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Le isole Eolie

Tramonto sullo Stromboli visto da Vibo Valentia. Immagini inviate da Antonio De Siena, che ringraziamo)

 

Le isole Eolie

Le sette sorelle, Lipari, Vulcano, Salina, Alicudi, Filicudi, Stromboli e Panarea sono delle incantevoli isole  di origine vulcanica, separate tra loro da bracci di mare anche molto profondi, ma unite in un mosaico di stupefacente bellezza mediterranea. Ancora in gran parte incontaminate, le isole Eolie costituiscono una meta unica in Sicilia, sia da un punto di vista naturalistico e paesaggistico, ma anche storico e culturale. Poste a nord della Sicilia, in provincia di Messina, abitate da circa 15.000 persone, offrono al visitatore scorci di paesaggi indimenticabili, mare cristallino dai meravigliosi fondali, lo spettacolo della potenza della natura nelle eruzioni vulcaniche, la calda accoglienza della sua gente, a un tempo contadina e marinara.

Le isole Eolie erano già abitate, allorché nel 575 a.C. giunsero i primi colonizzatori greci provenienti da Rodi e Chido. Siracusa vi installò quindi una base navale, che venne mantenuta anche dai Romani dopo la conquista del 252 a.C. Nel Medio Evo furono prese dagli Arabi, poi i Normanni le riconquistarono nell'XII secolo e da allora seguirono le sorti del Regno di Sicilia.

Ogni isola custodisce i suoi misteri e le sue particolarità. Potrete trovare luoghi tranquilli per ascoltare, in un senso di totale isolamento, la natura e il mare, con gli suoi uccelli che nidificano sulle scogliere, le sue mareggiate. Ma potrete anche scegliere le località mondane, la sfrenatezza dei giovani, i lampi di eruzioni vulcaniche, l’esplorazione dei fondali, una bella gita in barca, oppure semplicemente distendervi al sole di Sicilia.

Vulcano

È situata poco a sud di Lipari, da cui la separa un canale. L'isola, che ha dato il nome a tutti i vulcani del mondo, secondo la leggenda omerica fu la dimora di Eolo, dio dei venti e re dell'arcipelago. I suoi tre vulcani modellano la caratteristica forma dell’isola: il primo è tra monte Saraceno e monte Aria, spentosi in epoca preistorica; il secondo, la cui ultima eruzione risale al 1890, è chiamato Gran Cratere o Fossa Grande e mostra numerose fumarole; il terzo è detto Vulcanello, ed è un promontorio venutosi a creare a seguito di un'eruzione sottomarina di 2200 anni fa.

Il promontorio è unito all'isola tramite un istmo piatto che determina le due baie di Porto Ponente e Porto Levante. Quest’ultimo è il principale approdo dell'isola, da cui si diparte la strada per Faro Nuovo.

La zona, ricca di fumarole, è impreziosita dalle grotte dell'Allume e dalle sorgenti termali. La salita al Gran Cratere è una affascinante passeggiata, prima tra la vegetazione, poi sulle rocce fino ai margini del cratere.

Lipari

È l'isola maggiore dell'arcipelago, lunga circa 10 km e larga 5. Incastonata in coste alte e rocciose, con faraglioni e grotte, Lipari culmina nei 600 metri del Monte Chirica. L'entroterra è coltivato a vigneti che producono la pregiatissima malvasia. Dell’antico vulcanesimo rimangono ancora le numerose sorgenti di acqua calda e le fumarole.

Il paese di Lipari, dove si approda a Sottomonastero con i traghetti e a Marina Corta con l’aliscafo, ha importanti vestigia archeologiche, comprendenti le capanne ovali dell’età del bronzo e del ferro. Il centro storico è contenuto nell'area dell'antico castello edificato dagli Spagnoli nel Cinquecento, inglobando antiche torri e mura, dopo il saccheggio subito dai pirati turchi nel 1544. Della antecedente cinta muraria greca resta una splendida torre del IV secolo a.C. Da non perdere è la visita Cattedrale di San Bartolo, nata in epoca normanna nel XII secolo e ricostruita nel Cinquecento e poi arricchita in epoca barocca. Della struttura originale si può ammirare il chiostro normanno. Negli edifici che sorgono ai lati della cattedrale è allestito il Museo Archeologico Eoliano, le cui sezioni comprendono reperti provenienti da tutte le isole dell'arcipelago, coprendo le fasi preistorica e protostorica oltre alle epoche greca e romana, di grande valore per la storia del Mediterraneo. Una sezione del museo, infine, illustra la vulcanologia e la geologia l'arcipelago.

