Le Pagine di Storia

Il 150° anniversario del Porto d'Ischia

di Giuseppe Brandi, sindaco d’Ischia

Ora l'Isola ha preso l'aspetto più ridente e giulivo, perché la presenza della Real Famiglia l'ha in pochi anni mutata in un vero giardino, cui una Reggia estiva fa lieta e mille strade solcano per ogni verso, e vi attirano un doppio numero di nostrani e forestieri per amor di guarigione od anco sol di diporto".

Questa era Ischia e Villa dei Bagni in particolare così come la descriveva Giuseppe Carelli in una sua accurata cronaca degli eventi in cui maturarono e si dipanarono le esaltanti fasi della costruzione del "novello porto". I Borbone avevano eletto a dimora estiva la villetta del medico di corte Francesco Buonocore e, stretto un reciproco rapporto di simpatia con i nostri progenitori, li vollero gratificare di opere che avrebbero mutato le sorti di tutta l'isola.

L'apertura del lago di origine vulcanica "Pantaniello" fu, senza alcun dubbio, il coronamento di una serie di iniziative, per l'epoca di assoluto rilievo, che gettarono le basi per lo straordinario sviluppo che l'isola avrebbe avuto.

A 150 anni da quella memorabile data, Ischia si è ritrovata unita attorno al suo magico gioiello per celebrare festosamente un significativo anniversario, segno inequivocabile che i legami con la nostra storia sono ancora vivi e meritano riflessioni ed approfondimenti.

La festa è stata grande, bella, suggestiva per le sue rievocazioni, ricca di momenti in cui ciascuno di noi ha potuto coniugare e confrontare il passato, con il suo naturale rimpianto con il presente e le sue stridenti contraddizioni. Qui riflessioni, discussioni, commemorazioni, festeggiamenti.

Dal Porto Borbonico lo slancio verso un futuro travolgente che ci ha portati fino ai nostri giorni con una dose di affanni che, in parte, si sarebbero potuti evitare. Ne è palese testimonianza la sofferenza del festeggiato, il PORTO, che negli ultimi anni arranca sotto un giogo troppo gravoso per le sue eleganti ma fragili caratteristiche naturali.

Nato per un'isola che si affacciava al futuro che appena si intravvedeva, oggi deve subire la dura fatica di scalo marittimo per milioni di "nostrani e forestieri” oltre che assicurare i rifornimenti relativi.

Dalle celebrazioni emergono altri dati sorprendenti anche perché per troppo tempo volutamente ignorati da una storiografia di parte.

La dinastia dei BORBONE, vilipesa e derisa anche laddove seppe dare prove di buon governo, esce finalmente dal buio della storia nella quale era stata relegata, per prendersi una giusta rivincita. Per Ischia i Borbone furono amici munifici e lungimiranti, intravvidero il futuro, prefigurarono l'isola moderna gettando le basi perché ciò avvenisse.

Certo avrebbero desiderato che le attuali contraddizioni in cui ci troviamo mai si fossero palesate. Le grandi opere che essi realizzarono costituiscono, ancora oggi, la riprova del loro amore per Ischia per la quale preconizzarono un roseo futuro. Anche di questo, e giustamente, si è ampiamente dibattuto lungo il corso dei festeggiamenti che sono stati solenni e degni dell'avvenimento di cui si faceva memoria.

Momenti memorabili che dovranno far parte non solo della cronaca ma anche della storia che si andrà a scrivere. Il Porto che rivive la sua magia nel momento in cui, svuotato completamente da ogni parvenza di attualità, ridiventa il luogo incantato in cui gli antichi pescatori gettavano le reti e su cui Ferdinando II amava trascorrere i suoi momenti di svago. L'ingresso del simulacro della nave che l'inaugurò 150 anni orsono ed il corteo reale che, snodandosi per le vie del centro cittadino hanno ricreato l'atmosfera e l'ambiente del tempo, rimarranno nella memoria di quanti avvertirono una sincera commozione.

Nel momento in cui è doveroso trarre i dovuti insegnamenti da una vicenda storica di assoluto rilievo, rimane in noi il rimpianto per quanto si sarebbe potuto fare per un miglior utilizzo del Porto e il sincero proposito di porre tutto l'impegno e l'attenzione per ovviare alle presenti difficoltà. Al Comitato per i festeggiamenti oltre che il ringraziamento per quanto hanno saputo fare, pur con limitatissimi mezzi a disposizione, anche la promessa che la loro giusta richiesta di intitolare una piazza o una strada a Ferdinando II sarà attuata nell'immediato futuro. Un piccolo ma significativo omaggio, anche se tardivo, al Re Borbone che con la sua munificenza dotò l'isola di una risorsa fondamentale che può ben considerarsi autentico patrimonio dell'umanità.


Fonte: Ischiamondo, n. 271

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