Il cambio Lira-Euro fu stabilito da Berlusconi
Editoriale de Il Portale del Sud
Il cambio Lira/Euro non è stato
fissato da Prodi, come vorrebbe la damnatio memoriae berlusconiana,
scrupolosamente imparata a memoria e regolarmente ancora spacciata dagli
elettori di destra che hanno mandato al macero la propria intelligenza,
semmai ne hanno avuto una. Nei fatti, il cambio è stato fissato da
Berlusconi e Tremonti. Un Euro uguale 1.000 Lire. E non per tutti.
I fatti
il
24 novembre 1996, 16 anni fa, la delegazione italiana guidata dal
Ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi – presenti Mario Draghi
(direttore generale del Ministero del Tesoro) per il Tesoro ed Antonio
Fazio e Pierluigi Ciocca per Banca d’Italia - vola a Bruxelles dove si
tiene l’ECOFIN, la riunione dei Ministri economici europei. Ordine del
giorno: il rientro della lira nel Sistema Monetario Europeo. Nella
riunione si stabilì il cambio in 1936,27 lire per un euro. Questa
parità, non modificabile secondo il Trattato di Maastricht,
corrispondeva alle 990 lire per un Marco tedesco di allora. Il cambio
lira/euro resterà tale fino al 1° gennaio 1999, data di nascita
dell’Euro, che poi entrerà fisicamente in circolazione il 1° gennaio
2002.
In quel novembre 1996 la delegazione italiana rientrò in
Italia euforica. Ci si rendeva conto di aver ottenuto un successo
strepitoso. Ciampi si attendeva un trionfo anche sulla stampa. Ma grande
fu la delusione perché i giornali presentarono il risultato come una
vittoria a metà “perché gli industriali speravano in qualcosa di
meglio": (a una parità di 2.100 lire, le esportazioni italiane
sarebbero state agevolate, con lo svantaggio di importare inflazione).
Taluni non capirono, non vollero capire, continuando ancor oggi a fare
confusione. La storia ci insegna che grazie a quell’accordo siamo
entrati nell’euro fin
dall’inizio. Nonostante Craxi, le bombe mafiose, Capaci, via D’Amelio,
lo sfiorato fallimento dello Stato che avevano caratterizzato l’inizio
di quel decennio. Vi pare poco?
Il 26 novembre 1996 il Financial Times fece
tornare il sorriso a Carlo Azeglio Ciampi, descritto come un lottatore
("His craftiness is legendary") senza pari in Europa, l’unico in grado
di vincere la resistenza del duro dei duri, Hans Tietmeyer.
Una grande impresa cui parteciparono le migliori menti
del nostro Paese, collocata nell’unico periodo della storia d’Italia
(1996-2000) in cui la Sinistra ha avuto parte delle redini in mano.
L’unico periodo che vide lo Stato restituire una tassa ai cittadini:
quella a suo tempo imposta per l’appunto per l’ingresso nell’Euro, più
parte di quella relativa al medico di famiglia.
Le chiacchere
Poi è arrivato Berlusconi, “il liberale”, che non farà
altro che aumentare costantemente la pressione fiscale nei lunghi anni
del suo regno, alla faccia degli slogan contrari con cui ha impunemente
e sfacciatamente ingannato milioni di persone.
Il vecchio di Arcore sale al potere il 9 giugno 2001,
nonostante la pessima figura fatta con il suo precedente governo del
1994, in cui si era permesso di “sdoganare” i fascisti ed i leghisti in
un colpo solo, facendo leva sul cromosoma totalitario che sembra
albergare in ogni Italiano. Da allora non ha più mollato l’osso,
nonostante un’incapacità superata solo dalla sfacciataggine e dal
vittimismo ed un egoismo superato solo dal narcisismo e dalle promesse
regolarmente disonorate. Da allora si è comprato oppositori, senatori,
deputati, giornalisti… (alla faccia del liberamente eletto!). Ha
impegnato il parlamento per tutta la legislatura intera tra letture e
riletture di un’assurda riforma costituzionale fatta apposta per
umiliare il Sud, la devolution, poi spazzata via in un attimo dalla
maggioranza assoluta degli Italiani con il referendum del 2006. È di
un’evidenza tale da non potersi nascondere il fatto che non abbia
combinato niente di buono. Non c’è un solo provvedimento preso degno di
memoria, bensì tutta una serie di pessime figure internazionali e di
leggi per difendere ed incrementare il suo patrimonio personale e la
propria immunità di fronte alla legge.
