Note
critiche
Adriana
Zambonelli è erede di una delle espressioni artistiche più importanti della
Sicilia, la creazione dei "pupi". Diversamente dalla tradizione isolana
però, i "pupi" della Zambonelli hanno un palcoscenico bidimensionale, una
tela, in cui con il proprio corpo creano uno spazio. Le creazioni sono
strettamente collegate alla peculiarità dei pupi etnei, città da sempre
considerata la più ricca e fantasiosa nella costruzione dei teatrini, solo
che il teatrino è nel suo caso un minuzioso e ricco dipinto. Nella
consuetudine etnea anche la ricchezza di decorazione dei suoi pupi, spesso
abbigliati con delle vere e proprie corazze. Naturalmente anche i temi sono
quelli tipici come la Chanson de Roland, la Gerusalemme liberata e l'Orlando
furioso. Ogni pupo rappresenta un preciso paladino, spesso Orlando e
Rinaldo, oppure Carlomagno, Angelica, Gano di Magonza (il traditore), ed i
saracini (saraceni) Rodomonte, Mambrino, Ferraù, Agramante, Marsilio,
Agricane. La ricerca artistica della Zambonelli, rinnova dunque una
tradizione che recentemente ha avuto il più importante riconoscimenti
dall’UNESCO, che ha dichiarato il Teatro dell'Opera dei Pupi Capolavoro del
patrimonio Orale e Immateriale dell'Umanità.
Tratto dal catalogo della mostra "Adriana Zambonelli. Pupi siciliani in
miniatura su quadro" Galleria PizzArtè Via Gisira, 62/68 - Catania 21
novembre - 3 dicembre 2006, in collaborazione con TRIBE ART - La Guida / Il
Mensile degli Eventi d’Arte in Sicilia.
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