Editoriale de Il Portale del Sud
Influenze suine
Da Calderoli a
Berlusconi senza passare dal Messico
Berluschite
L’influenza che
malauguratamente circola in Italia da almeno 15 anni non è di natura
virale, né si cura con i medicinali. È un’influenza sociale, che in
breve tempo ha vanificato un secolo di emancipazione femminile, di
conquiste civili nel campo del lavoro. Ha rioccupato gli spazi
faticosamente conquistati negli ultimi secoli dalla Ragione. Senza
andare troppo lontano, sta minando le fondamenta stesse della comunità
in cui viviamo, mettendone in discussione la Carta fondamentale su cui
si basa la convivenza, nata sulle ceneri della dittatura fascista, tanto
tragica e ridicola con le sue leggi razziali e le sue dichiarazioni di
guerra a Francia, Gran Bretagna, America e Russia, quanto codarda, vile
ed infame nella sua squallida fine e nelle distruzioni, morte e fame
lasciateci in eredità.
La destra
liberale in Italia durò lo spazio di un soffio di tempo, subito dopo
l’Unità del 1861. Non fu una gran cosa. Il tempo di creare imperiture
premesse alla fine dell’economia del sud, cui parteciparono alacremente
i meridionali che contavano dell’epoca. Chi avesse voglia di
approfondire, può riferirsi alla
nostra pagina dedicata. Ma fu pur sempre liberale, fondata cioè
sull’iniziativa, sulla proprietà, sull’economia privata. Un’ideologia
messa a punto da illustri pensatori inglesi e francesi, che cambiarono e
rivoluzionarono il mondo, facendolo uscire da secoli di oscurantismo, di
roghi ed inquisizione. La destra post-unitaria fu gelosa della sua
missione storica, della sua matrice atea e non ammise interferenze da
parte delle gerarchie vaticane, relegando la religione alla sfera
privata ed individuale. La ricordiamo come “Destra Storica”, l’attributo
a sottolinearne la collocazione in un periodo lontano. Ed infatti, da
allora, la destra italiana non è stata più liberale né democratica.
Ancor oggi al potere, vive e prospera sull’equivoco, riempiendo di
“libertà” slogan, loghi e rumori vocali, mentre veniamo declassati a
Paese “parzialmente libero”. La destra italiana si è ridotta a
significare razzismo, intolleranza, fascismo, ronde, qualunquismo e
dirigismo assoluto dell’anziano “caudillo” Silvio, onnipotente e
ingiudicabile come i re assoluti, o come i dittatori finché durano.
Tutto al contrario del liberalismo. Più ridicolo del fascismo, se
possibile. Speriamo meno tragico nella fine.
Calderoli
(la “porcata” elettorale e gli “evidenti” meriti della
Carfagna)
Ci tocca votare
per un candidato presente nella lista prescelta che diversamente non
voteremmo nemmeno se ci pagassero a peso d’oro. A decidere non è il
cosiddetto "popolo sovrano", ma la posizione assegnata ai candidati
dalle segreterie provinciali, regionali e nazionali, che dirottano
strategicamente i capilista ed altri, a seconda delle convenienze
politiche ed elettorali. E ciò già ci indigna! Se poi si vanno a
“valutare” le capacità personali di ciascun candidato, che sia o meno
deputato o senatore uscente, se ne scoprono delle belle. L’on. Mara
Carfagna, per esempio, è stata inserita nelle liste di FI la volta
scorsa perché piaceva (fisicamente?) a Berlusconi. Ma la Carfagna,
potreste obiettare, potrebbe essere anche brava. Nessun lo nega: ma che
ha fatto finora se non ripetere le parole del gran capo?
Questa legge
elettorale non è solo una porcata, come l’ha graziosamente definita il
suo papi, ma una truffa bella e buona ai danni della democrazia.
E poi ci domandiamo: “Ma quale democrazia?” Qui stiamo in una democrazia
manipolata e nelle mani di truffatori, per non dire di peggio, che si
spacciano da salvatori della patria. E come gonzi, noi italiani, ci
caschiamo!
