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Le Risorse dell’Ofanto

Economia e ambiente nella valle del fiume

di Ruggiero Maria Dellisanti

Stilo Editrice, 2009

 

A quasi dieci anni di distanza dal suo primo volume dedicato all’Ofanto, il «primo vero fiume della Puglia» cantato da Orazio, R.M. Dellisanti compie un’analisi a 360 gradi sulla condizione attuale della valle del bacino idrografico, evidenziando criticità e opportunità del sistema fluviale. Dalle documentazioni di dati e atti normativi e dalle ricostruzioni storiche, l’Ofanto emerge come un fiume ‘malato’, che necessita di cure urgenti. L’aggressione ambientale che l’uomo ha perpetrato negli ultimi decenni ai danni del corso d’acqua è stata silenziosamente avallata dalla politica e dalla burocrazia. Le straordinarie risorse economiche che uno sviluppo sostenibile può offrire a questo territorio sono ora rilanciate dal Parco fluviale regionale del fiume Ofanto, approvato dopo un travagliato iter legislativo dal Governo Regionale, le cui sorti vengono adesso affidate alle capacità e alla consapevolezza del «popolo della valle».

Autore

Ruggiero Maria Dellisanti è nato a Barletta nel 1954 e si è laureato nel 1978 in Scienze geologiche presso l’Università degli Studi di Bari. Nel tempo, la sua professione di geologo, esercitata con passione per la conoscenza e la tutela del territorio, associata ad una intensa attività didattica come docente di Geografia economica in un Istituto Tecnico Statale, lo ha portato ad impegnarsi sempre di più nella tutela del fiume Ofanto. Per le sue competenze professionali ha ricoperto l’incarico di consulente del magistrato inquirente nell’operazione “Fiume rubato”. Come docente, è riuscito a trasmettere ai suoi studenti la passione per l’ambiente e il territorio. Autore di saggi, è stato relatore in convegni a tematica ambientale. Come geologo, ha affidato alla storia, con il suo nome, un gruppo di sei cavità carsiche scoperte nel territorio di Minervino Murge.


Ofanto, una risorsa ignorata

Rappresenta una risorsa per l'intera valle, in grado di riunire e non di dividere gli interessi e le economie di un territorio dalle enormi potenzialità, moltissime delle quali ancora del tutto inesplorate.

Abbiamo rivolto cinque domande a Ruggiero M. Dellisanti, autore del libro «Le risorse dell'Ofanto» con il sottotitolo «Economia e Ambiente nella valle del Fiume» (Stilo Editrice)

Perché un nuovo libro sul fiume Ofanto?

Quando, nel mio primo omaggio al fiume, con il volume Ofanto «Carpe diem», ho coniato la frase: «Il fiume Ofanto è l'unico vero fiume della Puglia», ho ritenuto di dare un contributo alla comprensione della geografia della regione Puglia, essendomi reso conto che del nostro territorio, purtroppo, si ha una conoscenza molto superficiale e frammentaria, dell'intero ambiente idrografico. Oggi mi accingo a dimostrare come il fiume possa e debba essere considerato una risorsa per l'intera valle, in grado di riunire e non di dividere gli interessi e le economie di un territorio dalle enormi potenzialità, moltissime delle quali ancora del tutto inesplorate. Credo che la prossima frase che i media dovrebbero rilanciare, se si vuole dare continuità e futuro alla nostra terra, sia: «Il fiume Ofanto rappresenta una grande risorsa, oggi ancora inesplorata, per la regione Puglia e per l'intero bacino».

Quali le novità di rilievo, presenti in questa pubblicazione?

Il libro illustra in maniera puntuale e dettagliata alcune delle innumerevoli risorse esistenti nella valle dimostrandone anche analiticamente i punti di forza che necessariamente ruotano intorno alle variegate forme del turismo alternativo, lontano dai grandi flussi di massa, ma in grado di generare potenzialità di sviluppo oggi inimmaginabili. Purtroppo visioni miopi tese a tutelare l'interesse privato a discapito dell'interesse pubblico condannano questa forma di sviluppo a rivestire un ruolo marginale nel processo produttivo. La risorsa parco, con il parco regionale ambientale ed il parco dei tratturi, è una delle tante risposte che il libro è in grado di presentare nel vasto panorama delle potenzialità turistiche ancora tutte da esplorare.

Il fiume è ormai, dai più, considerato come un malato in coma irreversibile. Condivide questa affermazione?

Io non considero il fiume Ofanto in coma. Anzi, per me, il fiume è sempre più vivo e vitale e non mi meraviglierei se uno di questi giorni si risvegliasse dal suo lungo torpore per esondare con la forza di un toro, così come il poeta Orazio lo definisce «tauriformis Aufidus», ed irrompesse violentemente nella campagna circostante riappropriandosi in pochi attimi di tutto quello che l'uomo gli ha sottratto. Certo, in quel caso potremmo piangere dei morti, come è accaduto recentemente per il terremoto dell'Aquila, ma la colpa non è del fiume, non è del terremoto. Le responsabilità sono da ricercare nella nostra superficialità e cupidigia. La colpa dei morti, negli eventi naturali, per la stragrande maggioranza dei casi è solo la nostra.

I cambiamenti climatici in atto possono influire sull'assetto idrogeologico del bacino?

