L’augusto signore m’apparve assaj diverso dall’immagini
e statue che riempiono le nostre vie: più basso, vecchio
e glabro, sembrava eroso da un antico male. Avea per
scettro uno scopino, grande quasi quanto lui. Con
noi c’era Terzo, ovvero Vittorio Emanuele III, che viene
colà spacciato per ragazzo dell’ascensore, in
virtù dell’incredibile nanezza.
Terzo:
Nonno, nonnino bello mio! Ti presento due Napulitani,
…ma niente paura son disarmati, lavati, integrati! Mò ci
mangiamo tutti insieme uno bello spaghetto alle vongole
veraci dell’Adda!
Secondo:
VIVE LE QUEBEC LIVRE!
Terzo:
Nonnino, ‘o Quebec nun l’avimma ancora
conquistato!
Secondo:
Viva allora gli STATI UNITI DI PIEMONTE!
Terzo:
Nonnino, … gli Stati Uniti! io tentai, ma presi tante di
quelle mazzate che sto ancora fujendo!
Secondo:
Ma perché il giovine Filiberto non procede
all’annessione? Non è ei forse un valoroso?
Terzo:
Chillo è guaglione! Pensa solo al sesso!
Secondo:
Ah, mia gloriosa progenie, seme del mio sparso seme! Mi
fa quindi onore il cit! Io non lasciai serva vergine,
contadina immacolata, bagascia non pagata!
Terzo:
e pe’ fa’ stì cose che prendesti quel brutto male
francese, nonnino! Si dice che la nostra giovine
progenie navighi invece sull’altra sponda. Va a
finire che ci estinguiamo un’altra volta: i Savoia,
quelli veri, si estinsero nel 1831 con Carlo Felice. Poi
il tuo babbino Carlo Alberto di Carignano, lontanissimo
parente, si fregiò del titolo e ricominciò la dinastia…
Brigantino:
Una curiosità: ma voi siete proprio figlio di Carlo
Alberto?
Secondo:
Son suo figlio siccome questo brutto nano, mancato
frutto d’incesto, è figlio di mio figlio Umberto! Qui
mentir è vano, se lo facessi azionerebbero lo
sciacquone … ehm, verrei punito! L’autentico
primogenito di Carlo Alberto e dell’austriaca Maria
Teresa, nacque a Torino il 14 marzo 1820 e morì all'età
di 5 anni bruciato nella culla. Per evitare problemi
dinastici, ei fu segretamente sostituito con il
sottoscritto "plebeo". Io non ebbi mai alcun tratto di
nobiltà, ma questo mi accomuna ai Savoia e ai Carignano,
anziché allontanarmi!
Brigantino:
Questo è un vero scoop! Qualcosa si sospettava, ma
averne conferma da voi in persona…! Ci dica qualcosa
della sua storia!
Secondo:
Sposai l’austriaca cuginetta Maria Adelaide, che
consegnai ad un'esistenza di corna, VIVE L’AMOUR
LIVRE! Pensò bene di morire presto, lasciandomi in
allegra vedovanza. L’imbelle padre putativo, per aver
perso la guerra del ’49 contro l'Austria, abdicò in mio
favore. STRINGIAMOCI A CORTE! Proclamai, e firmai la
resa a Radetzky. Quindi ordinai a Lamarmora di punire i
Genovesi, vile razza infetta, per la loro rivolta. VIVE
LE FRERES D’ITALIE! Nel 1852 nominai Cavour primo
ministro ed il felice sodalizio mi portò la corona
d’Italia. Dopo la guerra del 1859, accettai la vendita
alla Francia di Nizza e della patria Savoia, che feci
approvare dopo aver sciolto per ben due volte il
riottoso parlamento. VIVE L’ARGENT! Poscia sostenni la
spedizione garibaldina in Sicilia, e fui alla testa
dell’esercito che invase le Due Sicilie. NON RESTAMMO
INSENSIBILI ALL’ITALICO GRIDO DI DOLORE! Con
l'annessione al Piemonte di gran parte dell'Italia, ne
fui proclamato re il 17 marzo 1861! IL PIEMONTE S’È
DESTO!
