Tengo Famiglia
lettera di Travaglio a Paul Wolfowitz
Gent.mo dr.
Paul Wolfowitz, mi rivolgo a lei per portarle la solidarietà mia e del
mio paese per lo spiacevole incidente occorsole nel suo. Ho visto la
conferenza stampa in cui lei, sudato e tremante, chiedeva scusa per aver
procurato la promozione e l'aumento alla sua amante, la bella tunisina
Shaha Riza, manager della Banca Mondiale da lei presieduta. I soliti
moralisti protestanti han tirato fuori il codice etico e il conflitto
d'interessi. Che paroloni!
Lei, dr.
Wolfowitz, non ha sbagliato a promuovere la sua donna: lei ha sbagliato
paese. Da noi, per dire, i codici etici e i conflitti d'interessi sono
caduti in prescrizione da un pezzo. Per parenti, amici e amanti, si fa
di tutto, di più. Alla luce del sole, con un certo vanto. Diceva
Longanesi: "Nel tricolore andrebbe scritto:tengo famiglia". Da noi è
tutto ereditario, dalle cariche alle cattedre: abbiamo persino abolito
la tassa di successione. Siamo un paese di mamme, babbi, figli e
soprattutto nipoti. Ci scherzava già nel '400 il card. Enea Silvio
Piccolomini, appena divenne papa Pio II: "Quand'ero solo Enea, nessun mi conoscea; ora che sono Pio, tutti mi chiaman zio".
Se visitasse
la Rai, scoprirebbe decine di cognomi famosi, soprattutto politici: De
Martino, Andreatta, Berlinguer, Donat-Cattin, Leone, Letta, Mancini,
Mancino, Piga, Rauti, Ruffini, Scelba, Squillante, Bernabei, Buttiglione,
Cariglia, Sottile, Zanda, Matteoli. Non sono omonimi: sono proprio
parenti. Hanno assunto l'autista e l'assistente di Berlusconi, e persino
il figlio della segretaria di Gelli. Ma a Mediaset è lo stesso.
Poi si faccia
un giro in Parlamento. Lì il seggio è ereditario. Ci sono i figli
d'arte. Craxi, quello che voi chiamereste latitante e noi chiamiamo
esule, ha lasciato in eredità addirittura due seggi: la figlia Stefania
deputata di destra, il figlio Bobo sottosegretario a sinistra. Forlani,
più modestamente, ha piazzato un solo figlio, Alessandro (Udc). Anche
perché non ne ha altri. Cossiga ha portato il figlio Giuseppe (FI) e il
nipote Piero Testoni (FI). Perché i parlamentari non li eleggiamo più:
li nominano i partiti, con le liste bloccate. E' molto più pratico. Al
Senato è arrivato il fratello di Pecoraro Scanio, Marco, che s'era fatto
valere come terzino dell'Avellino. Poi c'è l'esercito delle mogli,
versione italiana delle quote rosa. Alla Camera ora siede la prima
moglie di Paolo Berlusconi, Mariella Bocciardo (FI). Al Senato c'è la
signora Bassolino, Annamaria Carloni. Madama Fassino, Anna Serafini, è
deputata per la quinta volta. Il regolamento Ds vietava più di 2
mandati, ma ci hanno aggiunto una parolina: "consecutivi". Lei aveva
saltato un turno, ed è rientrata. Pasquino li chiama "ricongiungimenti
familiari in Parlamento".
Ma il più
devoto ai sacri valori della famiglia è Clemente Mastella. La sua
signora, Sandra Lonardo, l'ha sistemata alla presidenza del consiglio
regionale Campania. Il cognato Pasquale Giuditta invece l'ha fatto
eleggere alla Camera. Lui naturalmente è il ministro della Giustizia. Ma
non è vero che si occupi solo dei parenti: l'altroieri ha promosso
direttore generale del ministero Gianpiero Nuvoli, un ex forzista
passato all'Udeur che aveva proposto di impiccare Borrelli sulla forca.
