L’antica Tyndaris fu una delle ultime colonie greche siciliane, fondata dai
Siracusani nel 396 a.C., quando l'espansione romana si stava affacciando sul
Mediterraneo. Florida anche in epoca romana, divenne diocesi nei primi
secoli del cristianesimo, e fu in seguito distrutta dagli Arabi alla cui
occupazione la città si era opposta.
La
visita agli scavi è interessante sia per l'aspetto monumentale, che per i
molti particolari che permettono di osservare alcuni aspetti della vita di
tutti i giorni dell'antica città. La griglia delle vie è regolare, composta
da un paio di grandi vie rettilinee e parallele tra loro (decumani) e da una
griglia di vie perpendicolari (cardi).
Una
volta superate le mura, attraversando la porta principale, non lontano dal
santuario della Madonna di Tindari (che ospita la famosa Madonna Nera
bizantina, venerata in una festa che si tiene l'8 settembre) si arriva al
Teatro Greco, addossato al fianco di un'altura e affacciato verso il mare,
che ha un diametro di più di 60 metri. Nei pressi del teatro doveva trovarsi
l'agorà, oggi scomparsa sotto le pietre di costruzioni più moderne.
Nella
zona del teatro sono i resti di una villa romana e di uno stabilimento
termale, mentre tra gli isolati dell'antica città si possono notare i
depositi destinati alla conservazione delle derrate alimentari e le
fognature di epoca greca. Un grande edificio, detto ginnasio o basilica,
doveva servire da sala di riunione in epoca imperiale. Di fianco alla cavea
del teatro, il Museo Archeologico, che espone un plastico che ricostruisce
la scena del teatro, oltre a statue e vasi di epoca greca, una colossale
testa di Augusto e materiali preistorici.
Sotto
il promontorio di Tindari, da non perdere l'affascinante spettacolo offerto
dalla laguna di Oliveri, cantato dal Premio Nobel Quasimodo. |