Le mille città del Sud

Benevento

 

Adagiata nella valle formata dai fiumi Sabato e Calore, la città fu fondata dai Sanniti, con il nome di Maloentum (Maleventum). A celebrazione della vittoria contro Pirro re dell'Epiro nel 275 a.C., avvenuta nelle vicinanze, I Romani cambiarono il nome della città in Beneventum, in segno di ringraziamento. Alla caduta dell’Impero Romano, seguì un secolo di lotte ed invasioni, finché nel 571 d.C. Benevento fu assoggettata dai Longobardi. Nell’VIII secolo divenne ducato, per poi divenire alla fine del Mille feudo della Chiesa, il cui dominio, a volte solo formale e spesso conteso dai re di Napoli, durò fino al 1860. Benevento, quindi, fu per secoli un'anomalia, possedimento del papato all'interno del Regno di Sicilia. Infine, a seguito dell’invasione sabauda del 1860, fu quindi creata ex novo da Garibaldi la Provincia di Benevento, suddividendo il territorio del Principato Ultra. Sotto le mura della città finì nel 1266 l’epopea della potenza normanna, insieme alla vita di Manfredi.

La visita della città, con la sua pianta urbana fatta di palazzi, resti romani e chiese nascoste, offre molte sorprese al visitatore. Partendo da piazza Roma incontriamo l'Arco di Traiano.

Arco di Traiano, particolare

L'Arco di Traiano

È il più imponente e meglio conservato arco di trionfo del mondo fuori Roma. Fu eretto tra il 114 e il 117 d.C. in onore dell'imperatore, per celebrare la realizzazione del tratto di via Appia che collegava Benevento al porto di Brindisi [bei tempi, quando si realizzavano ancora opere pubbliche al Sud!].

Arco di Traiano, particolare

L’arco è alto più di 15 metri, realizzato con blocchi di pietra calcarea ricoperti da lastre di marmo, ed è ricoperto completamente da magnifici i rilievi sulle imprese traianee. L'imperatore è raffigurato soprattutto in veste civile, mentre dispone la distribuzione di cibo ai bambini poveri, e durante il trionfo sui Daci.

Santa Sofia

La piccola chiesa di Santa Sofia è l’altro capolavoro di Benevento. Fu fondata con l’annesso monastero nell’VIII secolo dal duca longobardo Arechi II. Molto bello è il portale del XII secolo, ma l'unicità della chiesa sta tutta nell'interno. La forma è infatti inconsueta, caratterizzata da una parte centrale esagonale intorno alla quale si sviluppa un dodecagono, a sorreggere la cupola. Le colonne sono eleganti e leggere, e le pareti conservano ancora tracce degli affreschi originali.

Ornamento delle colonne

Il chiostro romanico

Negli attigui locali dell'antico monastero, dallo splendido chiostro romanico del XII secolo, è sistemato il Museo del Sannio, allestito in 48 ambienti, e diviso in quattro sezioni: archeologica, numismatica, d'arte medievale e moderna, pinacoteca.

Il Duomo

Eretto tra il VII e il XII secolo e poi, fu semidistrutto dai bombardamenti americani del 1943. Dell'edificio originale non resta che la facciata duecentesca, in cui si possono individuare le tracce della storia cittadina: resti romani inglobati nella struttura, frammenti bizantini e iscrizioni d'epoca longobarda. Pregevole il rosone centrale (bizantino) del loggiato del secondo ordine. Il portale centrale ospitava una monumentale porta bronzea duecentesca che è stata riposizionata nell'atrio. Anche il campanile è decorato da frammenti romani, come la figura di un cinghiale che, nei secoli, divenne il simbolo della città.

Il Bue Apis

la statua del dio egizio Apis in forma di toro, popolarmente chiamata Bue Apis, risale all’epoca dello splendore della città romana, quando ornava il tempio di Iside dedicato all'imperatore Domiziano.

Il Teatro Romano

L'anfiteatro romano

Il teatro venne costruito nei II secolo, per volere degli imperatori Adriano e Caracalla. L’emiciclo misura 90 metri di diametro ed è una struttura veramente imponente, anche se dei tre ordini di arcate che lo cingevano restano solamente buona parte del primo, le strutture del secondo, la cavea, l'orchestra e un ambiente della scena. In estate ospita un nutrito programma di rappresentazioni classiche. Non lontano dal Teatro Romano, si trova l'antica l’antica Port'Arsa, che si apre nelle mura longobarde. Il singolare nome deriva da una fornace medievale, che qui operò per secoli nella produzione di calce. Nelle vicinanze vi è la torre della Catena, fortilizio della stessa cinta muraria. Nella rocca dei Rettori o castello, del 1321, è ospita la sezione storica del museo del Sannio.

