Note
critiche
Antonino Triolo
nasce artisticamente nell’autunno del 1993, all’età di 27 anni, scoprendo
con grande piacere e sorpresa il proprio talento nell’incidere e modellare
il legno, riuscendo ad animare la materia secondo le proprie emozioni per
dare vita ai suoi enigmatici personaggi. Triolo, autodidatta, si è affidato
per i soggetti delle proprie opere alla personale capacità di trarre
dall’ambito storico e geografico le fonti tematiche più esplicative. Dopo
l’incontro con la scultrice Lea Vassalli, l’artista riflette sulla
possibilità di trarre l’ispirazione per le sue opere dalle forme che la
natura ha già impresso nel legno. Pertanto inizia a guardare l’ambiente che
lo circonda ricercando le forme celate nei rami o in piante intere,
prediligendo inizialmente il legno di vite. Il risultato ottenuto è
intrigante e rappresenta un punto di equilibrio tra virtuosismo e rispetto
della forma naturale; questo modo di procedere accompagnerà l’artista nelle
opere successive.
L’amore per la
materia “legno” ha lasciato poche possibilità all’autore di sperimentare
altri materiali, ma grazie all’osservazione del paesaggio non poteva che
approdare alla roccia calcarenitica, pietra dall’aspetto ruvido, che non
permette la definizione di zone lisce e rilucenti e pertanto più adatta ad
esprimere pathos. Così la pietra, meno amata dall’autore per la minore
piacevolezza di lavorazione, lo ricompensa per l’effetto finale di
primitività ed intimità.
Successivamente
utilizza anche la pietra pomice, di facile lavorabilità e di colore bianco
candido. È questo il periodo delle figure in cui è in risalto la proporzione
artefatta tra testa e resto del corpo, in cui si offrono allo spettatore
varie visioni prospettiche secondo assi ortogonali, che lo obbligano a
girare attorno alla scultura per ricomporre la propria visione globale
dell’opera.
Nell’inverno del
2006, realizza un busto in legno di noce, nel quale mantenendo sempre una
tensione, un patos tipico delle sculture precedenti, introduce una lettura
più gioiosa della raffigurazione femminile. L’autore si confronta per la
prima volta con una scultura in scala più elevata acquistando maggiore
fiducia e consapevolezza delle proprie capacità raffigurative.
L’ispirazione
tratta dalle forme dei legni ritrovati sulla battigia è infinita e pertanto
l’artista produce veri piccoli capolavori declinando le molteplici visioni
della figura femminile intrisa di sensualità e fascino. Le figure ritratte
assurgono dal mondo classico e più propriamente assumono la dignità delle
opere archeologiche. Veri ritrovamenti di civiltà del passato riaffiorano
nell’ispirazione dell’artista dal materiale ligneo restituito dal mare.
Molte delle opere
di Antonino Triolo sono in esposizione e vendita presso la prestigiosa
“Artesia - Galleria d’Arte” di Catania.
Tratto dal catalogo della mostra “Antonino Triolo. Sculture” Galleria PizzArtè Catania 9-21 gennaio 2007, in collaborazione con TRIBE ART - Il
Mensile degli Eventi d’Arte in Sicilia.