Note sull'artista
Setyo Mardiyantoro è nato a Giava, Indonesia, il 13/4/’64. Si è laureato in
Tecnologia dell’agricoltura nel 1990 presso l’Università di Jember,
Indonesia. Nel ’91 è venuto in Italia per seguire la sua reale vocazione che
è artistica. Attualmente vive a Napoli dove studia Architettura e lavora
come pittore.
Nel suo lavoro vi è tutta la storia della
sua esperienza maturata in due mondi completamente differenti e simili solo
per la ricchezza e varietà delle loro tradizioni culturali e per la
produzione di opere d’arte. Il ricordo e la nostalgia per una natura
esuberante può essere visto nei paesaggi italiani che l’ammirazione copre
d’una luce dorata e che sono arricchiti d’uccelli stilizzati, simbolo dei
sentimenti e pensieri che hanno richiamato. Immagini di favole orientali,
scene e animali mitologici si contrappongono a volti enigmatici di donne
occidentali in atteggiamenti pensierosi. Nei suoi primi lavori si rifà alla
tecnica Batik indonesiana. Dove il “tik” è la goccia di cera che si da’ per
lasciare un puntino senza colorazione. Nel contatto con l'arte occidentale
ha trovato che il puntinismo è particolarmente vicino, come risultato, a
questa tecnica ed è a questo che si ispira nei suoi ultimi lavori. Setyo è
anche un danzatore e ha dato diverse rappresentazioni di danza tradizionale.
La danza è infatti fondamentale nella cultura indonesiana per raggiungere
l’equilibrio interiore ed esprime contenuti mitologici ed insegnamenti
morali. È questo equilibrio che si trova anche nei suoi lavori pittorici
dove l’esuberanza dei colori e la ricchezza delle raffigurazioni risulta
sempre in una composizione di grande equilibrio che rende il suo lavoro cosi
piacevole. [Vincenzo Montella]
Grandioso e alieno appare lo sfondo
culturale di Setyo, indonesiano autentico, la cui solida identità da’ sapore
inconfondibile a storie che nulla hanno di naif e, pur rifacendosi al
repertorio classico dell’avventura d’oltremare, appaiono curiosamente nuove
e fresche nel nostro emisfero. Sono storie di persone, proferite da figure
isolate, a piccoli gruppi, aderenti per cosi dire ad un tappeto di decori.
Parlano di gratitudine e amicizia, di pace interiore e religiosa nobiltà. Il
paesaggio affiora e domina su tutto, animato dal vento, dal rumore del mare,
dal grido degli uccelli, segnato da fatiche ancestrali: storie di terre
d’oblio pervase dall’impeto di una naturalezza davvero innocente, direi
troppo esposta. Un senso di depaisement, che in Setyo non può scadere
in compiaciuto esotismo, si comunica all’osservatore. Nel prezioso dosaggio
di elementi narrativi, nella scelta del gesto e del dettaglio, egli scrosta
ogni traccia di tentazioni espressive restituendoci la sua natura con
purezza e con rassegnato stupore, forse per constatare che neppure a Giava
–che mai piu’ sarà un paese esotico- rimangono oasi incontaminate. Nel suo
caleidoscopio di forme sinuose fatte di luce, dove i passaggi di tono
avvengono col graduale infittirsi di puntini e tratteggi disegnati nella
tinta primaria, talora su stoffe e materie precarie, questa pittura vive la
sostanza psicologica di un clima storico d’oriente, misurandone le incidenze
sull’uomo del villaggio globale odierno. L’autore del resto vive in Italia,
nella Napoli metropoli del sud. [Elio Galasso]
Un clima di forti risonanze interne, di
emozioni visive che si raccordano ad un tessuto spirituale in cui si
coniugano memoria e sogno, intensamente, con una forte attesa meditativa,
con una sensibilità lirica e musicale, così si legge l'arte di Setyo
Mardiyantoro. La sua origine indonesiana si riconosce soprattutto nel taglio
finemente decorativo e lineare del suo segno pittorico; un decorativismo che
è raccordato ad una tensione visionaria e intimista, ad una lettura di segni
minimi della percezione visiva, che nel riflesso psicologico diventano
riflettori di uno spazio interno e sensibilissimo. Si interpretano così i
suoi paesaggi, in cui talora si intravedono profili conosciuti delle
architetture italiane. Luoghi che nulla hanno di realmente realistico,
sebbene tutto in essi sembra riverberare una natura esultante di colori e di
luce. La vera arte di Setyo è nel suo filtro sensibile e poetico, un filtro
che si alimenta di una spiritualità che recupera il visibile nel sensibile