Dal parco archeologico antistante la chiesa della Madonna delle Grazie si gode un suggestivo panorama, dominato da uno sperone roccioso su cui è posta la candida chiesa delle Anime del Purgatorio.

Tra i siti da non perdere, le terme di San Calogero, la spiaggia dell'Acquacalda, un tempo scalo di navi che caricavano la pomice ricavata dalle cave dell'isola, il piccolo paese di Canneto, situato in un’ansa della costa orientale, alle pendici della Forgia Vecchia, suggestiva colata d'ossidiana di colore rossastro.

Salina

È l'isola più grande dopo Lipari, ed anche la più verde. Fu l’antica Didyme, cioè gemella, così chiamata per i due antichi vulcani posti a sud-est, monte dei Porri e la Fossa delle Felci, che raggiunge i 960 metri di altezza.

L’area, dominata dalla macchia mediterranea è oggi parco naturale protetto, visitabile partendo dal santuario della Madonna del Terzito. I colli sono ricoperti dei vigneti che danno una dolcissima malvasia. Sull’isola sono situati pittoreschi paesini: Santa Maria Salina, distesa su un magnifico arenile al centro della costa orientale; Leni, circondata da vigneti, e Malfa, dotata di un suggestivo porticciolo; Lingua, paesino ricco di vigneti, fichi d'india e ulivi; Rinella, paradiso dei pescatori subacquei.

Panarea

La più piccola delle Eolie è circondata da faraglioni e scogli con cui forma un piccolo arcipelago. È formata da un massiccio vulcanico che digrada ad est con terrazzi coltivati, e ad ovest con alte scogliere rocciose a picco sul mare. Ricca di sorgenti termali, l'isola è un vero e proprio paradiso per la pesca e le esplorazioni subacquee. Ci si arriva nel porticciolo di San Pietro, mentre altri centri abitati sono Drauto e Ditella. Nella parte sud di Panarea, nella Cala Junco del promontorio di Capo Milazzese, vi sono i resti di un villaggio preistorico, costituito da capanne a pianta ovale, tranne una rettangolare.

A circa 2 miglia da Panarea vi è Basiluzzo, uno splendido isolotto di roccia eruttiva, molto noto per la produzione dei capperi.

Stromboli

L’isola ha una forma quasi quadrilatera e il vulcano, in perenne attività, il cratere dell'isola è stato descritto e temuto dai naviganti nell'arco di venti secoli. Le coste sono alte e scoscese, i fondali cristallini e bellissimi, ci sono alcune piccole ma amene spiaggie. Il clima è mite e la vegetazione è fitta fino a 500 metri di altezza.

Si coltivano i capperi, gli ulivi e la vite. Gli approdi sono a Scari ed a Ginostra, e gli altri centri abitati sono San Vincenzo, Ficogrande, Piscità. Il vulcano è termina con due cime, la più alta è cresta Vancora, tra le quali si trova a 750 metri di altezza la fossa dell'attuale apparato eruttivo. I lapilli e il materiale lavico precipitano lungo un'ampia e ripida parete chiamata Sciara del Fuoco, compresa tra due creste rocciose, e finiscono in mare. La sera, piccole barche vi condurranno al largo della Sciara del Fuoco, per farvi assistere a uno spettacolo da non perdere. Durante l'eruzione si assiste al lancio dai crateri.

Strombolicchio

Altra visita da godere fino in fondo è quella all’isolotto di Strombolicchio, a nord dell'isola, alto 56 metri, si leva ripidissimo dal mare. Dalla sommità si gode un panorama incantevole.

Filicudi

A metà strada tra Salina e Alicudi, è di aspetto conico, aspramente roccioso. Conta tre frazioni: Porto, Pecorini a Mare e Val di Chiesa.

Nel mare si protende il capo Graziano, su cui vi sono i resti di un villaggio preistorico, con capanne di forma ovale risalenti all'età del bronzo.

Il tranquillo fascino dell'isola si può gustare in varie escursioni nell'interno e in barca, toccando il faraglione della Canna, di basalto, la punta del Perciato, la profonda e suggestiva Grotta del Bue Marino e Capo Graziano. Completate la gita con la visita degli isolotti di Montenassari e dell'Elefante, e dello scoglio della Fortuna.

Alicudi

È l'isola più occidentale dell'arcipelago. Si percorre a piedi per viottoli e mulattiere, e trasmette veramente il sapore del tempo antico. Non esistono confusione e fracasso. Molto attiva è la pesca, soprattutto delle aragoste.

Una sorta di suggestivo rifugio naturale è il Timpone delle Femmine, così chiamato perché le donne vi si nascondevano all'avvicinarsi dei pirati barbareschi.


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