| la collezione d'arte:
Romualdo Schiano
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Paesaggio, 1989, cm 60x90 diap
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L'amore - il bacio |
Note
sull'artista |
Dalla PERFORMANCE 1980 “L’arte è in saldi?” -
Mostra d’Oltremare, Napoli
22/06/1980
L’idea di questa performance è scaturita dalla mia
partecipazione ad una cosiddetta “mostra mercato di artisti
contemporanei” organizzata da una associazione in occasione della Fiera
della Casa alla Mostra d’Oltremare. Tale mostra appariva al visitatore
come un insieme estremamente scoordinato di opere, alcune delle quali
del livello commerciale più basso; essa quindi risultava offensiva per
gli artisti veramente impegnati che vi hanno partecipato perché non solo
non poteva rappresentare la realtà artistica napoletana, ma dava spazio,
in maggior parte a coloro che vedono nell’arte solo un mezzo di guadagno
e non un messaggio culturale. A questa contestazione si è affiancata
quella contro il restauro, fatto male, del murale di Prampolini
all’interno della Mostra d’Oltremare, una delle rare opere, all’aperto,
di arte contemporanea a Napoli.
La parte determinante e molto emozionante per
l’impatto con il pubblico, è stato il momento della vestizione da
vecchio artista. Portando un grosso cartello con la scritta “A.A.A.cercasi”,
mi sono poi incamminato attraverso gli stands della Fiera, legato e
imbavagliato. Durante il percorso mi sono soffermato più volte a
scrivere sul selciato delle frasi e delle indicazioni con un grosso
pennello. Sempre alla ricerca dell’arte, mi sono diretto là dove
esisteva l’opera di un grande artista, cioè il murale di Prampolini,
così come ogni giovane artista cerca in un autore del passato, da lui
stimato, l’ispirazione ed i consigli per poter intraprendere la carriera
artistica. Ma, purtroppo, così non è stato: l’opera è stata rovinata da
un restauro fatto male. Offeso e sconvolto da un simile intervento, ho
esposto altri cartelli di contestazione. Quindi mi sono incamminato di
nuovo, cercando ancora l’Arte. Giunto in prossimità di un cartello
annunciante l’esistenza della citata mostra, con un’altra scritta
“Finalmente ho trovato l’arte?” sono entrato all’interno della sala. Ma
qui ho avuto un’altra profonda delusione trovandomi davanti a dei
prodotti commerciali privi di alcun rapporto con la cultura. Alla fine,
stanco e deluso, mi sono accasciato al suolo, preso da un profondo
scoramento anche se c’era in me un barlume di speranza che fosse stato
tutto un sogno.
Romualdo Schiano
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Dalla presentazione della mostra “IL LENZUOLO A TOPPE - trasposizione
dal vicolo alla galleria”, Galleria Dehoniana, Napoli 3-18 febbraio 1981
Il lenzuolo: da esso affiorano sensazioni e
significati, la povertà di alcune zone e, nello stesso tempo, la
solidarietà che lega ancora le famiglie di uno stesso rione. Esso, steso
tra un palazzo e l’altro nei vicoli di Napoli, è visto quindi come mezzo
di unione, di comunicazione, di avvicinamento. In questa immagine,
stereotipo e realtà si fondono e l’immagine stereotipata della città
diventa realtà nel contatto umano che non esiste più in altre zone.
Il lenzuolo lacerato, sfilacciato e bucato rappresenta
il tessuto sociale di Napoli che è ricco di contraddizioni,
frammentario, torturato da immensi problemi; di esso fa parte, anche se
isolata ed emarginata, la vita artistica napoletana. Le numerose toppe
rappresentano i tentativi che restano comunque slegati l’uno dall’altro
e che riescono soltanto a “rattoppare” superficialmente delle grosse
lacune di fondo.
Attraverso elementi naturali partenopei e una classica
cornice dorata, esprimo il passaggio dalla immagine incorniciata alla
realtà esterna e al territorio.
