In Marco
Scalabrino il lirismo è rappreso, raggrumato, tenuto a freno affinché
non abbia ad esplodere così da apparire plateale, ma ugualmente è
intriso di sincerità, passione, credibilità, persino di strazio, senza
quelle ipertrofie che tuttora tanto sembrano conquistare e colpire cuori
e fantasie.
Misura, ritegno,
controllo, voglia insopprimibile di cogliere di ogni situazione,
esperienza, stato d’animo, l’aspetto meno scontato, quello più
sottaciuto e profondo costituiscono una poesia matura, sostenuta da
certezze che sfiorano il rischio, ma offrono con pudica schiettezza un
iter poetico che non si è mai lasciato impastoiare né corrompere da
facilonerie a vario titolo. La casualità non attiene al suo poiein:
inchiostro e foglio bianco, parola e silenzio si appoggiano l’una
all’altro, in una sinergia che va oltre la posizione dialettica
diventando amalgama per un terreno di coltura che l’artista seminerà con
le sue pause, scansioni, interruzioni, al fine di dare il voluto risalto
ai suoi esiti.
(Flora Restivo,
dalla Prefazione)
Marco Scalabrino “La casa viola”, prefazione di Flora Restivo,
con traduzioni in varie lingue, Catania, Edizioni del Calatino,
“Ferule”, 2010. |