Berlusconi e Tremonti fissano il valore dell’Euro
Ma torniamo al fatidico 2001. Alla fine dell’anno entra
in circolazione l’Euro “di Prodi”, quello che secondo Berlusconi e
l’ineffabile ministro Tremonti (fautore di quella finanza creativa
che avrebbe portato in rovina interi Paesi) avrebbe dovuto essere
negoziato non a ca. 2000 Lire, ma 2.200-2.500… Bene, in breve e grazie
al governo Berlusconi, l’Euro varrà 1000 Lire!
Ma non per tutti, badate bene! Infatti stipendi e
pensioni vengono divisi regolarmente per 1936,27… Sono i prezzi di tutti
i generi di consumo a raddoppiare! Benzina, luce, gas, pane, acqua, la
sogliola al mercato e l’autovettura dal concessionario.
Non occorre essere un economista per capire la manovra.
Basta semplicemente avere un cervello ed usarlo. Vi è chiaro quindi come
Berlusconi e Tremonti abbiano in un sol colpo rastrellato il risparmio
dei cittadini? Chi aveva mettiamo 10 milioni da parte, si è ritrovato
con 5mila euro. Con questi si poteva comprare beni o servizi che prima,
con la lira, valevano 5 milioni (1 euro=1000 lire). Gli altri 5 milioni
di risparmio per arrivare ai 10 iniziali che fine fecero? Se li presero
chi aveva i debiti, che furono svalutati di fatto: cioè gli imprenditori
che avevano fatto il passo più lungo della gamba o che avevano ipoteche.
Se li presero Tremonti e Berlusconi stessi, con l’aumento delle imposte
dirette ed indirette dovute all’aumento dei prezzi…
L’introduzione dell’Euro è diventato nelle mani di questi
faccendieri di basso profilo e alcuna moralità l’affare del secolo. Mai
alcun governo ha disposto o disporrà delle risorse che ha avuto quello
di Berlusconi grazie alla gestione del passaggio dalla lira all’euro.
Anche l’affare della vendita dei terreni ecclesiastici e demaniali, o
quello della costruzione delle ferrovie, post Unità impallidiscono al
confronto! Si è drenato la metà del risparmio onestamente messo da parte
dai lavoratori per pagare i debiti degli avventurieri e dei bottegai! E
per fare che cosa, visto che la produzione è diminuita nel periodo
berlusconiano?
Passi pure la riconoscenza che Confindustria, i padroni,
i furbetti ed i faccendieri devono al nano di Arcore. Egoisticamente per
loro è stato un “grande” , anche se immiserire il ceto medio ed avvilire
il lavoro subordinato è sempre una scelta miope e alla lunga devastante.
Ma i pensionati, i lavoratori dipendenti, i salariati non dovrebbero mai
e poi mai rimpiangere Berlusconi che li ha derubati, dimezzati negli
stipendi, precarizzati, bruciati! Dovrebbero proteggere l’Euro, cioè il
potere di acquisto del proprio stipendio!
Esempio 1
All’epoca della lira avevi
uno stipendio 2000 lire con cui comperavi 2 ananas. Ogni
ananas, quindi, valeva 1000 lire. Con l’entrata
dell’euro il tuo stipendio è diventato di 1 euro
(1936,27 per la precisione ma arrotondiamo per capire).
Il prezzo di un ananas al mercato in cui ti reca, grazie
alla gestione Berlusconi che ha lasciato fare ai
mercanti quello che hanno voluto senza esercitare alcun
controllo, è risultato essere di 1 euro. Hai potuto
comperare solo 1 ananas a parità di tutto. Il tuo potere
di acquisto si è dimezzato. Che fine ha fatto l’altra
metà?
Esempio 2
All’epoca della lira avevo
un debito verso di lei di 2000 lire, con cui avevo
comperato 2 ananas. Con l’avvento dell’euro, ho saldato
il debito dandole 1 euro. Pur essendo un debitore
incallito, nell’affare ci ho guadagnato un ananas:
proprio quello che lei, onesto risparmiatore a reddito
fisso, ci ha rimesso.
