La madre di tutte le dive
Nella cinematografia mondiale
il seno prorompente per antonomasia è senza ombra di dubbio quello di
Sophia Loren. In fondo la sua notorietà internazionale parte da quella
spavalda passeggiata da pizzaiola nell’Oro di Napoli, con la camicetta
che a stento tratteneva il suo giovane corpo esplosivo ed esuberante:
doie cape e criature in libera uscita. E da allora è stata lei l’icona
della meridionalità più schietta, anche se a seno nudo apparve solo
come odalisca nel film Due notti con Cleopatra di Vittorio Metz e
Marcello Marchesi, quando si presentava ancora come Sophia Lazzaro e per
di più nella versione destinata al pubblico straniero, per cui francesi
e tedeschi potettero godere della visione celestiale di quelle
invalicabili montagne solcate da una valle ubertosa, mentre gli italiani
dovevano accontentarsi di vederla vestita e la differenza non è di poco
conto.
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La rara immagine che abbiamo
mostrato non compare in alcuna biografia
dell’attrice ed invano navighereste tra le diecine
di migliaia di siti dedicati a lei sul web per
trovare questo o altri scatti proibiti. Di recente
la società che gestisce Playboy ha annunciato di
essere in possesso di una inedita foto della diva,
non si sa quando scattata, mentre nuota nuda in
piscina e conta quanto prima di metterla all’asta,
con la certezza di raggiungere una cifra record.
Agli antipodi del seno
debordante ed opulento di cui abbiamo tessuto le lodi, negli ultimi anni
è comparso all’orizzonte, sia nel cinema e nella moda che nella vita di
ogni giorno, il seno grissino, interpretato da una modella magrissima
simbolo di una sessualità cattiva, schiava delle diete ed in preda alla
più esaltante anoressia. Una donna sottile e scattante come una pantera
dai lunghi artigli dorati e dai seni minuscoli in grado, come si
predicava in passato, di essere accolti in una coppa da champagne. Per
raggiungere questi nefasti obbiettivi bisogna sottoporsi ad una di
quelle diete feroci che gli americani chiamano fasting, fatte di tisane
e succhi di pompelmo, con inevitabile corollario di digiuni e
depressioni.
Ma dopo questo enfatico elogio
anatomico partiamo dl principio, da quando il 20 settembre 1934 Sofia
Villani Scicolone nacque a Roma dalla napoletana Romilda Villani, una
modesta insegnante di pianoforte, e da Riccardo Scicolone, affarista nel
settore immobiliare. La madre aveva vinto nel 1932 un concorso per
andare ad Hollywood come sosia di Greta Garbo, ma rimase incinta e
rinunciò. Il padre (figlio del marchese agrigentino Scicolone Murillo)
riconobbe la paternità della bambina, che chiamò col nome di sua madre,
Sofia, di origine veneta; tuttavia, rifiutò sempre di sposare Romilda,
che si trovò ben presto in gravi ristrettezze economiche. Perciò la
madre portò la piccola Sofia da Roma a Pozzuoli, in provincia di Napoli,
presso la sua famiglia. Qui Sofia trascorse l'infanzia e i primi anni
dell'adolescenza, durante la guerra, in condizioni economiche precarie.
Napoli e la cultura napoletana saranno presenti costantemente nella vita
e nella carriera della Loren, che in molti film recita in napoletano. A
15 anni tornò a Roma in cerca di successo, accompagnata dalla madre, e
partecipò a vari concorsi di bellezza, fra cui Miss Italia del 1950 (che
la premiò come Miss Eleganza, un titolo creato apposta per lei).