L'uomo giusto per la Giustizia. E, visto che gli piace il patibolo, gli
han dato la delega ai diritti umani.
Purtroppo in
Parlamento i posti sono limitati: solo 945. E anche al governo: solo
103. Chi resta fuori, si arrangia come può. Per esempio sfruttando al
massimo i posti di portaborse. Leggere 'La Casta', il nuovo libro di
Stella e Rizzo, per credere. La senatrice FI Elisabetta Casellati, dopo
lunghe selezioni, s'è portata alla Camera la figlia Ludovica. Bossi,
nemico giurato del clientelismo di Roma ladrona, sistema il fratello
Franco e il figlio Riccardo al Parlamento europeo, come assistenti degli
on. Salvini e Speroni. I curriculum sono di tutto rispetto: Riccardo è
studente fuori corso, Franco ha un negozio di autoricambi a Fagnano
Olona. Altri due leghisti si sono scambiati le mogli a Montecitorio:
l'on.Ballaman assume come assistente la moglie dell'on. Balocchi, che
ricambia ingaggiando la signora Ballaman.
Poi ci sono
le cadreghe di sottogoverno: la moglie di Follini, arch. Elisabetta
Spitz, è nominata dai governi di destra e sinistra direttore
dell'agenzia Demanio. Chissà la fatica per conservare l'incarico, con
quel marito famoso, specie dopo che è passato da destra a sinistra.
Poi gli enti
locali: altra fabbrica di poltrone mica male. A conduzione famigliare.
In Calabria prima la maggioranza di destra, poi quella di sinistra hanno
assunto per chiamata diretta oltre 200 parenti, amici e amici degli
amici nelle strutture speciali regionali. L'assessore al Lavoro Egidio
Masella (Prc) aveva promesso più occupazione: infatti, appena arrivato
in assessorato, ha assunto la moglie Lucia. Il governatore Loiero l'ha
cacciato, ma poi ha confermato in giunta Pasquale Tripodi (Udeur), 3
cugine assunte al concorsone regionale: chissà che brave, per superare
quella parentela penalizzante. Lui dove sta? Al Personale, e dove se no?
Alla fine la Regione ha dovuto approvare una legge che vieta di nominare
parenti nelle strutture regionali: i politici si son legati le mani,
perchè se le lasciano libere non rispondono delle proprie azioni. Giorni
fa Cristiano Di Pietro, consigliere provinciale di Campobasso, è stato
ricevuto per una riunione sull'energia eolica dal ministro delle
Infrastrutture Antonio Di Pietro, che è pure suo padre. E' uscito molto
soddisfatto. Poi dicono che nelle famiglie non c'è dialogo.
E occhio alle
Asl: la moglie Fini, Daniela, è socia in un paio di cliniche finanziate
dalla giunta Storace. Il quale aveva pure nominato direttore generale di
un'Asl Mauro Floriani, marito di Alessandra Mussolini. Che però, dopo le
polemiche, s'è ritirato.
Nel calcio,
fino all'anno scorso, regnava una cupoletta chiamata Gea Word, inventata
da Luciano Moggi riunendo tanti figli e figlie di papà: il suo e quelli
del banchiere Geronzi, del citì Lippi, dell'on. De Mita, dei
bancarottieri Tanzi e Cragnotti. Da quelle parti si faceva le ossa un
giovane procuratore in erba, Pellegrino Mastella. Che non è omonimo del
ministro: è proprio suo figlio.
Montanelli,
contro il nepotismo, proponeva una soluzione drastica: sterilizzare i
vip. Naturalmente non gli diedero retta. Perciò, dr. Wolfowitz, se le
andasse male alla Banca Mondiale, si trasferisca in Italia. Avesse fatto
le stesse cose qui, a quest'ora sarebbe capo del governo. Minimo, la
inviterebbero al congresso Ds e a comprarsi Telecom. Da noi la famiglia
viene prima di tutto. Anzi, se si spiccia con l'aereo, arriva giusto in
tempo per il Family Day.
Marco Travaglio
giugno 2007