borsa (attuale
piazza Bovio),
dove rimase fino al
2000, quando,
rimossa per l'apertura del cantiere della
metropolitana riapparve nel
2001 in via
Medina dopo accurato intervento di restauro.
Nel
2014 la fontana
è stata restaurata e smontata per essere poi
ricostruita in piazza Municipio dinanzi palazzo San
Giacomo, come previsto dal progetto della nuova
piazza dagli architetti
Alvaro Siza e
Eduardo Souto de Moura
che hanno anche progettato la sottostante stazione
Municipio della linea 1 della metropolitana.
L'inaugurazione della fontana e la conseguente
apertura al pubblico della parte di piazza dove è
collocata sono avvenute il 23 maggio
2015, in
concomitanza dell’inaugurazione della stazione
“Municipio” del metrò alla presenza delle autorità