con una disposizione emotiva che ha del religioso, del mistico. D'altra
parte non si pensi ad un'arte impulsiva, legata solo al palpito emozionale,
alla felicità di un riflesso sensibile puramente cromatico e segnico. L'arte
di Setyo è segnata per un verso da una forte spinta introspettiva, da un
contatto meditato con le proprie emozioni, per l'altro scaturisce da una
riflessione compositiva, da una misura composta e attenta dell'architettura
visiva. Gli stessi suoi paesaggi fantastici rivelano una struttura che
sembra funzionale al dettato emotivo, a ciò che l'artista intende comunicare
e rivelare di sé e della sua vita. Ciò lo si nota anche nelle sue pagine più
decorative, negli acquerelli, che pure sono percorsi da una liricità
intrinseca che seduce, che appassiona. Lo si nota anche nelle pitture più
liriche e sognanti, in cui il segno ha come una sua interna significazione,
non solo in termini sensitivi, ma altresì didascalici, ossia illustrativi di
una scelta espressiva, di un modo di rappresentare la realtà e di
rappresentarsi. La conferma deriva dalle sue immagini più figurative, che
sono giocate sul simbolo, ovvero sulla coniugazione di una tipologia
femminile con un contesto decorativo. Dunque arte anche pensata, ma filtrata
comunque in una visibilità interna, in una manifestazione che trascende la
forma, che anzi assegna alla forma una natura rivelativa dello spirito.
[Giorgio Agnisola]
Singolare, suggestivo questo incontro tra
Oriente ed Occidente entro una trama segnica di estrema sensibilità grafica
e illustrativa. Le immagini di Setyo Mardyantoro, artista indonesiano,
ricalcano nella loro campitura la calligrafia grafica orientale, ma narrano
l’Occidente: luoghi, figure, monumenti. Non si tratta solo d’una convergenza
stilistica, d’una contaminazione linguistica. Il segno risponde ad un
bisogno intimo, ad un adeguamento della sensibilità o piuttosto ad una
reinterpretazione dello spazio in cui oggi l’artista vive, cogliendo in
profondità i segni differenti rispetto alla cultura d’origine,
nell’orizzonte del proprio universo interiore, con una memoria vivida e
persistente del duplice spazio sovrapposto e ormai coniugato a cui l’artista
affida la propria dimensione psicologica e lirica. Perché la doppia natura
di Setyo resta integra, quasi astratta nell’avvertimento di un mondo
sognante: uno spazio in cui non esistono contingenze fisiche ma solo aurei
sensi dell’anima: isola della memoria, fatta di aria e di luce, di inquiete
radici rigenerate nello specchio di un riverberante antico silenzio. È qui
appunto che Setyo ritrova il senso primigenio della sua ispirazione, la
formula stessa del suo sentimento visivo, la sua natura surreale e
fantastica, popolata da segni anche figurativi, che diventano nel nuovo
registro simboli di una natura intrisa di poesia, preziosa e spirituale, ma
riflessa nel tessuto di una penetrazione più psicologica, quasi fragile,
insieme adulta e bambina, della vita. Eppure l’artista non si affida ad un
gettito estemporaneo della sensibilità. Recupera, nello spirito proprio
della tradizione figurativa orientale, un rigore compositivo e simbolico che
a primo sguardo non pare, tale è la freschezza talora ingenua delle
immagini. Si osservino gli sfondi, così freschi e fioriti, delle sue nuove
icone. Sono di una incantevole, arabescata sensibilità. Ma quando lo sguardo
si addentra nel particolare, si percepisce l’innesto tra le culture, si
intuisce lo stesso cammino d’artista, spirituale e professionale. Del resto
Setyo lavora da anni, anche nelle pitture su stoffa e negli acrilici con lo
stesso gusto, con la stessa sensibilità. Mentre nei dipinti, però, egli
ricrea una formula più composita, sempre ricca comunque e intensa, anche
cromaticamente, qui, nei disegni, il miracolo di una convergenza culturale è
più intrinseco, meno tematico, più limpidamente interiore. [Giorgio Agnisola]
Ulteriori informazioni sull'autore in
http://www.absolutearts.com/ | Stratificazioni, particolare
|
Materiale tratto dalle
presentazioni delle mostre: "Dall’uno all’altro Mar" 20-30 dicembre 2008
Galleria Onart, Mondragone; "Ancora più lontano" 23-30 aprile 2005, Castel dell'Ovo, Napoli;
"Frammenti di senso", Caiazzo (Ce) 27 dicembre 2004 - 7 gennaio 2005; "Provocazioni-Evocazioni", Campagna SA 6 - 16
agosto 2006. |