Bari, per quasi due secoli, fu il
principale centro e la sede della massima autorità
bizantina nei territori occidentali dell’Impero romano
d’Oriente. Dopo la fine dell’emirato arabo e una breve
parentesi longobarda, nel 876 la città diventò il
capoluogo del Théma di Longobardia, provincia che
comprendeva la Puglia e i territori campani sino a
Benevento contesi ai principati longobardi. Il Théma era
governato da un funzionario imperiale detto stratego
che concentrava nella sua persona sia i poteri militari
che quelli civili. Tra il 970 e il 975 Bari divenne la
sede del Catapanato d’Italia retto da un nuovo
funzionario d’alto rango: il Catapano che aveva
giurisdizione su tutti i possedimenti bizantini nella
penisola italica. Spesso tali incaricati, nominati
direttamente dall’imperatore, appartenevano
all’aristocrazia della corte costantinopolitana o erano
imparentati con la famiglia imperiale. Il Catapano di
Bari occupava il 29° posto nell’ordine delle precedenze
ai banchetti e alle cerimonie di corte a Costantinopoli.
Il dominio bizantino a Bari si protrasse sino al 1071,
quando ebbe fine a causa della conquista normanna.
La sede del governatore bizantino a
Bari era presso il Palazzo del Catapano o Pretorio (to
Praitorìon) che sorgeva nei pressi del porto vecchio
nell’area oggi occupata dalla Basilica di S. Nicola, dal
portico dei pellegrini e da S. Gregorio. Nella
diplomatica barese è noto come
«curte Praetori pubblici o curte domnica que dicitur
Catapani».
Si trattava di un recinto fortificato di grandi
dimensioni comprendente il Pretorio (alloggio del
Catapano, uffici amministrativi e Tesoro), la cappella
“palatina” di S. Demetrio, una caserma con portici e
torre di presidio, un vestibolo di ingresso e almeno 4
chiese (S. Sofia con oratorio ed ospizio, S. Eustrazio,
S. Basilio e S. Giovanni apostolo). Fu costruito ex
novo probabilmente verso la fine del X secolo o
l’inizio dell’XI per accogliere il nuovo funzionario a
capo del Catapanato. Il Palazzo del Catapano è ricordato
dall’imperatore Costantino Porfirogenito (913-959)
all’interno del Kàstron Bàreos capitale
dell’undicesimo théma di Longobardia.
Di seguito tenteremo una breve
ricostruzione di tutti (o quasi) i funzionari bizantini
che nel corso di due secoli governarono a Bari.
Minacciata dalle scorrerie dei
saraceni, Bari si rivolse allo stratego bizantino
di Otranto, Gregorio. Questi entrò in Bari il 25 dicembre
876 e pose qui la sua residenza. Bari diventò capoluogo
del théma bizantino di Longobardia. Restò in
carica sino al
885. A lui successe Niceforo Foca e poi Teofilatto. Nel
888 fu Bari assediata e conquistata dai Longobardi,
tuttavia fu ripresa subito dopo dai Bizantini guidati
dal patrizio Costantino (887-888); dopo di ché fu
sostituito dal patrizio Giorgio a cui successe nel 892
Simbaticio e nel 894 di nuovo Giorgio che spostò la
capitale bizantina a Benevento. Nel 894 il patrizio
Barsacio, successore di Giorgio, riportò la capitale
definitivamente a Bari. Nel 905 è attestato lo
stratego Melisseno o Melisiano, nel 915 lo
stratego Nicola Picingli batteva i Saraceni al
Garigliano. Lo stratego Urseolo cadeva
combattendo i Longobardi ad Ascoli Satriano nel 921. A
luì subentrò Anastasio. Nel 938 Basilio Kladon era
stratego di Longobardia e Calabria. A lui seguirono
Imogalapto (940), Malakinos e Mariano Argiro stratego
di Longobardia e Calabria (955-963). Nel 965 arrivò a
Bari il magistros Niceforo Hexakionites nuovo
stratego di Longobardia e Calabria. Nel 968 Ottone
1°
di Sassonia assediò Bari, ma la città resistette; l’anno
seguente (969) il patrizio Eugenio catturò Pandolfo I
Capodiferro, alleato di Ottone 1°, a Bovino. Nel 970
Michele Abidelas fu sconfitto dalle truppe tedesche ad
Ascoli Satriano.
