A proposito di elezioni in Sicilia
Editoriale de Il Portale del Sud
Ci sono dieci candidati a governatore, diciannove liste e un esercito di
1.629 aspiranti ad uno scranno a Sala d'Ercole. A dispetto degli annunci
di rinnovamento, nelle liste di tutti i partiti si contano ben 76 (su
90) deputati uscenti che vogliono continuare a frequentare Sala
d’Ercole. Non è facile rinunciare a uno stipendio netto da 12 mila euro
al mese!
Ma vediamo chi sono i principale aspiranti al trono:
Rosario Crocetta,
candidato del Pd e dell'Udc, sarà sostenuto da tre liste e lui sarà
capolista in tre province. Il Pd punta su molti volti conosciuti, a
partire dal segretario Giuseppe Lupo, candidato capolista a Palermo, e
dal capogruppo Antonello Cracolici. Tra i democratici sono ben venti gli
uscenti che si ricandidano. Tra i volti nuovi in casa Pd quello di
Fabrizio Ferrandelli, lo sfidante di Leoluca Orlando nella corsa a
Palazzo delle Aquile.
Idv, Sel, Fds e Verdi sostengono, anzi sostenevano Claudio Fava,
che è stato eliminato dalla competizione per un vizio di forma: presentò
in ritardo i documenti per la candidatura. Per rimediare ha fatto ticket
con Giovanna Marano, leader siciliana della Fiom.
Nello Musumeci,
sostenuto da Pdl, La Destra e Pid, con Francesco Cascio confermato
capolista e Francesco Scoma che guiderà il listino.
Tra i berlusconiani c'è stata una vera e propria chiamata alle armi:
candidati anche i due eurodeputati, Giovanni La Via a Catania e
Salvatore Iacolino ad Agrigento, entrambi fedelissimi del coordinatore
regionale Giuseppe Castiglione e del segretario nazionale Angelino
Alfano.
I cuffariani del Pid-Cantiere popolare puntano su una donna come
Marianna Caronia, già lanciata nella sfida per Palazzo delle
Aquile, e sul nuovo acquisto Innocenzo Leontini, ex capogruppo del Pdl.
Poi ci sono gli outsider come Cateno De Luca che pur agli
arresti domiciliari, rimane candidato capolista in tutte le province con
tanto di "detto S-cateno", Mariano Ferro, appassionato
Masaniello dei Forconi ed i vecchi volponi come Gianfranco
Micciché, sostenuto dal Partito dei siciliani di Lombardo e dai
finiani del Fli, sceso in campo più per fare concorrenza a Musumeci,
sostenuto da Alfano, che per fare concorrenza al candidato del Pd,
Crocetta.
Per non essere da meno dal resto del paese poi ci sono tanti "figli di"
in lizza per uno scranno all'Ars, a cominciare da Toti Lombardo, figlio
dell’ex governatore e da Vasco Agen, figlio del presidente della
Confcommercio, mentre nella lista della Sinistra unita c'è Vittorio
Bertone, figlio del magistrato Amedeo.
Infine ci sono i grillini di Grillo: il Movimento 5 stelle che presenta
come candidato Giancarlo Cancelleri
A proposito di Grillo
Grillo attraversa lo Stretto a nuoto, e giù applausi! E bravo lui!
Grillo è stanco dei politicanti, e giù applausi! Chi non è stanco?
Grillo non vuole i corrotti al governo, gli indagati e i condannati, e
giù applausi! Come non essere d’accordo?
Ma che il movimento 5 stelle porti una ventata di novità, francamente
non ne siamo sicuri. Leggendo il programma per la Sicilia del Movimento
5 stelle poco di nuovo si trova.
Nessuno mette in dubbio che i candidati del movimento 5 stelle siano
persone oneste e motivate ma non crediamo che questo sia sufficiente!
Abbiamo sotto gli occhi l’esempio di Parma. E non crediamo nemmeno che
Grillo abbia avuto le difficoltà che racconta nel trovare 80 incensurati
in Sicilia. Siamo sicuri che ce ne siano milioni ma non è detto che
affideremmo loro alcunché da gestire; per questo ci vogliono idee
condivise ed un minimo di garanzia che queste possano essere portate
avanti.