Un ricordo personale: al liceo
un architetto fallito, Tisi, che ci insegnava disegno ci raccontava di
averla avuta allieva alle magistrali a Pozzuoli, e già si dava da fare
con i fortunati compagni di scuola. Inoltre, posò per fotoromanzi e
partecipò a diverse pellicole cinematografiche come comparsa o in ruoli
marginali, che a poco a poco le portarono visibilità, essendo centrati
sulle sue qualità estetiche. In un solo anno furono una quindicina i
film nei quali fu scritturata. Affiancò anche Corrado, allora divo della
radio, nella conduzione di Rosso e nero. Ma la svolta arrivò
quando, sempre nel 1951, incontrò il produttore Carlo Ponti: lui la notò
a un concorso di bellezza, dove lei era ospite, e il giorno dopo la
ricevette nel suo studio per un colloquio. Carlo Ponti rimase subito
colpito dalle sue potenzialità e le offrì un contratto di sette anni,
trampolino di lancio del suo successo. Iniziò da quest'epoca a usare
nomi d'arte: per un po' si fece chiamare Sofia Lazzaro, poi, Sophia
Loren, così da presentarsi in modo più "internazionale": fu il
produttore Goffredo Lombardo a darle il cognome Loren "ispirandosi" a
quello dell'attrice svedese Märta Torén (allora le attrici svedesi erano
molto in voga). È da questo momento che la sua carriera prende il volo.
Uno dei primissimi ruoli importanti col nome di Sophia Loren fu a fianco
di Alberto Sordi interpretando una splendida Cleopatra e quello di una
sua sosia in Due notti con Cleopatra di Mario Mattòli nel 1953.
L'anno seguente girerà altri film in ruoli secondari come Carosello
napoletano di Ettore Giannini, Un giorno in pretura
nell'episodio Don Michele, Anna e il biliardo con Walter Chiari
di Steno, oppure Tempi nostri con Totò di Alessandro Blasetti; ma
il 1954 sarà anche l'anno decisivo per una svolta nella sua carriera
interpretando ruoli da protagonista in celebri commedie. Importante fra
tutti fu il ruolo della pizzaiola Sofia in L'oro di Napoli, che
Vittorio De Sica le volle affidare soltanto poco dopo averla conosciuta
e dopo un breve colloquio. Dello stesso anno è Peccato che sia una
canaglia di Alessandro Blasetti dove incontra per la prima volta il
suo partner per eccellenza Marcello Mastroianni. Qui interpreta una
giovane ladra che cercherà con la sua esuberante bellezza di incastrare
l'onesto tassista Paolo, che si difenderà con tutti i mezzi sia dalla
giovane Lina e sia dal padre di lei, il professor Stroppiani
interpretato da Vittorio De Sica. Il film è tratto da un racconto di
Alberto Moravia.
Nel 1955 i tre attori saranno
protagonisti in La bella mugnaia, una simpatica commedia di Mario
Camerini ambientata durante l'occupazione spagnola nel sud d'Italia.
Dello stesso anno è Il segno di Venere diretto dal maestro Dino
Risi, dove veste i panni di Agnese, che a causa della sua bellezza mette
in ombra la cugina Cesira di minuto aspetto, interpretata da Franca
Valeri. Nel cast figurano Vittorio De Sica, Alberto Sordi, Raf Vallone e
Tina Pica.
Con Vittorio De Sica, Tina Pica
e ancora diretti da Dino Risi, sempre nel 1955, Sophia Loren sarà
protagonista in Pane, amore e..., dove cercherà con ogni mezzo
possibile di sedurre il Maresciallo Carotenuto affinché le conceda una
proroga per rimanere nella sua casa. Il film ambientato a Sorrento e
seguito di Pane, amore e fantasia e Pane, amore e gelosia (interpretati
da Gina Lollobrigida da sempre indicata come la sua storica rivale
cinematografica), rimane celebre per il sensuale mambo ballato da Sophia
Loren per Vittorio De Sica.
Il suo primo importante ruolo
drammatico arriva per un film diretto da Mario Soldati e scritto tra gli
altri da Pier Paolo Pasolini e Giorgio Bassani: La donna del fiume.
