Note e Versi Meridiani


Leonardo Sinisgalli

a cura di Fara Misuraca e Alfonso Grasso

Leonardo Sinisgalli (Montemurro, 9 marzo 1908 – Roma, 31 gennaio 1981). Immagine tratta da http://www.montemurrosulweb.it

Il Grido Arabo

Il grido nel cavedio

dove si accumulano

polvere e piume

tarantole e tedio,

il grido arabo delle rondini ...

Lucania

Al pellegrino che s’affaccia ai suoi valichi,

a chi scende per la stretta degli Alburni

o fa il cammino delle pecore lungo le coste della Serra,

al nibbio che rompe il filo dell’orizzonte

con un rettile negli artigli, all’emigrante, al soldato,

a chi torna dai santuari o dall’esilio,  a chi dorme

negli ovili, al pastore, al mezzadro, al mercante

la Lucania apre le sue lande,

le sue valli dove i fiumi scorrono lenti

come fiumi di polvere.

 

Lo spirito del silenzio sta nei luoghi

della mia  dolorosa provincia. Da Elea a Metaponto,

sofistico e d’oro, problematico e sottile,

divora l’olio nelle chiese, mette il cappuccio

nelle case, fa il monaco nelle grotte, cresce

con l’erba alle soglie dei vecchi paesi franati.

 

Il sole sbieco sui lauri, il sole buono

con le grandi corna, l’odorosa palato,

il sole avido di bambini, eccolo per le piazze!

Ha il passo pigro del bue, e sull’erba

sulle selci lascia le grandi chiazze

zeppe di larve.

 

Terra di mamme grasse, di padri scuri

e lustri come scheletri, piena di galli

e di cani, di boschi e di calcare, terra

magra dove il grano cresce a stento

(carosella, granturco, granofino)

e il vino non è squillante (menta

dell’Agri, basilico del Basento)

e l’uliva ha il gusto dell’oblio,

il sapore del pianto.

 

In un’aria vulcanica, fortemente accensibile,

gli alberi respirano con un palpito inconsueto;

le querce ingrossano i ceppi con la sostanza del cielo.

Cumuli di macerie restano intatte per secoli:

nessuno rivolta una pietra per non inorridire.

Sotto ogni pietra, dico, ha l’inferno il suo ombelico.

Solo un ragazzo può sporgersi agli orli

dell’abisso per cogliere il nettare

tra i cespi brulicanti di zanzare

e di tarantole.

 

Io tornerò vivo sotto le tue piogge rosse.

tornerò senza colpe a battere il tamburo,

a legare il mulo alla porta,

a raccogliere lumache negli orti.

Udrò fumare le stoppie, le sterpaie,

le fosse, udrò il merlo cantare

sotto i letti, udrò la gatta

cantare sui sepolcri?

 

È la sequenza, tratta dal film Mineurs di Valeria Vaiano e Fulvio Wetzl, regia di Fulvio Wetzl, che non è più presente nella versione uscita nelle sale. Racconta, sulla scorta degli scritti poetici di Leonardo Sinisgalli, grande poeta lucano, la vicenda di Giulietta, anziana signora che sogna il marito Carminuccio. Il marito defunto le chiede di fargli pervenire il necessario per radersi. Giulietta obbediente prepara tutto il necessario e lo porta alla camera ardente di un amica appena morta, perché sia inserito nella bara...

A questo si alternano i giochi di un gruppo di bambini che si contendono con alcuni cani, sul sagreto di una chiesa, un grande osso di castrato per giocarci a pallone. Due vicende che ben denotano la vita, l'atmosfera, le superstizioni e la religiosità in un piccolo paese del sud Italia.

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