Sicuramente i cambiamenti climatici potranno influire in modo rilevante sull'andamento del fiume. È bene ricordare come nel bacino idrografico del fiume sono stati costruiti, negli ultimi quaranta anni, ben otto invasi artificiali, alcuni di piccole dimensioni ma altri di grandi dimensioni come l'invaso del Locone o quello di Conza della Campania e, senza essere profeta di sventura ma soltanto per essere realisti, se uno di questi invasi dovesse cedere o se dovesse essere oggetto di un attentato terroristico o, semplicemente, se le paratie dovessero essere aperte perché l'invaso è troppo pieno, si produrrebbe un onda di piena verso valle che sommata ad un livello già alto finirebbe per fare esondare il fiume attraverso un sistema di arginature che è forato in più punti e che andrebbe potenziato e salvaguardato. Oggi la situazione è particolarmente a rischio per gli agricoltori che operano in prossimità dell'alveo, ma soprattutto per coloro i quali vivono nei villaggi turistici costruiti in prossimità della foce.

L'area della foce, oggi parco naturale regionale, quali prospettive di sviluppo è in grado di generare?

La foce del fiume, con la sua area umida ha rappresentato per millenni il luogo di sosta dell'avifauna di passo sulle rotte migratorie. L'area umida della foce ha rappresentato per migliaia di uccelli una specie di autogrill nel quale sostare lungo le grandi rotte migratorie. L'intento del parco regionale, la creazione delle zone SIC e delle zone Zps, avevano proprio il compito di tutelare e salvaguardare questa importante oasi. Oggi con gli ultimi provvedimenti della Legge Regionale 16 marzo 2009, n. 7, si è perso oltre il 40 % dell'originale perimetro. Alcuni tratti hanno perso la «zona due», che fungeva da cuscinetto, e questo potrà permettere ai cacciatori di appostarsi sul bordo esterno, non coperto, quindi, da alcuna norma di tutela, e sparare in assoluta tranquillità e legalità. Anche gli agricoltori hanno perso l'enorme occasione di poter veicolare il proprio prodotto attraverso il «marchio parco dell'Ofanto», quale opportunità concreta di sviluppo per le proprie colture. Alla fine il Parco risulterà l'ennesimo Ente che non produrrà nulla se non incarichi e poltrone. La speranza è che attraverso il libro si possano generare, in chi legge, sentimenti in grado di far crescere una coscienza nei confronti di un ambiente dalle enormi risorse, ma poco tutelato.

Lucia Angiulli (20 Aprile 2009 http://www.vglobale.it/)


Ofanto, prevenire i rischi per portare sviluppo

Martedì 21 Aprile 2009 09:54 Corriere dell'Ofanto Online

Barletta - Il recente terremoto di L’Aquila ha dimostrato a tutta Italia quanto importante possa dimostrarsi la prevenzione nei casi di improvvisi disastri. Eppure in Puglia, nei pressi della foce del fiume Ofanto, già dal 2006 il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, insieme al ricercatore e geologo Mario Tozzi, hanno messo in guardia le Amministrazioni locali circa la realizzazione di opere urbanistiche a ridosso del letto del fiume, ma rimanendo inascoltati. Eppure tutte le ricerche ritengono altamente probabile un’esondazione dell’Ofanto proprio nella zona della foce nei prossimi anni, e le prime avvisaglie si sono già manifestate lo scorso inverno.

È questo solo uno degli aspetti rimarcati da Ruggiero Maria Dellisanti nel suo nuovo libro dal titolo Le risorse dell’Ofanto. Economia e ambiente nella valle del fiume (pp. 208, euro 16) pubblicato dalla Stilo Editrice. Il geologo barlettano torna dunque a occuparsi del più lungo fiume della Puglia cantato da Orazio, e lo fa tracciando con precisione i due poli opposti del rischio ideogeologico e della valorizzazione del territorio della valle del fiume dai quali dipende il futuro dell’Ofanto. Il fiume è sottoposto all’aggressione antropica da circa trent’anni, ma né la magistratura né lo status di “area protetta” hanno finora salvaguardato l’ambiente dal rischio di disastri ambientali. Il tutto nel silenzio quasi generale delle Amministrazioni locali preposte alla tutela del territorio ofantino.

D’altra parte, Dellisanti indaga minuziosamente le straordinarie opportunità che un’economia sostenibile offre nel territorio del bacino idrografico dell’Ofanto, dalla sorgente in Irpinia fino alla foce nella Bat, attraverso una molteplicità di itinerari turistici a basso impatto ambientale. Opportunità per creare ricchezza che il nuovo parco regionale potrebbe far decollare definitivamente, se venissero meno le resistenze, talvolta aggressive, di lobby che mirano all’utilizzo di quelle aree a fini edilizi o per la collocazione di nuovi siti inquinanti. Uno sviluppo del bacino dell’Ofanto è dunque possibile, se solo la popolazione che ne abita la valle ne diventasse pienamente cosciente. (http://www.corriereofanto.it)


La recensione apparsa sul giornale BarlettaLive.it il 15/09/2009 (pdf)


il link al video di presentazione


La recensione pubblicata sul quotidiano Barisera il 21 settembre 2009 (jpg)


Intervista/recensione del "Corriere del Mezzogiorno" di Mercoledì 30 Settembre 2009


Ruggiero Maria Dellisanti

Le Risorse dell’Ofanto

Economia e ambiente nella valle del fiume

Stilo Editrice, marzo 2009, Collana vita sociale. ISBN 978-88-87781-97-7 pp. 208, cm 14x21, ill. € 16,00

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