Ma torniamo al programma
Leggendo con attenzione tutti i 5 punti del programma stupiscono non
poco, in un momento così tragico, non trovare nulla sul versante
“lavoro”, se non un minaccioso “adeguamento organico” meglio spiegato
con un “rimozione”. Qual è la posizione del movimento di Beppe grillo
sull'art. 18? E qual è la sua posizione sui femminicidi? L’ultimo dei
quali consumatosi proprio a Palermo nei giorni scorsi? Sulla sanità? E
quali sono le soluzioni ai problemi enormi di questo Paese?
Non crediamo basti dire VAFFANCULO per uscire dalla crisi, o
chiamare “prato di merda” su cui non sprecare l’acqua il praticello che
circonda il monumento ai caduti di Favara, per avere le tutele sul mondo
del lavoro, né per creare lavoro, né per eliminare il precariato, né per
creare un'inversione di tendenza nel mondo maschilista in cui viviamo né
per eliminare la corruzione.
E’ un programma in cui moltissime “proposte” sono già contenute nella
legislazione in vigore e che quindi non sono proposte ma semplice
affermazione di qualcosa che già esiste e che basterebbe applicare e che
si dilunga, invece, su aspetti assolutamente marginali tipo: ”maggior
numero di cestini sulle spiagge”, “diminuzione dell’illuminazione
cittadina” per risparmiare energia e “poter vedere le stelle” o
“organizzazione di serate nei siti archeologici con cene storiche in
costume e degustazione di prodotti tipici dell’epoca di riferimento
(es.: piatti greci antichi o punici)”. Suggeriamo anche sfilate di
carretti siciliani impennacchiati, l’opera dei pupi in ogni piazza per i
vecchi pensionati e gare di “friscaletti” per ammazzare il troppo tempo
libero.
A proposito di cambiamento
A sentire i discorsi appassionati o appassionanti dopo queste elezioni,
chiunque vinca, comincerà l'era del “cambiamento” per la Sicilia. Come?
Al di là degli slogan, non lo abbiamo ancora capito. Non basta davvero
sollevare ed elencare i problemi, quelli li conosciamo tutti, ci
vogliono le soluzioni! E quali soluzioni possono suggerire persone che
per anni non sono riuscite a risanare un bel niente, anzi hanno
peggiorato la situazione?
Pochi parlano ad esempio della concreta possibilità di un fallimento, un
default come si dice nella lingua di Monti, della Regione che
l'assessore all'Economia in carica ha previsto per il 2014 se non
cambieranno le norme sul patto di stabilità, ma tutti parlano di
cambiamento. E questo, malgrado i tre big, le facce “nuove” di Crocetta,
Musumeci e Micciché, più accreditati per la vittoria finale siano
sostenuti da tutti quei i partiti che a turno hanno governato la Sicilia
negli ultimi sedici anni. Sintomo di cambiamento tangibile!
Per concludere questo breve excursus con una sintesi, la partita sembra
aperta tra Crocetta e Musumeci anche se Gianfranco Fini dal canto suo si
augura che tra i due litiganti possa godere il terzo, ossia il “suo”
Gianfranco Miccichè che, come già accennato, più che avversario di
Crocetta si candida come avversario di Musumeci. Tutti gli altri si
danno da fare per dire la loro e guastare la festa ai favoriti.
Guastafeste d’eccezione appare Beppe Grillo, che sbarcato a Messina dopo
la traversata a nuoto dello Stretto, sta battendo l’Isola palmo a palmo
con i suoi comizi affollatissimi infarciti di battute non sempre
felicissime e che i sondaggi danno al 15-20%.
Molto dipenderà, sia per la corsa alla presidenza sia per entrare
all'Ars, dal tasso di astensionismo che dai sondaggi prevedono a tassi
record. I siciliani, fatti salvi i “clientes” affezionati che non
mancano mai l'appuntamento alle urne, hanno pochissima voglia di andare
a votare. Tranne forse, ancora una volta per l’uomo fatale anche questa
volta venuto dal nord. Venuto dal mare a miracol mostrare.
Si pensa che l’esito del voto in Sicilia rivesta una particolare
importanza in quanto potrebbe influenzare o addirittura sconvolgere gli
equilibri politici in vista delle elezioni politiche nazionali del 2013.
Lo scenario che si profila nel resto del Paese è infatti per adesso
molto diverso da quello siciliano.
