Sicilia, l'eccellenza dei buoni sapori diventa ora testimone della
buona salute a tavola. Una realtà che affonda le radici nella sua
storia, in quella dei suoi popoli laboriosi, nella sua identità
climatica ed orografica ad alta vocazione agricola. Insomma, la
solita storia del granaio d'Europa? Si, ma ora c'è molto di più. E
vediamo perché.
Se la scopri dall'alto, travolto dall'azzurro del suo mare, dalla
maestosità del suo vulcano e da quel lungo asse biondo che la solca
da costa a costa puoi immaginare, ma non capire. Se la avvicini dal
mare, con occhio attento, si comincia ad individuare il verde dei
suoi uliveti collinari, gli spazi ordinati dei rigogliosi agrumeti e
l'incedere militare dei vigneti che scivolano fin sulle spiagge. Se
la percorri in treno,in pullman o in auto ecco la progressiva
scoperta della sua grande ricchezza: acqua, orti, frutta, serre su
serre, antichi magazzini agricoli, piccole e grandi aziende, bagli
storici e nuove cantine. I mille colori della natura generosa di
quest' isola diventano il paesaggio, i luoghi del lavoro e della
sosta, il trionfo di odori e di sapori intatti nei secoli, vissuti,
amati e ricercati in tutto il mondo. Il conforto dei dati ci dice
che sono 364.247 le aziende agricole, forestali e zootecniche
presenti in Sicilia, il 14,3% del totale nazionale. La superficie
agricola utilizzata è di 1 milione 281 mila ettari e la media per
ogni azienda è di 3,52 ettari, contro una dimensione media nazionale
di 5,18. Con 122 mila ettari, rispetto ai 717 mila del Paese,
l'isola ha la più alta superficie coltivata a vite, un primato che
riguarda anche il settore agrumicolo, con 72 mila ettari di
superficie e 74 mila aziende. Per gli alberi da frutto, la Sicilia
occupa il terzo posto, dopo Campania ed Emilia, con i suoi 63mila
ettari coltivati.
La superficie utilizzata per il biologico ammonta a circa 180 mila
ettari. Ai primi posti per la produzione di vino di qualità, la
Sicilia si sta imponendo anche nel comparto olivicolo, contendendo
alla Puglia la leadership in questo segmento. In media nell'isola
vengono prodotti circa 7 milioni di etto litri di vino all'anno,
circa il14 per cento della produzione nazionale e il 31 di quella
del Sud. I vini Doc e Docg sono 179 su oltre 750 etichette prodotte
in 298 aziende che completano la fili era con una produzione di
circa 200 mila etto litri. La produzione di vino Igp (Indicazione
d'origine tipica) ammonta, invece, a circa un milione e mezzo di
ettolitri. Il vigneto Sicilia, che occupa 160 mila ettari, si trova
per il 30 per cento in pianura e il 60 per cento in collina, tra i
200 e i 700 metri (quasi il totale è sull' Etna).
La superficie vitata si estende per l' 80 per cento nella Sicilia
Occidentale (75 per cento di vino bianco e 25 rosso). Un milione e
300 mila etto litri vengono posti in circa 200 milioni di bottiglie,
con una media d'imbottigliamento che negli ultimi cinque anni è
salita dal 5 al15 per cento. La Sicilia è anche ai primi posti nella
classifica per le esportazioni con una quota dellO per cento sul
totale nazionale e di circa il 45 per cento sul totale del Sud
Italia. Un vino che, testato recentemente da un consorzio nazionale
di ricerca medica, ha rivelato che, per la presenza di due elementi
non riscontrati in altri vini italiani, quello siciliano può avere
benefici effetti nella prevenzione di malattie cardiovascolari e di
alcune forme tumorali.
Buone le performance anche nel comparto olivicolo. La superficie
olivata in coltura principale è pari a poco più di 162 mila ettari.
Con una produzione di circa 3 milioni di quintali all'anno, l'isola
rappresenta la regione, che dopo la Puglia, detiene la maggiore
quota di aziende e di superficie olivicola, pari rispettivamente al
21 e al18 per cento. Quattro i marchi Dop da vantare: Valli
Trapanesi, Val di Mazara, Monte Etna e Monti Iblei. In dirittura
d'arrivo, anche Valdemone e Valle del Belice. Interessante anche
l'attività di produzione di olive con il metodo di produzione
biologico. Si contano 501 impianti, gestiti per i 190 per cento da
privati e per la restante quota da organismi associativi.
In Sicilia l'agricoltura, dall'orto-frutta all'agroalimentare,
cammina, anzi galoppa, con i suoi prodotti tipici. Spesso destinati
a mercati ristretti, le produzioni siciliane si distinguono per la
qualità, frutto di tecniche di lavorazione tradizionali e di
condizioni climatiche favorevoli. L'elenco è lungo e ben 32 sono già
sotto tutela Slow Food. Citiamone i più popolari: le arance rosse di
Sicilia, l'oliva nocellara del Belice, il pomodoro di Pachino, l'uva
da tavola di Canicattì e di Mazzarrone, il cappero di Pantelleria,
la carota novella di Ispica. E ancora il fico d'India e l'olio Monte
dell'Etna, il pecorino siciliano, gli olii dei Monti Iblei, di Val
di Mazara e delle Valli trapanesi, il formaggio ragusano. Tutti
prodotti che possono vantare i marchi Dop, Igp e Igt, che
testimoniano il valore aggiunto del "made in Sicily" […].
Ai tipici si accompagnano, altri prodotti di nicchia come il cannolo
di Piana degli Albanesi, il cioccolato di Modica, il carciofo di
Ramacca, il mandarino "tardivo" di Ciaculli (Palermo), il pistacchio
di Bronte, le patate di Siracusa.
[…] Fiere e campagne promozionali, come nel caso delle arance rosse
sbarcate anche in Parlamento o del vino Doc, insieme alla
partecipazione alle più importanti rassegne nazionali ed estere di
settore rappresentano vetrine importanti. Come i convegni itineranti
e tematici su marketing, tracciabilità, certificazioni ed altro in
svolgimento sia in Sicilia che in varie regioni italiane, Ma non
solo vetrine, il futuro è nella creazione di nuovi rapporti verso
fasce di consumatori che possano diventare testimoni della qualità.
Come gli sportivi che di recente hanno trovato i prodotti siciliani
tra le coppe finali di una importante maratona. O, tra i prossimi
appuntamenti, Milano e Roma, nel periodo natalizio tra le vetrine
dei negozi Mondadori. Degustazioni, shopping e chiacchiere
accompagnati da vini doc, formaggi, frutta e ortaggi benedetti dal
sole di Sicilia.
[1]
Tratto da: Claudia Mirto, Ulisse, la rivista di bordo dell’Alitalia,
dicembre 2005 |