De Vulgare Insolenza
La sconcertante vicenda del pub
viennese “Don Panino” ha provocato la giusta indignazione di tanti contro
quei paninari austriaci (o di altra nazionalità?) che hanno avuto il cattivo
gusto di accostare nel loro menù mafiosesco i nomi delle vittime a quelli
dei loro carnefici.
Reazione sacrosanta, ma, forse,
non fino al punto di promuovere un’azione diplomatica per rimuovere quella
sconcezza. Giacché, il risultato potrebbe essere esattamente contrario allo
scopo: quello cioè di procurare una pubblicità (indiretta) al pub in
questione. Immaginate, questa estate, quanta gente, trovandosi a Vienna,
andrà a fare una visitina al famigerato locale!
La chiamano “provocazione”. In
realtà si tratta di un volgare artifizio per attirare clienti che, certo,
non va sottovalutato ma nemmeno ingigantito.
In primo luogo, il problema è
di tipo culturale, comportamentale e soprattutto bassamente commerciale e
riguarda non solo i gestori ma anche gli avventori che frequentano tali
locali.
Purtroppo, di tali sconcezze ve
ne sono diverse in giro per il mondo come si po’ vedere da questo piccolo
campionario di foto prese in alcune, rinomate città turistiche, anche molto
lontane dalla Sicilia.
Come reagire? I modi possono
essere tanti. Il più efficace credo sia quello di non procurare pubblicità
indiretta (anche se indignata) e soprattutto di non mettere piede dentro un
posto che ricorre a un marchio, così tragico e infamante, per fare cassetta.
Per il resto, sarà responsabilità, morale e culturale, delle autorità di non
concedere simili licenze che certo non fanno onore alle loro civilissime
città.
Agostino Spataro
N.B. Le foto sono mie; non sono molto professionali ma in compenso sono
esenti dai diritti del copyright. Perciò accontentatevi!
Al “Ristorante Corleone” nel centro storico della bellissima e civilissima
città di Cracovia (patria del papa Giovanni Paolo II), dove presidiano
l’entrata, a perenne richiamo degli allocchi, due manichini raffiguranti don
Vito e un killer. Ovviamente, c’è anche un menù infarcito di “spaghetti alla
lupara”, “pappardelle alla Don Vito, ecc. ecc.
Questa è la pizzeria “Il Padrino- Pizza club” ubicata nel centro storico di
Eger (antica città ungherese, di grande richiamo turistico. Un marchio, una
garanzia. Qui le pizze sono proposte secondo il canone mafioso.
Questa è la vetrina del “Soho London” di Budapest ispirato al “Padrino”
dove, con 699 fiorini (meno di 3 euro), ti danno una pizza al “padrino”. Mi
dicono “immangiabile”.
Qui, invece, siamo a Calafate, (Argentina) nella Patagonia meridionale, in
una regione estrema chiamata “Fine del mondo”, nelle cui vicinanze, scendono
dalle Ande i più grandi ghiacciai terrestri del Pianeta: il Perito Moreno,
Uppsala, ecc.
Calafate è una piccola città di pionieri dell’industria turistica, con un
grande avvenire davanti a se. Anche qui è arrivato “Don Corleone” con il suo
drugstore piazzato sulla promenade del lago Argentino. (a.s.)
Agostino Spataro
Giugno 2013 |