La Madonna delle Grazie

La via Traianea

Percorso il lungo tracciato delle antiche mura della città, si raggiunge la chiesa della Madonna delle Grazie, che risale all'Ottocento. All'interno è conservata la statua cinquecentesca in legno dipinto della Madonna delle Grazie che aveva il compito di proteggere Benevento dalle epidemie.

La città

Dirigendoci a sud verso il fiume Sabato incontriamo quindi il ponte Leproso, tipico ponte romano a schiena d'asino con quattro arcate originarie.


Dintorni

Montesarchio

Caratteristica cittadina di cui si hanno notizie fin dall'XI secolo, dominata dal castello costruito nel XV secolo. Dal paese ci si può recare ad Arpaia dove vi è la gola omonima probabilmente identificabile con le Forche Caudine dove, nel 321 a.C., i Sanniti sconfissero i Romani.

Sant'Agata dei Goti

vedi pagina dedicata

Telese

Ha origine nel medioevo, e fu edificata sulle rive del fiume Calore, utilizzando le rovine della vicina Telesia, antica città sannitica che venne ingrandita e fortificata dai romani intorno all'inizio del II secolo a.C. L'area archeologica di Telesia resta un’importante meta di visita: tra Telese e San Salvatore Telesino, vi sono antiche strade lastricate segnate dai carri, resti di mura imponenti, lunghe più di due chilometri e mezzo, con quattro porte, che conducono all'anfiteatro. Da vedere, vi sono anche i resti dell'antica cattedrale del X secolo, dall’imponente campanile. Oggi è un rinomato centro termale. Le sorgenti sulfuree emersero a seguito del terremoto del 1349 e da allora i Napoletani presero l’abitudine di bere l’acqua di Telese, trasportata in città in caratteristici piccoli otri di terracotta, le mummole

Cerreto Sannita

Cittadina di origine medievale, fu distrutta da un terremoto all'inizio del '600 e completamente ricostruito in base a una pianta regolare di epoca barocca. A Cerreto sono da visitare la cattedrale della Trinità, edificata nel 1739, e la chiesa di San Martino, dall'ampia scalinata monumentale.

Le gole presso Cerreto

Cerreto Sannita è il punto di partenza ideale per le escursioni sulle montagne del Matese. Seguendo le profonde gole verso le colline ondulata, si possono raggiungere Cusano Mutri e Pietraroja, dove vi è un interessante parco dedicato ai grandi fossili, adagiata ai piedi del monte Mutria, di candido calcare.

Guardia Sanframondi

È uno splendido gioiello medievale, abbarbicato su uno sperone roccioso circondato da una piana fitta di viti e olivi. Molto interessanti i resti del castello e la chiesa dell'Annunziata, che custodisce una statua lignea romanica della Madonna. Nella parte più alta dell'abitato è la basilica di San Sebastiano, con un portale del '500.

Faicchio

Sui primi contrafforti delle rocciose montagne del Matese, sorge Faicchio con un bel castello ducale del XV secolo.

Faicchio, San Pasquale

Subito fuori del paese, sulle pendici del monte Acero, si vedono i resti di una fortificazione sannitica del IV secolo a.C., unita alla cinta muraria posta a sud.

Monte Taburno

Dall'eremo di San Michele, arroccato sulla roccia, si può gustare lo splendido panorama, che si allarga a oriente fino a Benevento, mentre a occidente si stagliano le pendici del monte Taburno, alto 1394 metri. Il massiccio ospita una fantastica scala botanica che, dalla vite e dall'olivo, passa attraverso le querce, i castagni e arriva infine alle foreste di faggio degli altipiani. Al centro v’è Camposauro, dove cavalli allo stato brado pascolano sul pianoro. Più in giù, una ripidissima Via Crucis scende verso Foglianise, noto per la sua festa del 16 agosto, fatta di carri che trasportano in una sfilata elaborate costruzioni di paglia a celebrare la mietitura.

Il vino del Sannio

"La viticoltura da queste parti è figlia della cultura greca, i suoi affinamenti sono farina del sacco degli etruschi" spiegano nelle cantine all'avanguardia nella rinascita dei vini del Sannio.

Un pugno di appassionati viticoltori che sta facendo lentamente conoscere in tutta Italia i vini, nobilissimi, come la Falanghina e il Solopaca. In questa direzione di valorizzazione enogastronomica sta andando una promozione del territorio, già partita dal marchio di qualità del "Sannio Beneventano", curato dall'AGRIDIR di Benevento.


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