La Loren dà prova di una forte capacità interpretativa. Con La
fortuna di essere donna (1956) di Alessandro Blasetti ritorna in
coppia con Marcello Mastroianni in una divertente commedia degli anni
cinquanta. La celebre copertina su Life del 1955 segna l'inizio della
sua carriera internazionale, grazie alla sua prorompente bellezza, che
non ha mai rischiato di offuscarne l'aspetto artistico, e l'indubbia
bravura come attrice sia A partire dal 1956 recita anche in inglese in
produzioni statunitensi di rilievo, affiancata da grandi star maschili
di Hollywood. È questo il periodo di film come Il ragazzo sul delfino,
Orgoglio e passione a fianco di Frank Sinatra e Cary Grant, con
il quale, lei stessa afferma, ebbe un breve flirt, oppure Timbuctù
con John Wayne, La chiave con William Holden, il western Il
diavolo in calzoncini rosa con Anthony Quinn, Un marito per
Cinzia ancora con Cary Grant, o La miliardaria con Peter
Sellers. Grazie a questi film e a tanti altri, Sophia Loren riuscì a
imporsi e farsi amare dal pubblico statunitense e di tutto il mondo,
competendo con le grandi star femminili dell'epoca di Hollywood. leggera
che drammatica.
Divisa tra Italia e Hollywood,
interpreta innumerevoli film di successo con le più grandi star
mondiali, diretta da registi quali Vittorio De Sica, Mario Monicelli,
Ettore Scola, Dino Risi, Mario Camerini, Charlie Chaplin, Sidney Lumet,
George Cukor, Michael Curtiz, Anthony Mann e André Cayatte. In
particolare con De Sica, con il quale gira otto film, forma un ideale
sodalizio, spesso completato dalla presenza di Marcello Mastroianni.
Nel tempo va sempre più
affermandosi come una vera icona del cinema italiano nel mondo; la
definitiva consacrazione come attrice arriva nel 1960 con
l'interpretazione del suo film-simbolo, La ciociara, diretto da
Vittorio De Sica. La parte di Cesira era stata offerta, in un primo
momento, ad Anna Magnani, mentre la Loren avrebbe dovuto interpretare la
figlia Rosetta, e la regia del film inizialmente era stata assegnata a
George Cukor.
Ambientato negli anni della
seconda guerra mondiale, il film è tratto dall'omonimo romanzo di
Alberto Moravia. All'epoca Sophia Loren aveva solo 26 anni quando
inaspettatamente Vittorio De Sica le propose il ruolo di Cesira. Un
personaggio semplice e popolano, ma costituito da una grande venatura
drammatica che riuscì a far emergere con straordinaria disinvoltura e
naturalezza. Molteplici sono le scene emblematiche del film dove la
Loren dimostra il suo straordinario istinto recitativo, come la scena
dello stupro dentro una chiesa abbandonata, il momento del risveglio con
l'abbraccio tragico di calore materno verso la figlia Rosetta pregante e
uno sguardo intenso e commovente, oppure la scena simbolo in cui Cesira
sfoga la propria rabbia per la violenza subita, cadendo a terra in un
pianto straziante quanto liberatorio.
Questa interpretazione vale
alla Loren il Premio Oscar 1962, la Palma d'oro a
Cannes, il BAFTA, il David di Donatello e il Nastro
d'argento.
Nell'aprile dello stesso anno
il TIME le dedica una copertina con una illustrazione di René Bouché.
Dopo il successo della
Ciociara Sophia vola in Spagna per girare il colossal El Cid,
dove interpreta la bella Jimena, promessa sposa al leggendario
condottiero El Cid Campeador interpretato da Charlton Heston; nel cast
figura anche Raf Vallone. Del seguente anno è l'indimenticabile ruolo di
una procace Zoe, nell'episodio La riffa, diretta da Vittorio De
Sica, in Boccaccio '70. Successivamente girerà per lo stesso De
Sica altri ruoli di inconfondibile bellezza e solarità.
Negli anni immediatamente
successivi reciterà con Peter Sellers in La miliardaria, con
Clark Gable in La baia di Napoli, con Paul Newman in Lady L e con Marlon
Brando e Charlie Chaplin ne La contessa di Hong Kong.