Tre monti (di pegno)
Il liberali veri
furono attenti ai conti pubblici in maniera quasi maniacale. Serietà,
sobrietà dello Stato, non invadenza nella sfera privata, erano principi
da cui non transigere. La destra di Silvio è un circo di nani,
ballerine, fenomeni da baraccone, calendari seduti sulla poltrona di
ministro. Tremonti, che si vantava della sua finanza creativa, cacciato
nel 2005 per averci ridotto ad un passo dal lastrico, oggi “crea”
miliardi di euro a parole, e continua a distruggere risorse vere.
Alitalia, una
vicenda che è costata agli Italiani 3 miliardi di Euro veri, subito, in
contanti. Ici: togliendola anche ai ricchi (ai proprietari della propria
casa l’aveva già tolta il buon Prodi) ha sottratto altri 2-3 miliardi di
euro alla collettività. Robin Hood tax: la tassa sulle banche, che
subito dopo ha dovuto rimpinguare per non farle fallire. Tremonti si
vanta di non essere un economista. Come i guappi quando fanno gli
smargiassi e si vantano delle proprie malefatte e disprezzano gli
onesti. Non c’è bisogno di vantarsi: all’estero lo hanno capito già da
anni, lo avevano capito anche i suoi quando lo spedirono fuori del
ministero dell’Economia a calci nel sedere. Si vanta di essere
“socialista”, di aver stanziato soldi nel sociale… Questi “liberali”
d’oggi sono dei venditori di fumo e nient’altro: si danno l’aria da
scienziato e combinano solo guai.
I quattro
miliardi stanziati per la ricostruzione dei centri dell’Abruzzo
terremotati sono diluiti fino al 2033, lo sapevate? I nove miliardi per
gli interventi anti-crisi (di cui otto delle Regioni) sono in dieci
anni, vi hanno informato?
Le ronde
costeranno più dei poliziotti non sostituiti, e le volanti sono poche
perché scoppiate. Ve le immaginate le ronde delle zone infestate
dalle organizzazioni criminali?
Vittima o vittimista?
Uno dei cardini
del pensiero liberale, il rispetto della proprietà, è stato più volte
calpestato da Silvio, a ulteriore dimostrazione che è liberale solo con
se stesso. Negli USA, paese liberale per eccellenza, chi commette reati
finanziari finisce in galera, e gettano via la chiave. Silvio si è fatto
le leggi ad personam, tra cui quella famosa sulla neutralizzazione del
falso in bilancio, sicché lui ed i sui amichetti furbetti hanno buttato
le chiavi ai secondini, e vivono felici e contenti. In America trattare
male i risparmiatori, derubarli come è stato fatto con gli azionisti
privati di Alitalia, è un reato gravissimo: lì i bancarottieri vengono
perseguiti duramente, da noi tal Fantozzi se la prende con chi ha perso
tutto, “sconsigliando” da fare azioni a propria tutela e contro il
Ministero ex proprietario. Da noi l’emergenza sono i borseggiatori
dell’autobus, mentre il magnate che ruba alla collettività, evadendo
milioni di euro di tasse, è un “perseguitato dal fisco”.
Dell’America,
Silvio ha preso solo la parte peggiore: ha condiviso attimo per attimo,
parola per parola, il triste periodo della presidenza Bush, rimanendo al
suo fianco fino all’ultimo. È vero anche che un istante dopo ha chiamato
pacchianamente “Mr. Obama!” per una foto ricordo, facendo inorridire la
regina Elisabetta, ma come può sostenere che lui non sia stato autore,
fautore e distributore mondiale della fallimentare politica di Bush,
sfociata nella più grave crisi recessiva del dopoguerra?
La crisi in
Italia sarà pur venuta “da fuori”, ma Silvio non dovrebbe atteggiarsi a
vittima, essendone stato tra i principali artefici. Oggi tre Italiani su
3 lo gradiscono? Ebbene, da questa piccola tribuna sappia che ci sono
almeno due italiani che aborrono lui ed il suo ipocrita vittimismo.
L’anno di governo
A San Giuliano di
Puglia (terremoto 2002, Silvio: “ricostruiremo in 24 mesi”) c’è chi
ancora aspetta una casa. La Maddalena “fa penitenza”, anche la Sardegna
è vittima del terremoto! Silvio fa cucù e muove una scorta di 8
blindati per farsi chiamare papi a Casoria, per il compleanno
alla figlioccia, il tutto a carico del contribuente, che paga anche
un’apposita trasmissione di Porta a Porta, dove però Silvio parla
dei fatti suoi e delle sue famiglie, e non spiega invece come mai non ci
sia andato in treno a proprie spese.
