Palermo, venerdì 14 luglio 1933: lo scrittore surrealista francese
Raymond Roussel viene ritrovato morto nella stanza 224 del Grand Hôtel
et des Palmes. Il cadavere è disteso su un materasso poggiato a terra,
vicino alla finestra che si affaccia su via Ingham.
Il narratore si trova in città da più di un mese, insieme all’enigmatica
amica Charlotte Dufrène (alias Charlotte Fredez) e con un non meglio
identificato autista ingaggiato a Parigi. Mentre la città è in fermento
per i festeggiamenti in onore di Santa Rosalia e allo stesso tempo si
ammira con l’orgoglio dell’epoca la trasvolata oceanica di Italo Balbo,
nel lussuoso Grand Hôtel et des Palmes regna lo scompiglio per quel
misterioso evento che rischia di compromettere la stessa reputazione
dell’albergo.
E non solo. Quella morte turba, e non poco, i già difficili rapporti
diplomatici tra l’Italia fascista e la Francia democratica. Dopo
l’identificazione del corpo, viene redatto il verbale del ritrovamento
con l’elenco degli oggetti presenti nella camera, fra cui un congruo
numero di flaconi contenenti psicofarmaci e antidolorifici. Il decesso
di Roussel viene sbrigativamente archiviato nel giro di poche ore come
“morte naturale, probabilmente legata all’uso dissennato di sonniferi”.
Non si parlerà mai negli atti ufficiali di suicidio, né tanto meno verrà
mai pronunciata l’ipotesi di omicidio.
Nel 1964 il giornalista Mauro De Mauro tenta di riportare alla ribalta
il “caso Roussel” con un articolo frutto di testimonianze pubblicato sul
quotidiano “L’Ora” di Palermo, allo scopo di indagare ulteriormente su
quella morte che presenta parecchi lati oscuri. Ci prova anche Leonardo
Sciascia sette anni più tardi con Atti relativi alla morte di Raymond
Roussel, dopo aver esaminato il dossier 6425 – oggi misteriosamente
scomparso – ma neanche lo scrittore siciliano arriva in fondo alla
questione.
Con Morte d’autore a Palermo, grazie a ricerche capillari svolte
in Italia e in Francia, si vuole ancora una volta entrare nel cuore di
questa vicenda, portare alla luce le inadempienze, le omissioni e la
superficialità con cui è stato archiviato il caso, per arrivare
finalmente a dare una verità il più possibile vicina all’enigma della
fine di Raymond Roussel, personaggio eccentrico, uomo ambiguo che ha
lasciato dietro di sé una scia di affascinanti misteri. La sua fine si
scoprirà nella narrazione, non è stato un suicidio come per oltre 80
anni qualcuno ci ha fatto credere. Non manca il colpo di scena. |