Gli anni ’50 nei paesini del Sud Salento me li hanno
solo raccontati. Ai ricordi di mia nonna devo la mia memoria della
miseria più nera, di quella quotidianità oggi chiamata folklore e
delle tante braccia partite a cercar fortuna.
Mi sembra di vederli i tarantati, puntuali alle soglie
di ogni estate, che si dimenano nelle piazze, tra il clamore
concitato della gente ed il ritmo serrato dei tamburelli. Quando
nonna Teresina ne parla, comincia sempre dicendo: Succedia ca
certi cristiani tuttu de paru scuppavane an terra – accadeva che
alcune persone all’improvviso stramazzassero a terra posseduti da
una forza soprannaturale - anche qui, a Botrugno c’era gente
pizzicata da taranta o colpita dai guai de Santu Dunatu.
C’era a CONSIJA SSUNTAMIJIA – persona per mia nonna normalissima
– ca passava de sutta i pali de segge, scinnia de scale tutta
curcata stisa - che strisciava in maniera scomposta tra le gambe
delle sedie, si introduceva nei posti più angusti e scendeva dalle
scale distesa - se girava de na vanna e de l’autra, sturcia
anterra poi cuntava cu Santu Dunatu - si contorceva con fare
frenetico e poi rivolgeva richieste e preghiere a San Donato. C’erane
quiddi ca sunavane pizziche cu li passa u male. E poi dopu
ure li passava e diventavane normali sti cristiani - spesso per
esorcizzare questo male si ricorreva ai tamburellisti, ai
suonatori di organetto e fisarmonica, perché una danza scatenata ed
estenuante era l’unico modo per liberarsi da questo stato di isteria
e tornare in se stessi.
![](images/cult/tarantati02.jpg) |
"Esorcismo" di una tarantata |
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Arrivata a questo punto della sua storia nonna
Teresina diventa malinconica e reticente – Basta, sta me sentu
fiacca cu le cuntu ste cose – non insisto perché continui il suo
racconto. La lascio al suo silenzio. So già che con la mente è
tornata a quel torrido pomeriggio di giugno; era ancora bambina e
davanti la sua casa saltellava attorno a suo nonno che suonava il
tamburello. Non poteva sapere, Teresina, che quel suo ballo
spensierato e vivace si sarebbe trasformato in una lotta per la
sopravvivenza, circondata dagli zombi della sua infanzia.
![](images/cult/tarantati03.jpg) |
Piazzale della Chiesa di San Pietro e
Paolo a Galatina |
Articolo
inviato dall'autore, che ringraziamo, nel mese di giugno 2011 |