Le pagine della cultura

 

Sicilia. Qui il sapore fa rima con la salute

Il boom dei prodotti agroalimentari siciliani

di Claudia Mirto [1]

 

Sicilia, l'eccellenza dei buoni sapori diventa ora testimone della buona salute a tavola. Una realtà che affonda le radici nella sua storia, in quella dei suoi popoli laboriosi, nella sua identità climatica ed orografica ad alta vocazione agricola. Insomma, la solita storia del granaio d'Europa? Si, ma ora c'è molto di più. E vediamo perché.

Se la scopri dall'alto, travolto dall'azzurro del suo mare, dalla maestosità del suo vulcano e da quel lungo asse biondo che la solca da costa a costa puoi immaginare, ma non capire. Se la avvicini dal mare, con occhio attento, si comincia ad individuare il verde dei suoi uliveti collinari, gli spazi ordinati dei rigogliosi agrumeti e l'incedere militare dei vigneti che scivolano fin sulle spiagge. Se la percorri in treno,in pullman o in auto ecco la progressiva scoperta della sua grande ricchezza: acqua, orti, frutta, serre su serre, antichi magazzini agricoli, piccole e grandi aziende, bagli storici e nuove cantine. I mille colori della natura generosa di quest' isola diventano il paesaggio, i luoghi del lavoro e della sosta, il trionfo di odori e di sapori intatti nei secoli, vissuti, amati e ricercati in tutto il mondo. Il conforto dei dati ci dice che sono 364.247 le aziende agricole, forestali e zootecniche presenti in Sicilia, il 14,3% del totale nazionale. La superficie agricola utilizzata è di 1 milione 281 mila ettari e la media per ogni azienda è di 3,52 ettari, contro una dimensione media nazionale di 5,18. Con 122 mila ettari, rispetto ai 717 mila del Paese, l'isola ha la più alta superficie coltivata a vite, un primato che riguarda anche il settore agrumicolo, con 72 mila ettari di superficie e 74 mila aziende. Per gli alberi da frutto, la Sicilia occupa il terzo posto, dopo Campania ed Emilia, con i suoi 63mila ettari coltivati.

La superficie utilizzata per il biologico ammonta a circa 180 mila ettari. Ai primi posti per la produzione di vino di qualità, la Sicilia si sta imponendo anche nel comparto olivicolo, contendendo alla Puglia la leadership in questo segmento. In media nell'isola vengono prodotti circa 7 milioni di etto litri di vino all'anno, circa il14 per cento della produzione nazionale e il 31 di quella del Sud. I vini Doc e Docg sono 179 su oltre 750 etichette prodotte in 298 aziende che completano la fili era con una produzione di circa 200 mila etto litri. La produzione di vino Igp (Indicazione d'origine tipica) ammonta, invece, a circa un milione e mezzo di ettolitri. Il vigneto Sicilia, che occupa 160 mila ettari, si trova per il 30 per cento in pianura e il 60 per cento in collina, tra i 200 e i 700 metri (quasi il totale è sull' Etna).

La superficie vitata si estende per l' 80 per cento nella Sicilia Occidentale (75 per cento di vino bianco e 25 rosso). Un milione e 300 mila etto litri vengono posti in circa 200 milioni di bottiglie, con una media d'imbottigliamento che negli ultimi cinque anni è salita dal 5 al15 per cento. La Sicilia è anche ai primi posti nella classifica per le esportazioni con una quota dellO per cento sul totale nazionale e di circa il 45 per cento sul totale del Sud Italia. Un vino che, testato recentemente da un consorzio nazionale di ricerca medica, ha rivelato che, per la presenza di due elementi non riscontrati in altri vini italiani, quello siciliano può avere benefici effetti nella prevenzione di malattie cardiovascolari e di alcune forme tumorali.

Buone le performance anche nel comparto olivicolo. La superficie olivata in coltura principale è pari a poco più di 162 mila ettari. Con una produzione di circa 3 milioni di quintali all'anno, l'isola rappresenta la regione, che dopo la Puglia, detiene la maggiore quota di aziende e di superficie olivicola, pari rispettivamente al 21 e al18 per cento. Quattro i marchi Dop da vantare: Valli Trapanesi, Val di Mazara, Monte Etna e Monti Iblei. In dirittura d'arrivo, anche Valdemone e Valle del Belice. Interessante anche l'attività di produzione di olive con il metodo di produzione biologico. Si contano 501 impianti, gestiti per i 190 per cento da privati e per la restante quota da organismi associativi.

In Sicilia l'agricoltura, dall'orto-frutta all'agroalimentare, cammina, anzi galoppa, con i suoi prodotti tipici. Spesso destinati a mercati ristretti, le produzioni siciliane si distinguono per la qualità, frutto di tecniche di lavorazione tradizionali e di condizioni climatiche favorevoli. L'elenco è lungo e ben 32 sono già sotto tutela Slow Food. Citiamone i più popolari: le arance rosse di Sicilia, l'oliva nocellara del Belice, il pomodoro di Pachino, l'uva da tavola di Canicattì e di Mazzarrone, il cappero di Pantelleria, la carota novella di Ispica. E ancora il fico d'India e l'olio Monte dell'Etna, il pecorino siciliano, gli olii dei Monti Iblei, di Val di Mazara e delle Valli trapanesi, il formaggio ragusano. Tutti prodotti che possono vantare i marchi Dop, Igp e Igt, che testimoniano il valore aggiunto del "made in Sicily" […].

Ai tipici si accompagnano, altri prodotti di nicchia come il cannolo di Piana degli Albanesi, il cioccolato di Modica, il carciofo di Ramacca, il mandarino "tardivo" di Ciaculli (Palermo), il pistacchio di Bronte, le patate di Siracusa.

[…] Fiere e campagne promozionali, come nel caso delle arance rosse sbarcate anche in Parlamento o del vino Doc, insieme alla partecipazione alle più importanti rassegne nazionali ed estere di settore rappresentano vetrine importanti. Come i convegni itineranti e tematici su marketing, tracciabilità, certificazioni ed altro in svolgimento sia in Sicilia che in varie regioni italiane, Ma non solo vetrine, il futuro è nella creazione di nuovi rapporti verso fasce di consumatori che possano diventare testimoni della qualità. Come gli sportivi che di recente hanno trovato i prodotti siciliani tra le coppe finali di una importante maratona. O, tra i prossimi appuntamenti, Milano e Roma, nel periodo natalizio tra le vetrine dei negozi Mondadori. Degustazioni, shopping e chiacchiere accompagnati da vini doc, formaggi, frutta e ortaggi benedetti dal sole di Sicilia.


[1] Tratto da: Claudia Mirto, Ulisse, la rivista di bordo dell’Alitalia, dicembre 2005

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