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L'Oscar
del 1962 |
Il sodalizio con De Sica e
Mastroianni nasce nel 1963 con Ieri, oggi, domani,
in cui interpreta tre ruoli divenuti celebri:
Adelina, una giovane napoletana venditrice di
sigarette di contrabbando che per sfuggire al
carcere cerca di rimanere incinta più volte
possibile; il secondo episodio è Anna, una signora
milanese insoddisfatta della propria vita, cerca una
consolazione in un amore extra-coniugale; il terzo
episodio, probabilmente il più celebre è Mara, una
prostituta romana che all'inizio cerca di sedurre un
seminarista, ma poi comprende che dovrà aiutarlo nel
suo cammino spirituale. Rimane nell'immaginario di
tutti lo spogliarello che ci regala di fronte a un
sognante Marcello Mastroianni. Per questi ruoli
riceverà il David di Donatello come migliore attrice
protagonista, mentre il film ottiene numerosi premi,
tra cui il Premio Oscar come miglior film straniero
nel 1965.
Del 1964 è invece,
Matrimonio all'italiana, tratto dalla commedia Filumena Marturano di
Eduardo De Filippo. Vittorio De Sica le assegna un altro celebre
personaggio, quello della prostituta Filumena, complesso e battagliero.
Una donna che cerca di rifarsi una vita credendo all'amore di Domenico
Soriano (interpretato da Marcello Mastroianni), e poi con ogni mezzo
trova il modo per garantire un futuro ai suoi tre figli, che ha nascosto
per tutta la vita, sposando don Dummì. Un'eccellente interpretazione con
celebri monologhi dove si evidenzia, soprattutto, l'istinto dell'essere
madre e l'amore per i figli sopra ogni cosa. Per questo ruolo riceve una
nomination all'Oscar. L'ultimo film, che vede protagonista la celebre
coppia diretta da Vittorio De Sica è I girasoli. Un'appassionata
storia d'amore tra Giovanna e Antonio, che li vede felici e innamorati
nella prima parte fino a quando la guerra li dividerà per sempre. Un
altro ruolo intenso e drammatico. Ai successi professionali mancava la
gioia della maternità, che arriverà grazie all’abilità del ginecologo
svizzero Dewatteville con la nascita di Carlo Junior nel 1968 e di
Eduardo nel 1973. Nel 1971 è protagonista della commedia La
mortadella di Mario Monicelli con Gigi Proietti e Danny DeVito (suo
primo ruolo cinematografico). Dello stesso anno è il film La moglie
del prete, diretta da un altro grande regista della commedia
all'italiana Dino Risi, ancora una volta in coppia con Marcello
Mastroianni. Nel 1972 veste i panni di una suora nella commedia di
Alberto Lattuada Bianco, rosso e..., a fianco di Adriano
Celentano.
Nel 1974 torna sul grande
schermo con un ruolo drammatico e intenso, diretta per l'ultima volta
dal grande regista che la rese celebre Vittorio De Sica, in Il
viaggio. Il film è tratto da una novella di Luigi Pirandello e come
partner maschile è presente Richard Burton. Per questa interpretazione
si aggiudica il suo quinto David di Donatello.
Del 1977 è il film Una
giornata particolare del maestro Ettore Scola, in coppia con
Marcello Mastroianni. Interpreta Antonietta, una madre di sei figli che
trascorre la propria esistenza chiusa in casa, anche nel giorno
particolare (il 3 maggio 1938, in cui Adolf Hitler visita la capitale
italiana). Un personaggio fragile e sottile che attraverso sguardi
carichi di passione verso il suo inquilino Gabriele, e profondi silenzi,
Sophia Loren fa emergere la disperazione di questa donna celata dietro
conformismi nell'epoca del fascismo, tratteggiando, così, uno dei
migliori personaggi della sua carriera, che le fa vincere il sesto David
di Donatello.
Il 15 aprile del 1978,
un'inchiesta della Guardia di Finanza coinvolse l'attrice e il marito
Carlo Ponti: furono accusati di aver portato all'estero 10 miliardi di
lire, con il paravento di film in coproduzione. Nel 1982, a seguito di
vecchi problemi con il fisco italiano, viene persino incarcerata con
l'accusa di frode fiscale restando per 17 giorni nel penitenziario di
Caserta. Le responsabilità della frode sono state poi attribuite al suo
commercialista, ma il danno di immagine verso l'opinione pubblica
italiana non è stato così facile da rimediare.