Michele Abidelas fu probabilmente il
primo catepano (o catapano) d’Italia (come
risulta da un atto del 975). I Catapani di Bari in tutto
furono una trentina. L’11 luglio 982: i fratelli Sergio
e Teofilatto, capi del partito filobizantino,
riconsegnarono Bari, precedentemente ribellatasi ai
Bizantini, nelle mani del catepano Calociro
Delfinas (982-983). Implicato in una congiura contro
Basilio II fu ucciso per impiccagione. A lui successe
Romano (985). Nel 989 il catepano Giovanni
Ammiropulo fece giustiziare Nicola “criti”, Leone
Scannato e Porfirio probabilmente capi del partito
antibizantino. Nel 998 il catepano Gregorio
Tarcaniota giunse a Bari. A lui si deve un’energica
repressione degli ultimi focolari di rivolta
antibizantina. Nel 1006 Alessio Xiphias fu catepano
e morì a Bari nel 1007, era nonno dell’imperatore
Alessio Comneno. A lui subentrò nel 1008 Giovanni
Curcuas (1008-1010) anch’egli morto nel capoluogo
pugliese. Nel maggio 1010, dopo una rivolta
antibizantina guidata da Melo di Bari, giungeva in città
il nuovo catepano Basilio Argiro detto
Mesardonide (1010-1016) che fece ricostruire nel 1011 la
Corte del catepano. Egli era accompagnano da
Tornikios detto Contoleon che lo sostituì nel 1017. Dopo
essere stati sconfitti per tre volte dai Normanni
chiamati da Melo, a capo dei Bizantini d’Italia è
chiamato Basilio Bojoannes (1017-1028) che sconfisse
Melo a Canne. Secondo alcuni studiosi (Lavermicocca),
Basilio Bojoannes sarebbe stato il più grande
catapano. Alcuni funzionari imperiali furono
committenti e fondatori di chiese: Cristoforo Burgaris
(1028-1029) fondò la chiesa della
«Panaghia dei Calderai» a Salonicco; mentre Poto Argiro
(1029-1032) fondò la chiesa di S. Maria e dei SS.
Giovanni Battista ed Evangelista fuori le mura di Bari
in località detta Putem Greci. Nel 1032 era
catepano Michele (1032-1033), camerlengo e giudice del
“Velo” e dell’Ippodromo di cui si conserva il sigillo
plumbeo nell’Archivio di S. Nicola), mentre del suo
successore Costantino Leo Opos (1033-1038) si conserva
in un matroneo di S. Nicola un capitello di iconostasi
con criptogrammi scolpiti (sul primo Patrizio e
sul secondo Leonti). Nel 1038 divenne catepano
Michele detto Sfondili, a lui seguì Niceforo
Dokeianos che governò durante un periodo di feroci lotte
intestine nella città di Bari; fu ucciso ad Ascoli
Satriano nel 1040 durante una rivolte di milizie
ausiliarie pugliesi. Nel 1041 Michele Dokeianos,
catepano dall’anno precedente (1040) giunto dalla
Sicilia, fu sconfitto dai Normanni ed a stento riuscì a
rifugiarsi a Bari. Il 3 settembre 1041 a Montepeloso
(l’attuale Irsina in Lucania) venne catturato Boioannes
(figlio o parente del più famoso Basilio) mandato a
sostituire Michele Dokeianos dopo la disfatta con i
Normanni.
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Bari, la Cattedra di Elia |
Nell’aprile 1042 sbarcò a Taranto il celebre
generale Giorgio Maniace (1042-1043), valoroso ma anche
sanguinario, impegnato nella lotta contro il partito
antibizantino guidato da Argiro figlio di Melo. Nel
giugno 1042 divenne imperatore di Bisanzio Costantino IX
Monomaco, legato agli avversari del Maniace che venne
destituito nei mesi successivi e sostituito nel febbraio
1043 da Basilio Teodorokanos che tuttavia tornò a
Bisanzio nel luglio dello stesso anno. Forse a fare le
sue veci a Bari rimase un certo Chageas (forse da
identificare con Costantino Chageas stratego dei
Ciberroti nel 1035) che nell’autunno del 1045 tornava
con Argiro, orami passato nel partito filobizantino, a
Costantinopoli. Verso la fine del 1045 giunse a Bari il
nuovo catepano Eustrazio Palatinos (1045-1046)
che subì una dura sconfitta dai Normanni a Taranto nel
maggio 1046. Intanto a Bari il partito filonormanno
trattava con il conte Umfredo e il Bizantini non
poterono che assistere impotenti. Nell’autunno 1046
giunse inaspettatamente il nuovo catepano
Giovanni Rafayl (1046-…) comandante della Guardia Varega
che trattò con i maggiorenti barese per la liberazione
di Eustrazio Palatinos asserragliato nella Corte del
Catapano. Con le navi vareghe Giovanni Rafayl tuttavia
si diresse alla volta di Otranto cercando di
riconquistare Lecce. A Bari prevalse il partito
filonormanno e dal 1047 il governo passò nelle mani di
Adralisto.
