Sud qualunque
Nei vari blog di Internet, un meridionalismo
autoreferenziale e qualunquista. Un danno inutile.
di Fara Misuraca e Alfonso Grasso
Girovagando su blog e siti “meridionalisti” o
“sicilianisti” ci capita di leggere piuttosto spesso dichiarazioni del
tipo “non siamo di destra né di sinistra”, “non stiamo né con Berlusconi
né con Prodi“. A Napoli non vogliono Bassolino e in Sicilia non vogliono
Cuffaro! Si desidera azzerare tutto e tutti e “a bocce ferme”,
ricominciare da capo. Bene, possiamo anche concordare che occorrerebbe
l’intervento di una impresa di disinfestazione e derattizzazione per
spazzare via il lerciume che ricopre buona parte degli scranni del
nostro Parlamento, a Roma come nelle Regioni.
Ma come fare?
Attuare una strage? Una “notte di San Bartolomeo”, “una
notte dei lunghi coltelli”? “Una strage di San Valentino”? Una “purga
staliniana”? Col risultato che una banda distrugge l’altra e poi
istauriamo una bella dittatura? Una dittatura che imporrebbe cosa e a
chi? Il “cosa” è lo sviluppo economico del mezzogiorno ovviamente! E il
“chi”? I popoli del meridione ovviamente! Uno sviluppo imposto per
decreto legge, naturalmente. E poi, su quali valori etici e sociali si
fonderebbe questo stato produttivo e ricco? Sull’etica mafiosa e
camorrista che permea tutto il meridione? Mai ho letto in nessuno di
questi siti e blog la necessità di ripulire per prima cosa la società
meridionale dalla servitù alla malavita. I malesseri sociali sono sempre
“colpa” del governo di turno, mai del degrado sociale da noi stessi
prodotto. Anche nelle più piccole cose, anche nel richiedere un
certificato al comune, quando ti servi “dell’amico” che ti fa “il
favore”. È la nostra abitudine ad ottenere come “favore personale” ciò
che ci spetta per diritto, ad alimentare il potere dei mafiosi e
camorristi.
Emerge a mio parere da queste voci, come nel blog di
Beppe Grillo, un pericoloso “qualunquismo”. Un ritorno al Fronte
dell'Uomo qualunque dove si auspica uno Stato con una pura funzione
amministrativa, senza alcuna base ideologica. Usava dire Giannini, il
fondatore dell’Uomo qualunque, che per governare: "basta un buon
ragioniere che entri in carica il primo gennaio e se ne vada il 31
dicembre. E non sia rieleggibile per nessuna ragione". Uno stato tecnico
che organizza una folla e non una nazione. L'economia deve
essere lasciata totalmente ai privati, nel nostro caso ai camorristi ed
ai mafiosi, gli unici che posseggano una capacità imprenditoriale e
capitali da investire, e un sistema totalmente liberista. Cancellare
pertanto l’eticità dello Stato.
Quello che si desidera in sintesi, e sono i punti chiave
del “Uomo qualunque”, è lottare il comunismo ed il capitalismo al
contempo, dare spazio all’individuo singolo, nel senso “ognuno per sé e
Dio per tutti”, poche tasse da pagare e niente Stato che si occupi di
chi ha bisogno.
Sbaglio o questo è il programma della Lega di Bossi e di
Berlusconi?
Ho l’impressione che questo tipo di meridionalismo sia
ascaro di questo nord e del sud delle mafie.
Fara Misuraca e Alfonso Grasso
dicembre 2006