"1527" è un romanzo storico, ma anche una sorta di giallo che si svolge nello scenario del sacco di Roma del 6 maggio 1527: un evento che è stato una vera e propria frattura nella Storia.
L’esercito di Carlo V, trentamila uomini, mette al sacco Roma e la tiene per più di nove mesi. Fra loro anche dodicimila mercenari lanzichenecchi, quasi tutti luterani, mentre il papa è tenuto prigioniero a Castel Sant’Angelo. Nella città devastata, la vita di ognuno, tra la peste e la fame, è appesa a un filo.
In mezzo a questi eventi, il Caso accomuna due destini, quello di Heinrich, capitano lanzichenecco, e di Messer Stefano, medico alla corte del cardinale Della Valle, così diversi per fede e per modi di vita. Intorno a loro una serie di delitti. E un’eresia che viene dal Nord. La più pericolosa perché sa parlare al cuore degli uomini: l'Anabattismo.
La storia narrata è un intreccio, tra passione e azione, di due mondi inconciliabili e venuti in collisione, quello della Riforma e della Chiesa. Personaggi vivi che non hanno nulla di pittoresco o sentimentale, ma che si muovono in una trama avvincente, tra le ambiguità e le incertezze della natura umana.
Sullo sfondo della Roma del ‘500, sono stati ricostruiti fatti e vicende realmente accadute, tentando di restituire una fisionomia reale sia ai personaggi storici, protagonisti di quella vicenda, che alla città romana. Con loro una variegata schiera di figure – soldati, capitani, uomini di corte e cortigiane - in un’era di intrighi, guerre, tradimenti e conflitti religiosi
Il contesto storico abbraccia, comunque, un periodo più ampio, inserendo la storia anche nelle vicende e profonde divisioni che caratterizzarono i primi anni della Riforma, primi fra tutti la nota Guerra dei contadini, del 1525, che sconvolse la Germania.
“1527” è un affresco di vita, con le credenze, i valori e i comportamenti nei confronti del mondo che circonda gli uomini di quegli anni, naturale e soprannaturale, i suoni, i colori e gli odori della quotidianità. Non è, però, solo un romanzo storico. Non è neppure solo un giallo noir nello scenario del Sacco di Roma. E' soprattutto – ed è forse questa la sua caratteristica più importante - un libro attuale. La storia delle profonde e sanguinose divisioni che lacerarono l’Europa al tempo di Lutero cattolici da una parte e protestanti (o riformatori) dall’altra, e che portarono alla nascita di altri movimenti radicali - primo fra tutti l’anabattismo ed il suo messaggio di egualitarismo in una società ancora saldamente feudale - non è che una trasposizione ideale, e concreta, dell’attuale scontro tra civiltà, o presunto tale, occidentale e islamica, dopo i tragici fatti dell'11 settembre 2001.
E' un libro che - impiegando un linguaggio a volte duro e scarno (quasi sensoriale), altre poetico - vuole raccontare il vero volto della guerra. Di ogni guerra. Quelle di ieri come quelle di oggi.
A completamento della presentazione, l'autore, Andrea Moneti, con il suo precedente romanzo Eretica Pravità, ha ottenuto dieci riconoscimenti o premi letterari nazionali e internazionali, tra cui il Michelangelo e Il Mario Soldati. |