La
nascita di Baldassarre Cossa si fa generalmente risalire
al 1367. Nacque presumibilmente nel Castello d'Ischia,
dove la famiglia aveva la residenza principale e del
quale il padre era governatore militare. A differenza
dei fratelli, abbracciò la vita ecclesiastica, ma con lo
stesso spinto con cui gli industriali scalano la grande
finanza. Non era molto alto, ma possedeva un corpo
possente ed una volontà di ferro.
Condusse gli studi teologici a Roma; quelli giuridici li
completò a Bologna. Quando alla fine degli studi gli
amici gli chiesero dove andasse, Baldassarre rispose
senza esitazione: "vado a Roma a farmi consacrare papa".
Fu aiutato dal destino. Nel 1389 veniva eletto papa
Bonifacio IX, parente lontano della madre di
Baldassarre, Cicciola-Barile. Come primo incarico
Baldassarre fu investito della dignità canonicale di
arcidiacono del duomo di San Petronio in Bologna, carica
che comprendeva anche la reggenza della locale
università.
Nel 1402, a soli 35 anni, fu creato cardinale diacono
con il titolo di S. Eustachio. Fu rispedito a Bologna
come legato papale, si disse perché il papa era
infastidito dalla relazione "more uxorio" che
intratteneva con tale Caterina di Napoli. II neo
cardinale usò la nuova carica per arricchirsi a
dismisura. Per suo ordine, i lavori di costruzione della
basilica di San Petronio furono sospesi e i materiali di
costruzione, ammassati in Piazza Maggiore, venduti a
privati. I bolognesi, indignati, accusarono il cardinale
di essere stato in gioventù un pirata e di avere venduto
l'anima al diavolo.
Durante il suo soggiorno a Bologna, Baldassarre non si
dimenticò di Ischia. Alla morte del vescovo Nicola de
Tintis, egli volle reggere personalmente la Chiesa
isolana come commendatario pontificio. A quell'epoca la
Chiesa Cattolica attraversava un momento di crisi, noto
come "scisma di Occidente", le cui origini affondavano
nel trasferimento della sede papale da Roma ad Avignone.
Nonostante il ritorno del papa a Roma, i cardinali
francesi continuavano ad eleggere un proprio papa. La
spaccatura della Chiesa non era originata da dispute
teologiche, ma era alimentata da contrapposti interessi
politici.
Nel 1406 i cardinali fedeli a Roma elessero papa
Gregorio XII a condizione che rinunziasse al papato
appena si fossero aperti spiragli per la unificazione
della Chiesa. Ma né il papa di Roma, né quello di
Avignone fecero un passo avanti per trovare un'intesa:
era chiaro che nessuno dei due aveva intenzione di
dimettersi. I cardinali delle due fazioni decisero,
allora, di riunirsi nel conclave di Pisa per eleggere il
papa dell'unità. Ne uscì eletto l'arcivescovo di Milano,
che assunse il nome di Alessandro V. II nuovo papa non
solo non riuscì a destituire i due precedenti papi, ma
non mise mai piede a Roma, occupata militarmente da
Ladislao. Dopo 10 mesi ed 8 giorni di pontificato,
moriva improvvisamente Alessandro V: si disse per un
clistere avvelenato propinatogli dal medico di fiducia
di Baldassarre. Immediatamente fu indetto il conclave a
Bologna, controllata militarmente dal Cossa. Come era
intuibile fu eletto papa Baldassarre, che assunse il
nome di Giovanni XXIII, forse in ricordo del padre
Giovanni (17 maggio 1410).
Il
giorno di Pasqua del 1411, Giovanni XXIII sconfisse il
re di Napoli Ladislao ed entrò trionfalmente a Roma.
Ladislao non ebbe il tempo di preparare la rivincita;
morì, intatti, qualche anno dopo, di sifilide
mischiatagli da una prostituta perugina. Rimaneva il
problema dello scisma. Dalla Germania il giovane
imperatore Sigismondo faceva pressioni sul papa perché
convocasse il concilio per ridare finalmente pace ed
unità alla Chiesa. Dopo molti tentennamenti, il 5
novembre 1414, nella città tedesca di Costanza, Giovanni
XXIII apriva la sessione conciliare. Durante i lavori fu
fatto circolare tra i padri conciliari un libello
anonimo, nel quale erano elencati 72 capi di accusa
contro il papa. Il papa era accusato di essere "un
grandissimo sodomita", di essersi fatto eleggere con la
violenza, di aver avvelenato il papa precedente, di
disprezzare gli uffici divini, di aver commesso "incesto
con la moglie del fratello e con monache, stupro con
vergini e adulterio con maritate". Secondo Teodorico di
Niem, suo segretario particolare, Giovanni XXIII, in un
solo anno aveva intrattenuto rapporti con 200 donne
diverse, tra sposate, vedove e vergini. Nonostante le
accuse, papa Cossa si sentì al sicuro. Prestò anche il
giuramento di rinunzia al papato, qualora gli altri due
papi avessero fatto altrettanto.
Ma
il giovane imperatore tramava nell'ombra per farlo
destituire ed incarcerare. Giovanni XXIII, avvertito da
spie sulle intenzioni di Sigismondo, fuggì a Sciafussa
dove l'attendeva il duca Federico d'Austria, suo amico
fidato. L'assemblea conciliare affermò, intanto, la
teoria che il concilio era superiore a qualsiasi papa.
Sigismondo, da parte sua, preparò un esercito per
occupare le terre di Federico d'Austria, che aveva osato
dare ospitalità ad un papa inviso a tutti. Federico, nel
timore dell'invasione, consegnò il papa in catene
all'imperatore. Nella prigione di Rodolfzell,
Baldassarre fu costretto a firmare la rinunzia al
papato. Nonostante ciò, fu rinchiuso in diverse
prigioni: rimase confinato nel castello di Hausen per
tre anni, fino a quando i cardinali del Concilio
elessero nuovo papa Otto Colonna, che assunse il nome di
Martino V. Ormai Baldassarre Cossa non aveva più
speranze: non gli rimaneva che tentare la carta del
perdono. Incontrò il papa della riconciliazione a
Firenze e gli baciò i piedi in segno di sottomissione:
un bacio valeva bene una porpora. Difatti Martino V lo
creò cardinale vescovo di Frascati e lo confermò decano
del sacro collegio cardinalizio (1419).
Il
cardinale Baldassarre Cossa - già antipapa Giovanni
XXIII - morì poco dopo, non si sa bene se a causa delle
sofferenze subite in prigionia o per i vizi consumati in
vita. Fu tumulato nel Battistero di Firenze, nel
monumento funebre realizzato da Donatello, Michelozzo e
Pagno di Zapo Portigiani.
Bibliografia
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