Oramai i Bizantini si avviavano a perdere i
territori dell’Italia meridionale a favore dei Normanni. Argiro (1051-1058) fu il più importante uomo politico
del tempo, prudente e colto in ogni campo, grande ma
sfortunato diplomatico nel 1058 di fronte all’avanzata
normanna dovette tornare a Bisanzio ed il governo di Bari
fu affidato a Scinuri. Ultimi catepani di Bari
furono Marules (1060-1061), Siriano (1062) e Abulchares
(1063-1064). Nel 1064
Roberto il Guiscardo minacciava
per la prima volta Bari. Nel 1066 l’arcivescovo di Bari
Andrea si recò alla corte imperiale per chiedere aiuti
militari; a settembre giunsero contingenti di vareghi
guidati da Michele Maurikas che conquistarono Brindisi e
Taranto. L’assedio normanno a Bari ebbe luogo solo
qualche anno dopo, il 5 agosto 1068, mentre all’interno
della città si fronteggiavano le fazioni filobizantina e
filonormanna. Il governo di Costantinopoli inviò una
flotta guidata dal catapano Avartuele che fu
intercettata dalle navi normanne e fortemente decimata.
Solo poche navi bizantine entrarono nel porto di Bari
nel settembre 1069, potendo fare ben poco. Il 16 aprile
1071, alla vigilia della domenica delle Palme, Roberto
il Guiscardo entrò a Bari: cadeva la capitale del
Catapanato ed era la fine del dominio bizantino in
Italia meridionale che, dopo aver gravitato nell’Oriente
bizantino per due secoli, iniziava il suo avvicinamento
all’Occidente europeo.
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Roberto il Guiscardo investito da papa Niccolò II del titolo di duca |
Tuttavia, nonostante la conquista normanna, Bari
continuò a rimanere una città bizantina: i notai
continuavano ad intitolare i documenti nel nome degli
imperatori bizantini, firmati in calce da testimoni in
lingua greca; un catapano faceva le funzioni del
duca Roberto e rimasero in vita tutte cariche bizantine
(spatari, candidati, protospatari, giudici – kritis
– turmarchi, comites della Corte imperiale,
etc.); la chiesa barese nell’Exultet della notte di
Pasqua continuava pregare per il basileus Alessio
con l’aggiunta del duca Roberto e di sua figlia; le
famiglie aristocratiche bizantine continuarono i loro
commerci; gli usi liturgici e il rito greco non ebbero
restrizioni in città; nei pagamenti continuava ad essere
usata la moneta bizantina.
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San Nicola
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L’ultimo tentativo di riconquista di Bari da parte dei
Bizantini ebbe luogo tra il 1143 e il 1156, tuttavia con
esiti disastrosi. Nel 1156 il re normanno Guglielmo il
Malo ordinava la distruzione di Bari per punire i
baresi, schieratisi con i Bizantini, che avevano
distrutto il castello –dimora del sovrano.
Il sogno bizantino di questa città era finito per
sempre. Persa l’egemonia politica, Bari avrebbe
conservato un primato religioso nel nome del più
bizantino di tutti i santi: Nicola.
Vito Ricci
Gennaio 2010
Testi consultati
-
AA. VV., Storia di Bari,
diretta da
F. Tateo, 1.Dalla Preistoria al Mille,
a cura di
R. Cassano, G. Musca e M. Pani,
Roma-Bari 1989.
-
AA. VV., Storia di Bari,
diretta da
F. Tateo, 2.Dalla conquista normanna al
Ducato sforzesco, a cura di
G. Musca e F.
Tateo,
Roma-Bari 1990.
-
Nino Lavermicocca,
Bari bizantina. Capitale mediterranea, Bari 2003.
-
Nino Lavermicocca,
Bari bizantina.
1071-1156: il declino, Bari 2006.
-
Giorgio Ravegnati,
I Bizantini in Italia, Bologna 2004.
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