la collezione d'arte: Gioacchino Toma

Luigia Sanfelice trasportata da Palermo a Napoli il 2 settembre per essere decapitata, 1884. Olio su tela, cm 114 x 177. Napoli, Museo Pignatelli


La pioggia, 1882. Olio su tela, cm 27,5 x 37,5. Napoli, Museo Pignatelli

 

Note sull'artista

Originario di Galatina, dove nasce nel 1836, arriva a Napoli nel 1857 dopo un triste periodo di indigenza e solitudine. Presso il Reale Istituto di Belle Arti conosce Domenico Morelli, dal quale è influenzato nello studio di soggetti storici. Coinvolto nella cospirazione antiborbonica, viene arrestato e confinato per più di un anno. Rientrato nella città partenopea nel 1859, è particolarmente attivo nel reclutamento di popolani, che stipendia con i cento ducati guadagnati con la vendita dell’Erminia fra i pastori (Napoli, Palazzo Reale), primo esordio importante dell'artista, opera premiata e acquistata dalla stessa casa reale nel 1859. Unitosi a Garibaldi, combatte aspramente contro le truppe borboniche; preso prigioniero e condannato a morte, viene tempestivamente salvato dai soldati piemontesi.

Dal 1865 intraprende l'insegnamento del disegno, dapprima in una scuola operaia di arti e mestieri e nella scuola di ricamo dell'ospizio di San Vincenzo Ferreri, in seguito presso l'Istituto di Belle Arti. Su invito di Morelli espone alla prima mostra della Società Promotrice di Belle Arti di Napoli, alla quale parteciperà costantemente; anche a Parigi, nel 1867, il suo dipinto Un esame rigoroso al Sant'Uffizio riscuote il plauso di Jean-Louis-Ernest Meissonnier. Agli anni settanta appartengono alcuni dei suoi dipinti più famosi, tra i quali Le merlettaie cieche (1872, Napoli, collezione privata), Il viatico dell'orfana e La ruota dell'Annunziata (queste ultime dipinte nel 1877 e conservate a Roma presso la Galleria Nazionale d'Arte Moderna). Della Luisa Sanfelice in carcere, la sua opera più celebre, eseguirà una prima versione nel 1874, esposta alla Promotrice, e una seconda nel 1877 (Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna). Agli accenti poeticamente sommessi con cui descrive i temi della povertà e della solitudine dell'infanzia derelitta si aggiungono, nel periodo più tardo, inflessioni più drammatiche, sottolineate dall'abbandono del raffinato gioco tonale in favore di un ritorno alla pittura a macchia (La pioggia di cenere sul Vesuvio, 1880, Firenze, Galleria d'Arte Moderna; Tatuaggio dei camorristi, 1890, Napoli, Museo di Capodimonte). Appartengono all'ultimo decennio della sua attività anche le opere di proprietà del Banco di Napoli, La pioggia e Luisa Sanfelice trasportata da Palermo a Napoli il 2 settembre per essere decapitata. Muore a Napoli nel 1891.


Tratto dalle biografie degli artisti di Marina Minozzi per l’opera “La Collezione d’Arte del Sanpaolo Banco di Napoli” a cura di Anna Coliva.

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