Brigantino:
perché non azzeraste il numerale dinastico?
Secondo:
Volli conservare il numerale "II" per rispetto degli
antenati di quel fanciullo cui avevo preso il posto! E
poi cos’erano gli Italiani, se non novelli sudditi
piemontesi? MA SIETE PRONTI ALLA MORTE?
Brigantino:
di solito le persone sanno poco di quel che successe
dopo…
Secondo:
Morto quel rompiscatole di Cavour, passai a condurre la
mia personale politica. Scavalcai governo e parlamento,
e sostenni la spedizione dell'Aspromonte del 1862. VIVE
LA GUERRE! Accettai controvoglia il trasferimento della
capitale da Torino a Firenze. Nel 1866 nella novella
guerra all’Austria le operazioni si conclusero con il
disastro militare di Custoza e Lissa. MA IL VENETO FU
MIO!
Brigantino:
è vero che nel ’64 pensaste di lasciare le Due Sicilie?
Secondo:
Verissimo! Oramai i denari li avevamo presi, e il
Meridione anziché leccarmi i piedi per averlo liberato,
era sempre in rivolta: cominciava a costarci e non
riuscivasi a domare, nonostante severe leggi, stati
d’assedio, rappresaglie, impiego massiccio
dell’esercito…Ma mi fecero notare che c’era ancora tanto
da spremere e mungere, mentre i meridionali briganti
sarebbero morti di fame o emigrati nelle Americhe!
Brigantino:
…lasciamo perdere! Continuate con la vostra storia!
Secondo:
Sposai morganaticamente nel ‘69 la contadinotta Rosa
Vercellana Guerrieri, da cui avevo avuto già uno o due
bastardi e che creai contessa di Mirafiori e
Fontanafredda. Caduto Napoleone III, il 20 settembre del
1870 conquistai Roma. Fallirono però i miei progetti di
dare a mio cugino Eugenio il trono di Grecia, ed a mio
figlio Amedeo quello spagnolo. Avrei ribattezzato il
Mediterraneo MARE SAVOIARDUM! Il Principe delle Tenebre
mi carpì in Roma il 9 gennaio 1878, quando avevo ancora
in mente tante guerre, annessioni, vendite, conquiste!
VIVE LE PIEMONT! Morte ai Calabresi e agli altri
briganti! Lamarmora, CINGITI DELL’ELMO DI SCIPIO,
bombardami Palermo, rendimela più piccola di Torino!
Brigantino:
Ci da qualche informazione sulla dinastia cui Ella,…ehm,
non appartiene?
Secondo:
È la più antica ed italianissima dinastia de l’Italie:
originaria della Borgogna, e fondata dal conte
Umbert de Blanchemain, con capitale Chambéry. Il
figlio Amedeo acquistò il titolo di marchese. Seguirono
impavidi condottieri:
il Conte Grande, il
Conte Verde, il Conte Rosso, Amedeo VIII il Pacifico che
fu duca nel 1430, Carlo il Buono, Emanuele Filiberto
Testa di Ferro, che nel 1560 trasferì la capitale a
Torino, poiché ogni possibilità di espansione in Francia
era ormai preclusa dalla solida monarchia nazionale
francese…
Brigantino:
Scusate, ma queste è una famiglia di conti e duchi, non
di re, e Francesi per giunta! Al Sud abbiamo di meglio!
Diteci piuttosto della vostra pena, insomma che ci fate
qui?
Secondo:
Je fais, o meglio je suis le bidet: quando
il grasso Signore delle Tenebre si asside su questa
tazza, io resto a lungo mescolato nella di lui
produzione. Poi arriva lo sciacquone e la
fetida mercanzia scivola nel laghetto, ed io resto
solidamente ancorato alle porcellanee pareti da questi
ceppi. Poi comincia l’ingrato compito… |