Nuova condanna per Dell'Utri: Due anni
per tentata estorsione
Il giornalista Marco Travaglio scrive al blog di Beppe Grillo
http://www.beppegrillo.it/ per raccontare la nuova vicenda
giudiziaria che vede coinvolto il senatore di Forza Italia. Condannato
insieme a lui anche il boss della mafia di Trapani Vincenzo Virga.
Roma,
22 maggio 2007
- Tratta dal blog di Beppe Grillo, pubblichiamo integralmente una
lettera spedita dal giornalista Marco Travaglio al comico genovese in
merito alle vicende giudiziarie del senatore di Forza Italia Marcello
Dell’Utri.
"Caro Beppe,
vorrei
comunicare a tutti gli amici del blog l’ultima notizia scomparsa di una
lunga serie. Il
15 maggio 2007
la III Corte d’appello di Milano ha condannato il senatore forzista
Marcello Dell’Utri e il boss della mafia di Trapani Vincenzo Virga a 2
anni per ciascuno per tentata estorsione. Nessun giornale, a parte
l’Unità e il Corriere della sera, l’ha scritto. Nessun telegiornale o
programma televisivo, tranne Annozero, l’ha detto. L’Ansa, onde evitare
che qualcuno se ne accorgesse, ha dedicato alla cosa ben sette righe e
mezza, sotto questo titolo depistante: “Sponsorizzazioni: confermata in
appello condanna Dell’Utri”. Come se il reato fosse la sponsorizzazione.
Nel testo, si spiegava (si fa per dire) che l’estorsione riguardava
imprecisate “modalità di sponsorizzazione della Pallacanestro Trapani”.
Quanto a Virga, l’Ansa “dimenticava” di spiegare che è un boss mafioso,
vicinissimo a Provenzano, arrestato dopo lunga latitanza nel 2001 e
condannato all’ergastolo per mafia e omicidio.
Riepilogo brevemente i fatti. Nel 1990 il presidente della Pallacanestro
Trapani, Vincenzo Garraffa, medico e futuro deputato del Pri, cerca uno
sponsor per la sua squadra, neopromossa in serie A2. Publitalia, la
concessionaria Fininvest presieduta da Dell’Utri, lo mette in contatto
con la Dreher-Heineken. Si firma il contratto: per 1 miliardo e mezzo di
lire, i giocatori esibiranno sulle magliette il logo della “Birra
Messina”, marchio italiano della multinazionale tedesca. Garraffa paga
la provvigione a Publitalia: 170 milioni. Ma due funzionari della
concessionaria berlusconiana battono cassa e pretendono da lui altri 530
milioni, in nero. In pratica, Publitalia vuole indietro la metà del
valore della sponsorizzazione, ovviamente sottobanco. Garraffa rifiuta
e, ai primi del ’92, incontra Dell’Utri a Milano. Gli spiega di non
disporre di fondi neri e di non poter pagare senza fattura. Dell’Utri –
come denuncerà Garraffa – lo minaccia: “Ci pensi, abbiamo uomini e mezzi
per convincerla a pagare”. Garraffa non paga. E, qualche settimana dopo,
riceve nell’ospedale di cui è primario una visita indimenticabile:
quella del capomafia Vincenzo Virga, scortato da un guardaspalle. Virga
è di poche parole: “Sono stato incaricato da Marcello Dell’Utri e da
altri amici di vedere come è possibile risolvere il problema di
Publitalia”. Garraffa ribatte: “Senza fattura, non intendo pagare”. E
Virga: “Capisco, riferirò. Se ci sono novità, la verrò a trovare…”.
L’anno seguente la Pallacanestro Trapani, nonostante i successi sul
campo, non trova più uno sponsor. Garraffa s’inventa un’autosponsorizzazione
antimafia, ovviamente gratuita, con lo slogan “L’Altra Sicilia”. Che gli
porta fortuna: la squadra viene promossa in serie A. Maurizio Costanzo
invita lui e i suoi giocatori a parlarne al “Costanzo Show”, su Canale5.
Ma poi, all’ultimo momento, cambia idea e disdice l’invito. Garraffa ci
vede lo zampino di Dell’Utri. E denuncia tutto ai magistrati di Palermo.
Che trasmettono gli atti, per competenza, al Tribunale di Milano. Qui
Dell’Utri e Virga vengono condannati per tentata estorsione aggravata a
2 anni a testa. L’altro giorno, la Corte d’appello ha confermato le
condanne.
Ora
manca soltanto la Cassazione. Dell’Utri intanto è stato condannato
definitivamente a 2 anni per false fatture in altre sponsorizzazioni
gonfiate e in primo grado a 9 anni per concorso esterno in associazione
mafiosa. Naturalmente, visto il pedigree, rimane a pie’ fermo in
Parlamento e viene pubblicamente elogiato per la sua “intelligenza” da
diessini dalemiani come Nicola Latorre (niente a che vedere con Pio La
Torre, ammazzato dalla mafia) e ossequiosamente intervistato da giornali
e tv su tutto lo scibile umano, fuorchè sulle sue condanne.
Come
ricorda Daniele Luttazzi nel suo ultimo spettacolo, Daria Bignardi l’ha
recentemente invitato alle “Invasioni barbariche” su La7 e ha subito
premesso: “Non parliamo dei suoi processi”. Dell’Utri,
comprensibilmente, non ha avuto nulla da obiettare. Anzi, ha aggiunto
che il suo giornalista preferito è Luca Sofri. Che, guardacaso, è il
marito della Bignardi. Ecco, dei processi di Dell’Utri è meglio non
parlare mai. Il senatore ha uomini e mezzi per convincere."
Marco Travaglio
Tratto da
http://qn.quotidiano.net/