Esempio 3
Lei però è abituato a 2
ananas e quindi, per comprarli, prende 1 euro dai
risparmi, 1 euro ce l’ha come stipendio, li somma e si
compra i sospirati frutti esotici. Nel prezzo è compresa
l’IVA de (poniamo) 10%: 20 centesimi vanno a Tremonti
quindi. 20 cent. che per lei, a reddito fisso,
equivalgono a ca. 400 delle vecchie lire. Sicchè, quando
c’era la lira lei versava 200 lire di iva (10% di 2000
lire, vedi esempio 1). Adesso, per l’acquisto degli
stessi beni, ne ha pagato il doppio.
Morale della favola
La gestione Tremonti ha
comportato
-
Passaggio di ricchezza
dal reddito fisso a quello autonomo
-
Aumento delle entrate
fiscali reali
-
Diminuzione reale della spesa statale (pensioni ecc). Avrebbe, Tremonti, potuto
diminuire il debito pubblico con tali masse di soldi in più, invece il debito è
aumentato!!!
|
A chi conviene uscire dall’Euro?
A coloro che hanno un reddito fisso non conviene
la svalutazione: sembra così semplice a capirsi da chiedersi se vale la
pena di scriverlo. Chi ha, per esempio, 1000 euro al mese sotto forma di
stipendio o pensione, con una svalutazione del 20% ne avrebbe 800! È “da
Catalano”… talmente evidente…
Invece la svalutazione conviene a coloro che sono pieni
di debiti, per farseli pagare dagli altri. Voi ne avete voglia? Non
avete già dato?
E allora non siate esitanti: uscire dall'euro
sarebbe una fregatura grossa come una casa per il reddito fisso
(pensionati e dipendenti) e servirebbe a far pagare a tutti noi i debiti
contratti dai ladroni.
Uscire dall’Euro… far uscire la Germania dall’Euro…
stampare moneta propria… Sono tutti sistemi per fottere il
reddito fisso. Non a caso, capitan Schettino-Berlusconi propone queste
“soluzioni”: dopo aver portato la nave Italia sugli scogli, parla
ancora! E, cosa più brutta, c’è ancora chi lo sta a sentire! Si permette
di criticare Monti che ha preso il comando quando la nave era già
affondata! Adesso il nano di Arcore va dicendo che la colpa non era la
sua, che lo spread sui titoli è ancora alto… Un bugiardo matricolato,
inventore con Tremonti della finanza creativa, artefice della
crisi… si permette ancora di parlare!
Ha trovato un’Italia in crescita, in un’Europa solidale e
socialdemocratica, che faticosamente ma con tenacia si era costruita
attraverso anni di trattati, accordi, affinamenti dei rapporti.
Ha lasciato un paese distrutto, senza speranza, spento
anche nei colori. Le tasse sono aumentate. Gli zingari e gli
extracomunitari pure (grazie a Dio!). la classe media ha dato tutto
quello che poteva dare ed è ridotta alla povertà. Questo è il bilancio,
obiettivo ed inconfutabile, del berlusconismo. L’unto dal
signore è stato solo capace di spendere 20 milioni di euro andando a
puttane.
Paghino un po’ gli altri, quelli che finora hanno goduto
con Berlusconi
Non fatevi perciò incantare, vi preghiamo. Tantomeno
dalle sirene indipendentiste o grillesche che vedono nel batter moneta
un segno di sovranità: è una baggianata mascherata da romanticismo, che
fa solo il gioco dei debitori, desiderosi di trovare chi paghi per conto
loro. Gli imprenditori ed i padroni sono liberali-liberisti? Hanno paura
dei comunisti? Sì? E allora se sono indebitati portino pure i
libri in tribunale e dichiarino fallimento come prescritto dalle ricette
liberiste. Per i loro dipendenti vorrà dire che si adotteranno soluzioni
come per le imprese della camorra sequestrate dai giudici:
amministratore giudiziario, e si continua a lavorare. Ma il padrone che
voleva far pagare a noi, va a scontare il suo fio, insieme a Berlusconi
ed alla sua incredibile compagnia di nani, sputafuoco e ballerine.
