Tra il Gran Sasso e l'Adriatico, Teramo vigilava il confine tra lo Stato della Chiesa e il Regno di Sicilia del quale fu avamposto settentrionale. Fondata dagli Umbri, fu municipio in epoca romana e fece parte dell’impero bizantino. Invasa e distrutta dai barbari, fece poi parte delle signorie di Braccio da Montone e Francesco Sforza. Divenne quindi normanna nell'XI secolo, e da allora condivise le sorti del Regno di Sicilia fino all’invasione piemontese del 1861. La vicina fortezza di Civitella del Tronto resistette anche oltre la resa di Re Francesco II, ammainando la bandiera delle Due sicilie nel marzo 1861 quando il regno d’Italia era già stato proclamato da alcuni giorni dai vincitori. Particolarmente felice per Teramo fu l’età angioina (XIV-XV secolo) cui seguì un lungo periodo di decadenza prima del rinnovamento operato da
Carlo di Borbone a partire dalla sua insediamento al trono di Napoli (1734). Oggi Teramo è un prospero centro, attivo nei settori agricolo, commerciale e industriale.
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Affreschi di Andrea de Litio
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L'itinerario di visita prende le mosse dalla chiesa della Madonna delle Grazie, edificata nel Xll secolo e radicalmente ristrutturata nel XIX; da vedere all'interno, la Madonna col Bambino, statua ignea di Silvestro dell'Aquila (altare maggiore) e il chiostro romanico. Imboccato corso dei Michetti, sulla destra incontriamo la duecentesca chiesa di Sant’Antonio, rimaneggiata nel Cinquecento e con interno barocco; dietro l'edificio si trova la casa dei Melatino, di epoca medievale. Proseguendo e svoltando a sinistra, in via Antica Cattedrale si nota la primitiva cattedrale bizantina di San Getulio di cui restano vari archi di epoca romana, tra i quali i tre detti "il Trionfo", e parte del presbiterio. In via Irelli troviamo gli interessanti resti del Teatro Romano (30 d.C.) e in via San Berardo dalle Mura quelli dell'Anfiteatro.
I vicoli del centro ci portano in piazza Martiri della Libertà, dove si innalza un capolavoro dell'architettura abruzzese: la cattedrale di San Berardo, eretta in epoca bizantina, rifatta nel XII secolo e ampliata nel XIV. Da notare all'esterno il portale gotico del XIV secolo, affiancato da due edicole con sculture di Nicola da Guardiagrele, sostenute dalle sottili colonne laterali. La facciata divisa in due parti: in basso è romanica, mentre il grandioso portale e la merlatura risalgono al '300. Nell'interno, romanico fino al tiburio ottagonale e poi trecentesco spicca il capolavoro di Nicola da Guardiagrele: un paliotto in argento (XV secolo) con episodi del Vecchio e Nuovo Testamento, e varie figure di Santi. Notevoli anche l'Incoronazione di Maria e la città di Teramo, polittico quattrocentesco di Jacobello da Fiore, e la statua lignea duecentesca nel transetto.
La chiesa di Sant'Anna sorge sul sito di una basilica del VI secolo, i cui resti sono visibili sotto le fondamenta. In direzione di corso di porta Romana si trova la chiesa romanico-gotica di San Domenico, eretta nel XIV secolo, con all'interno una statua cinquecentesca raffigurante Madonna e santi.
Di notevole interesse è il Museo Civico, che ospita oggetti d'arte sacra e una pinacoteca con opere del XV e XVI secolo.
Inserto: Morelli Francesco l'antico
Magistrato e intendente dell'Abruzzo
Ulteriore Secondo
Morelli Francesco nacque da buona famiglia a
Nocera (Salerno). La madre si chiamava Maria
Angela Pepe, il padre Morelli Antonio, ed
era procuratore del re.
Un fratello di Francesco, Morelli Gabriele (Nocera
Superiore Salerno 1824, Notaresco Teramo
1894), era incorporato nel contingente
napoletano, che nel 1848 partecipò alla
guerra contro l'Austria a fianco dei
piemontesi. In seguito, per ordine del re,
il contingente rientrò nel Regno, ma alcuni
battaglioni disubbidirono continuando la
guerra, e Morelli Gabriele partecipò con
questi ultimi alla difesa di Venezia, al
comando del generale Guglielmo Pepe.
Tornando a Morelli Francesco, fu intendente
di Catanzaro dal 1853 al 1857, Calabria
Ulteriore Seconda, quindi intendente del re
a Teramo dal 1857 al 1859. A fine 1859, il
re Francesco II lo richiamò da Teramo, per
altra intendenza (Salerno?). Nella sua
permanenza a Teramo fu definito funzionario
egregio, e intelligente, onesto. Era amato
dal popolo e stimato dal re. Anche se nel
1859 da Teramo l'intendente Morelli chiese
rinforzi, egli segnalava che la situazione
nelle provincie era calma e tranquilla. In
seguito Morelli Francesco fu ricordato come
l'antico Magistrato e intendente
dell'Abruzzo Ulteriore Secondo.
Teramo 2 marzo 2009 |
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