Entrati nel nono
anno di governo di Silvio, per fortuna non consecutivi, quale bilancio
si può oggettivamente trarne? Persino il nord (vedi Malpensa) sta peggio
di prima, nonostante l’anomalia di una Lega Nord al governo! L’Italia
trasformata in un Paese senza sogni, senza ribelli e senza santi, con
una gioventù in balia di stereotipi vacui e senza obiettivi.
Il sud è
affossato dal federalismo fiscale di stampo leghista (e di più che
probabile attuazione e sorveglianza mafiosa). Viene incoraggiato a
perseguire i vizi antichi, le clientele, il pressapochismo e
l’inefficacia …, mentre infuriano i reazionari, i nostalgici, i
“tradizionalisti”, cioè coloro che nulla sanno della nostra storia.
Perché il sud, benché spesso servo, nelle varie epoche ha fatto
rivoluzioni, ha dominato e guidato la cultura italiana, l’ha rovesciata,
ricostruita, ne ha prodotto i mille volti che l’hanno resa famosa nel
mondo, con la musica, il cinema, la letteratura e la poesia, con la
filosofia di personaggi come Vico, Croce, Labriola, Salvemini, Gentile…
Acerra a fine
anno brucerà la monnezza, dopo ben sei di costruzione, iniziata
nel 2003. A Marano la discarica è pronta. Evviva.
Il mero e misto imperio
Il governo fa
passare con il voto di fiducia le leggi sulla sicurezza e sulle
intercettazioni: un baratto tra Berlusconi e la Lega, ancora una volta
sulla testa degli Italiani e in barba al Parlamento. Ed è lo stesso
ministro Maroni, leghista, ad ammettere i motivi della scelta: "il
voto prescinde dal merito del provvedimento". Una volta, una
gestione simile del potere si sarebbe chiamata del mero e misto
imperio: il principe (con i suoi cortigiani) che attraversa i suoi
possedimenti e prende e concede ciò che vuole al suddito prono e grato.
Se la definizione non vi garba, chiamamolo pure regime
patrimonialista (quello che tra i regimi autoritari si basa su di un
leader plutocrate, che amministra la cosa pubblica come fosse privata e
su uno scarso diritto di opposizione). Esempio contemporaneo di regime
patrimonialista è il sultanato, vivo e vegeto in Medio Oriente. In
verità in Italia, grazie alla Lega, si tende ad istituire il
satrapismo: Il sultano regna e i satrapi governano le loro regioni.
Riprendiamoci la dignità
Strano slogan
elettorale per le destre in Campania: liste farcite di pregiudicati, di
traditori degli amici e dei benefattori, di mastelli, lonardi, cirini e
pomicioni, “socialisti”, transfughi bassoliniani, sputazzatori di
senatori, e… chi più ne ha più ne metta! L’elettore di destra darà un
voto ideologico, perché magari gli piace Silvio. Ma la dignità è
un’altra cosa.
Sappia anche
l’elettore “meridios” di destra che, se dovesse recarsi a Milano,
potrebbe letteralmente doversi attaccare al tram. Infatti, il deputato
della Lega Matteo Salvini, capogruppo nel comune di Milano, propone le
carrozze del metrò "per soli milanesi". Ha scelto piazza della Scala e
la presentazione dei candidati milanesi della Lega alle Europee, per
lanciare l’iniziativa. Lo dice da "leghista convinto e da milanese che
prende il tram".
Nella Napoli
milionaria di Eduardo la speranza, anzi la certezza, era nell’alba di un
nuovo giorno. Anche questa notte con Silvio presto passerà.
Il Portale del Sud
Maggio
2009
Obama (a sinistra)
Berlusconi (a destra) Brunetta (al centro)
"Palermo, Graffiti Alla Guilla"
foto di Giuseppe Scuderi
Gli editoriali del sito sono scritti congiuntamente da Fara
Misuraca ed Alfonso Grasso