A proposito di Grillo
Secondo gli ultimi sondaggi, il Movimento 5 Stelle
sarebbe la seconda forza politica dopo il PD. La rapidità con cui il
movimento è riuscito a raccogliere consensi e ad inserirsi nel contesto
politico del nostro paese ha dell’incredibile. A partire dal nome, è
chiaro come intendono presentarsi: qualcosa di innovativo (movimento e
non partito) e di qualità (5 stelle, come gli hotel di lusso). Nulla da
obiettare sulle motivazioni della “base” su cui il M5S si fonda, gente
stanca di quello che ha stancato tutti noi, di una politica falsa e
interessata, di sprechi, abusi, leggi ad personam, etc, etc. Buone
ragioni, nobili obiettivi, giustissime proteste. Come mettere in dubbio
la buona fede di chi si è lasciato coinvolgere e affascinare dal carisma
da autentico uomo di spettacolo come Beppe Grillo. Molto più bravo in
questo della buon’anima del cavaliere.
Però non possiamo fare a meno di notare come qualcosa che
nasce in contrapposizione ai partiti tradizionali finisca per
comportarsi esattamente come loro. Non vediamo la novità che ha promesso
di portare, non vediamo niente di diverso dal Populismo 2.0 di cui tanto
si parla.
Parlano, gli stellati, anche di democrazia diretta senza
intermediari, ma il movimento ha un simbolo che compare sulle schede
elettorali, ha dei candidati, fa dei comizi, camuffati da spettacoli da
piazza, tutte cose che hanno fatto e fanno gli altri partiti. Dove è
allora la novità? Il M5S non ha nulla di “nuovo”, lo aveva già fatto a
suo tempo Mussolini e poi Giannini con il suo Uomo qualunque. E
per essere paragonati a Mussolini come ha fatto il Financial Times non è
certamente necessario schierarsi con la Germania o sottoscrivere le
leggi razziali. È il modus operandi per la raccolta di consensi
senza anima ideale che è simile a quello del primo fascismo che
predicava benissimo salvo, una volta giunto al potere, razzolare molto,
molto male.
Se non si fossero chiusi in un movimento che non ammette
confronto, che disprezza qualsiasi interlocutore che non appartiene alla
loro chiesa, si potrebbe tentare di spiegare ai grillini ed ai loro
simpatizzanti che Populista e Dittatore non sono la stessa
cosa, è vero, ma uno non esclude l’altro, anzi in alcuni casi le due
cose coesistono, è per questo che bisogna fare molta attenzione a
regalare il proprio voto. Specie dopo l’esperienza del ventennio
berlusconiano.
E per finire
Ci appropriamo di un simpaticissimo articolo del nostro
amico Roberto Alajmo (http://www.ro-bertoalajmo.it)
che con parole fini ed ironiche, ha espresso in maniera encomiabile la
nostra idea: la follia, non quella nobile di Erasmo ma quella da
manicomio tout court, che riemerge dalla melma e tenta ancora una
volta di cavalcarla. La melma, ovviamente.
A Berluscò, facce
Tarzan
“A
edulcorare la crisi arrivano sempre nuove e stravaganti notizie dal
pianeta Berlusconi, il corpo celeste che una ventina di anni fa impattò
con l’Italia provocando i danni che ancora si contano. Quasi a volersi
redimere, l’anziano magnate e la corte di soli giullari che gli ruota
attorno producono a intervalli regolari notizie del genere “Usciamo
dall’Euro!”, variandole ogni volta con sapienza umoristica: l’ultima è
stata che a dover uscire dall’Euro non siamo noi, ma la Germania.
Un
settore di minchiate a sé stanti è invece quello denominato Un Leader
Per Il Futuro. Di volta in volta Berlusconi o fonti a lui vicine
indicano per il Pdl, o come è destinato a chiamarsi, un candidato sempre
più eccentrico. Per dare un’idea: la Santanché risulta finora quella più
autorevole!
Da
segnalare le ultime designazioni, che sono Angelino Alfano, il
presentatore Gerry Scotti e un certo gelataio “che in televisione rende
particolarmente bene” (testuale). Nessuno scalpore quindi che esista,
come rivela l’Espresso, un piano per convincere Matteo Renzi a farsi
carico di guidare entrambi gli schieramenti, destra e sinistra. Ormai
mancano solo Provolino, Lady Gaga e Nonna Abelarda, poi la lista dei
candidati che aggradano all’ex amato leader potrà dirsi completa. Solo
allora, come gran finale, verrà annunciato il candidato più surreale di
tutti: Berlusconi stesso”.
Fara
Misuraca
Alfonso Grasso
Giugno 2012