A proposito di ricattatori
Vede i berlusconiani in caduta libera, oramai impegnati in una guerra
tra bande di notabili, ed il vecchio caimano prima costretto ad
annunciare che non si ricandiderà per cercare di salvare il salvabile
(cioè se stesso dai processi). E ora “costretto” a rimanere in sella
perché condannato in uno dei suoi processi a 4 anni, con l’unico scopo
dichiarato di “riformare” e riordinare la “giustizia” a sua immagine e
somiglianza.
Il laido nano di Arcore è un ricattatore della peggiore specie: vorrebbe
provocare una crisi di governo per vendicarsi della condanna subita. Pur
di soddisfare il suo ego di cacca, è disposto ad esporre il Paese intero
a ricadere nella spirale dello spread e della speculazione finanziaria!
È un essere senza traccia di umanità e l’Italia non avrà tregua finché
non riuscirà a liberarsi di un tale cane rognoso.
Una vittoria in Sicilia di Musumeci sarebbe quindi devastante, perché
farebbe rialzare la testa alla banda che ha mandato alla malora
l’Italia, prima di loro uno dei paesi più ricchi ed industrializzati del
mondo, con un welfare che tutti ci invidiavano. Darebbe argomenti alla
Santanchè, a Gasparri e Cicchitto… che vergogna!
La vittoria del Pd-Udc traccerebbe invece il solco su cui piantare le
radici per un governo Monti-bis, con il Pdl notevolmente ridimensionato,
si spera, ma sempre agguerrito guidato da un “cavaliere” condannato, ma
onorevole deputato e sempre ricco e quindi in grado di corrompere il
voto del parlamento. In
campo nazionale c’è l’alleanza PD-Sel, ma è sospesa ad un filo per la
possibile condanna di Vendola per la questione del primario nominato
senza concorso…
Un’affermazione vistosa di Grillo alimenterebbe l’antipolitica, o la
politica fai-da-te se preferite, quella senza amalgama di idee e che non
assicura neanche l’obiettivo minimo che si propone, cioè di ridurre
all’osso gli emolumenti dei politici, eliminare le clientele e gli
sprechi… resterebbe un grande specchietto per le allodole, una promessa
di cambiare tutto ma che lascerà tutto com’è, senza speranza.
A proposito di Italia
Invece noi tutti abbiamo un disperato bisogno di ritrovare la speranza,
uscendo dall’apatia che sembra essersi impossessata delle nostre menti e
dei nostri cuori. La risposta a questa esigenza al punto in cui siamo
arrivati non può essere data da una semplice formula di alleanze
partitiche. Ci vuole il lavoro. Senza lavoro manca il motivo fondante
della Repubblica. La risposta dovrebbe essere pertanto corale, un
rimboccarsi le maniche generalizzato, andando a riempire tutte le
opportunità che stiamo tralasciando, permettendo che finanche le bolle
di sapone le dobbiamo importare dalla Cina, e pure contaminate!
Il ridicolo capitalismo all’Italiana continua imperterrito a colpire,
guardate il caso dei vaccini antinfluenzali che non siamo capaci più di
realizzare senza infilarci dentro per sbaglio una buona schiera di
streptococchi agguerriti!
È l’eredita del berlusconismo. Non solo politica, ma sociale e
psicologica, ancora più pericolosa. La corruzione dilagante, resa
impunibile dalle leggi ad personam, la noia, l’apatia, lo scarso impegno
sul posto di lavoro, il sentirsi sottoccupati anche se si ha la fortuna
di lavorare, il pretendere di avere il posto sotto casa o vicino ai
genitori per ricevere più agevolmente la paghetta che integra lo
stipendio…
Lasciare che si chiudano le industrie perché un Marchionne qualsiasi
così ha deciso. Protestare pro-forma, magari violentemente, ma senza
cuore e senza speranza.
La politica, Grillo in primis, è tutta impegnata in questo lavorio
narcotizzante. Il metodo Monti è più sofisticato di quello laido e
cialtrone del vecchio di Arcore, ma è pur sempre il solito sistema che
da un paio di secoli il capitalismo usa per dominare: far sentire i
lavoratori come delle cacche perché non sono come loro.
L’Italia, e la Sicilia ne è parte integrante e sostanziale, sembrano i
luoghi di un’umanità stanca. Non lasciamo che vada a finire così!
Fara
Misuraca
Alfonso Grasso
Novembre 2012