Le mille città del Sud

Bari

Bari 1770

La storia

Alla metà del IX sec. "giace una città chiamata Barah che non è in mano ai Bizantini, ma fa parte del gastaldato di Canosa". Nell'840 Bari fu occupata dai pirati Saraceni, che la fortificarono e ne fecero una sicura base di operazioni, rappresentando una grave minaccia per i circostanti territori longobardi e bizantini e per il commercio veneziano nell'Adriatico; fu però un potente fattore rivitalizzante per la città, favorendo le vocazioni marinare, rianimando il commercio e l'integrazione tra le popolazioni presenti nel territorio.

Durante l'emirato, Bari ricevette una evidente impronta urbana musulmana, ancora oggi presente nel centro antico lastricato con "chianche" di pietra. Dall’868 all’871 la città fu assediata dai Franchi e quindi conquistata, tornando nell'orbita dei Longobardi beneventani, vassalli dell'imperatore. Con la rivolta di Benevento contro i Franchi nell'876, nella città si instaurò un duraturo potere costantinopoliano, fino alla conquista normanna del 1071 (cfr. Strateghi e catapani bizantini a Bari). Nel 1087, l'Abate Elia guidò il colpo di mano della "translatio" delle ossa di San Nicola, antico Vescovo di Mira. La crescita demografica ed il commercio, determinavano intanto un rapido progresso, grazie al quale Bari divenne la città più famosa, ricca ed attiva delle Puglie.

La Basilica di San Nicola

Si diede avvio alla costruzione di due grandi complessi: la Basilica di San Nicola e la Cattedrale. Nel 1089 la cripta della Basilica era terminata ed il pontefice Urbano II vi depose le ossa del Santo. Ancora oggi i padri Domenicani, conservatori del tempio, raccolgono la santa Manna, il liquido che si forma periodicamente dentro il sepolcro e che viene distribuito nella ricorrenza della festa dell'8 maggio. La Basilica ospita anche il monumento di Bona Sforza, duchessa di Bari e regina di Polonia; di grande interesse è "l'altare del patrocinio", realizzato nel 1684 in argento, da orafi napoletani. Intorno alla seconda metà del XII sec., fu costruita la Cattedrale (la precedente, del 1064, era andata distrutta) e ultimata dopo circa un secolo.

Palazzo Traversa, domina Piazza Ferrarese, cuore della movida barese, Quartiere Murat

San Nicola

Era il 9 maggio del 1087, di domenica pomeriggio, allorché sessantadue marinai baresi, tra i quali alcuni sacerdoti, accolti da una folla acclamante, sbarcarono a Bari con un prezioso carico: le reliquie di San Nicola, trafugate da Myra in Licia (Asia Minore), città della quale il Santo era stato vescovo nel IV secolo. Secondo la tradizione, i Baresi avevano preceduto di poco una spedizione di Veneziani, che si erano recati a Myra nello stesso periodo e con il medesimo scopo. L'arrivo delle reliquie catalizzò subito l'attenzione dei Baresi che cominciarono a cercare un luogo idoneo per la costruzione di una Basilica, per accogliere degnamente i resti mortali del Santo di Myra. Due anni dopo, era ormai terminata la costruzione della cripta nella quale Urbano II, il 1° ottobre 1089, depose l'urna contenente le reliquie alla presenza di una folla esultante.

San Nicola

L'impresa dei sessantadue marinai baresi, tipica della mentalità religiosa medievale, venne assumendo un'importanza sempre maggiore sul piano non solo religioso, ma anche civile, socio-economico e culturale, e influì profondamente tanto sulla storia di Bari, che da allora assunse una dimensione internazionale, quanto sulla diffusione del culto di San Nicola nel mondo.

Gli orizzonti della città, che nel 1138 adottò ufficialmente il Santo come patrono, si allargavano così all'Europa e al Mediterraneo, percorsi tra XI e XII secolo da idealità e fermenti nuovi, che trovarono fortunata eco e rispondenza nei nuovi signori di Bari, i Normanni, i quali contribuirono così a far assumere alla città un diverso ruolo e una più significativa dimensione. A partire da quell'epoca, infatti, Bari fu visitata da papi, crociati, imperatori, conti, fanti, cavalieri, monaci, gente di alto rango e di umili origini, e finì col costituire una tappa quasi obbligata nell'itinerario che i pellegrini percorrevano abitualmente per raggiungere i luoghi santi della Palestina. È quanto fece, per esempio, Beniamino ben Yonah, un Ebreo di Tudela in Navarra (Spagna), che, nel 1159, passando per Bari, definì la città "Colo (=Nicola) di Bari"; all'incirca nella stessa epoca, alcuni cronisti tedeschi designavano Bari come "porto di San Nicola": segno evidente che, ad appena una settantina d'anni dalla traslazione, la città si era già identificata col suo Santo.

Un anonimo autore medievale così cantava le sue lodi: "Se avessi mille bocche e mille lingue, non riuscirei a contare tutte le chiese costruite in onore del glorioso San Nicola". Un Santo in cui i Baresi continuano a riconoscersi.

Bari, Lungomare e Palazzo della Provincia, veduta panoramica da Palazzo Traversa

Intorno al 1140, Ruggero II diede inizio alla costruzione del Castello, sugli avanzi di una primitiva fortezza greco-romana. Federico II e Manfredi favorirono lo sviluppo delle piccole aziende produttive: vigne, frutteti, ma soprattutto oliveti e frantoi, tanto che la produzione dell'olio divenne tra le più importanti. Nacquero borghi, casali, residenze e villaggi fortificati alla costruzione dei quali gli Svevi dettero un notevole incremento.

Bona Sforza, figlia di Isabella d'Aragona, nipote di Ludovico il Moro, visse a lungo nel Castello di Bari

 

Successivamente, durante le epoche angioina e aragonese, iniziò per la città una stagione di decadenza dovuta sia alla preponderanza della marineria veneziana sia alla infeudazione dei centri abitati interni. La pestilenza del 1350 dette il colpo di grazia alla stagione felice di Bari.

Il Castello nella Città Vecchia

Con l'ascesa al trono di Napoli di Carlo di Borbone nel 1734, con l'aumento costante della popolazione, e con l'esigenza della borghesia mercantile di espandersi e di differenziare le sue forme urbane, la città si risvegliò, cominciando a darsi un nuovo assetto urbanistico: la costruzione delle "cortine", vere barriere di case, come quella che dalla Cattedrale si estende lungo il lato lungo a sud del Castello, o quella di Palazzo di città.

Bari, il Rotolo dell'Exultet

Gioacchino Murat fece di Bari un capoluogo di Provincia. Ma erano già stati i Borbone a disegnare una nuova città extra-moenia, non distruggendo la città vecchia. Il "nuovo borgo", iniziato da Murat e terminato da Ferdinando II, è una maglia a griglia di ortogonali, dove spiccano il Teatro Piccinni, il Palazzo di Governo, il Palazzo dei Ferrara e l'edificio dell'Ateneo. La strada per Napoli, la capitale del Regno, tangente la città vecchia, divenne il Corso della città, oggi Corso Vittorio, e l'elemento di divisione tra il borgo antico e quello nuovo.

Gentile da Fabriano, "Pellegrini"

I primi anni del '900 vedono la costruzione di due Teatri: il Margherita e il Petruzzelli, quest’ultimo, distrutto da un incendio ed oggi ricostruito, è tra i principali teatri lirici del sud.

Bari, scorcio del Quartiere Murat, visto da Palazzo Traversa, con il Teatro Margherita, Piazza Ferrarese, Corso Cavour.

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