Per il resto gli anni ottanta
si segnalano quasi esclusivamente per partecipazioni a produzioni
televisive: Sophia: Her Own Story tv-movie autobiografico per la
televisione americana tratto dal suo omonimo libro, Madre coraggio
(1986), Mamma Lucia e il remake de La ciociara (1988), di
Dino Risi: l'unica deludente eccezione è il film Qualcosa di biondo
(1984) in cui recita accanto al figlio Edoardo.
Nel 1991 riceve il Premio Oscar
alla carriera. A consegnare la statuina all'attrice è Gregory Peck, che
a sua volta aveva ricevuto l'ambito premio dalla Loren nel 1963.
Il 29 marzo del 1993 insieme al
suo partner per eccellenza Marcello Mastroianni annuncia l'Oscar alla
carriera a Federico Fellini.
Nel 1994 Robert Altman l'ha
voluta in Prêt à porter: trent'anni dopo replica, con arguta
ironia, lo spogliarello per Marcello Mastroianni di Ieri, oggi e domani.
Per l'interpretazione fu candidata a un Golden Globe. L'anno successivo
è stata la partner di Jack Lemmon e Walter Matthau in That's Amore -
Due improbabili seduttori, mentre nel 1997 ha interpretato la mamma
di un ragazzo ebreo che vuol diventare comunista in Soleil di
Roger Hanin.
Nel 1999 è Sofia Loren a
consegnare l'Oscar al miglior film straniero a Roberto Benigni.
Verso la fine del 2001, viene
scelta come testimonial per la campagna pubblicitaria "L'ultima buona
azione della Lira". Nel 2002 è stata la protagonista di Cuori
estranei, diretta dal figlio Edoardo Ponti, e nel 2004 di
Peperoni ripieni e pesci in faccia di Lina Wertmuller: ma i maggiori
successi li riscontrerà con le fiction Francesca e Nunziata
(2001), sempre della Wertmüller, recitando accanto a Claudia Gerini e
Raul Bova e La terra del ritorno (2004), in coppia con Sabrina
Ferilli. Ha preso parte nello spot pubblicitario della TIM, insieme a
Christian De Sica e all'ex velina Elisabetta Canalis, dove interpretava
una suora.
Nel 2006 ha posato per il
Calendario Pirelli 2007. Nel febbraio 2007 esce il film Saturno
contro di Ferzan Ozpetek, la cui colonna sonora contiene la traccia
Zoo be zoo be zoo interpretata da Sophia. Il 22 febbraio 2009, durante
la notte degli Oscar, ha premiato, insieme ad altre attrici, la
vincitrice della statuetta nella categoria di miglior attrice
protagonista, Kate Winslet. Infine, sempre nel 2009, dopo diversi anni
di assenza dalla cinematografia, è chiamata da Rob Marshall per
interpretare la madre del protagonista in Nine, omaggio musical a
8½ di Fellini.
Nel 2010 torna in TV ed è la
protagonista della miniserie La mia casa è piena di specchi,
ispirata al romanzo autobiografico della sorella Maria Scicolone. Sophia,
in un'operazione unica nel suo genere, interpreta sua madre Romilda.
Risiede attualmente a Ginevra. Nel 2011 per la prima volta nella sua
carriera doppia il film d'animazione Disney-Pixar Cars 2, dove ha
il ruolo di Zia Topolino. Il 4 maggio 2011 l'Academy
di Los Angeles ha voluto celebrare la carriera dell'attrice italiana con
una serata a lei interamente dedicata.
È vorremo concludere la
descrizione di una prestigiosa carriera con due curiosità: alle recenti
elezioni per la presidenza della repubblica ha ottenuto un voto da un
onorevole buontempone e la frase di una sua intervista ad un celebre
giornalista americano: «I’m not Italian, i’m Neapolitan! It’s another
thing (non sono Italiana, Sono Napoletana! È un’altra cosa».
Achille della Ragione