Romualdo Schiano |
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particolare Effetti Rivissuti, 1982 |
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Dalla Personale dell’artista tenuta presso MA
Movimento Aperto Associazione Culturale Via Duomo 290/c – Napoli dal
15/04 al
28/04/2004
(Testo in catalogo di Rosario Pinto: Frammenti dell’universo
elettronico).
La personalità di un artista si misura non certamente
nella indefettibilità dell’ancoraggio stilistico, ma certamente nella
linea progressiva che assume il suo percorso quando si propone come
processo di costante incrementazione creativa.
Romualdo Schiano esordisce intorno alla fine degli
anni Sessanta e, da allora, ha seguito un suo cammino che gli ha
consentito di effettuare un attraversamento trasversale del suo tempo,
sempre attento a cogliere del momento storico della sua contemporaneità
il dato saliente da mettere in evidenza e da trasformare in icona segnica del presente.
Le fasi che il pittore ha seguito sono state
variamente presiedute da un filo conduttore di evidente matrice
“concettuale” che appare spesso nascosta e che lascia emergere,
piuttosto, all’evidenza un dato propositivo definito da uno specifico
sapore stilisticamente orientato secondo una cadenza di marca
“informale”.
Momento importante e centrale nell’attività di
Romualdo Schiano è stato sicuramente quello dell’esordio del decennio
degli anni Ottanta con i suoi interventi attivi nel contesto “sociale” e
con le sue performances che appaiono come qualcosa di più, puntualmente
attestato sul gradiente antropologico che non su quello della più algida
scansione comportamentista. Pensiamo qui, ad esempio, all’operazione di
Lenzuolo a toppe ; ma anche la performance di contestazione
dell’avvenuto “restauro del murale” di Prampolini alla Mostra
d’Oltremare di Napoli offre simili opportunità di riflessione critica.
Altre tappe importanti sono state per Schiano quella
degli Effetti rivissuti e poi della Pittura attraversata per giungere,
infine, ad una fase ulteriore del processo creativo in cui la
stimolazione offerta dal nuovo strumentario elettronico suggerisce al
Nostro una nuova sfida da raccogliere per riproporre la sostanza
contenutistica del suo messaggio attraverso un’inedita opportunità di
mezzi espressivi.
Giova, tuttavia, analizzare per cercare di capire
meglio. Nel ciclo degli Effetti rivissuti, così come in quello della
Pittura attraversata, Schiano va a fare i conti con la storia: quella
stessa che aveva avuto modo di approcciare nel contesto di operazioni
come Lenzuolo a toppe e che lo aveva indotto a considerare non solo la
macroscala dei grandi eventi, ma anche la trama sottile delle storie
minute, della parcellizzazione scandita del vissuto individuale. In
questo, l’esperienza di Schiano è di forte impatto antropologico: poiché
si distingue nel descrivere la vicenda umana per frammenti e per tracce
epistemiche d’un vissuto frammentato che si fa rivelatore e chiave di
interpretazione d’una scala più ampia di fatti. Negli Effetti rivissuti
la memoria ritorna su se stessa e la trama suntuaria delle sue opere
riconduce all’ordito della tela che è il proprio del lavoro muliebre e
la matrice della quotidianità senza clamori. E così anche il ciclo della
Pittura attraversata conduce alle stesse destinazioni finali in
un inseguirsi prospettico di piani che si dispongono come lungo il
gradiente della scansione ottica d’un cannocchiale. Ciò che si
aggiungerà, di nuovo, con l’utilizzo da parte di Schiano dello strumento
elettronico, rispetto al processo creativo precedente condotto, cioè,
con le tecniche tradizionali e che, come si può osservare, mantiene un
suo stringato asse unitario, è la possibilità di moltiplicare le
soluzioni espressive che intrinsecamente l’oggetto possiede e di cui
l’artista è in grado di rilevare la pluralità delle soluzioni che una
proposta eidetica può suggerire.
A partire da un oggetto dato, infatti, l’intervento di
Schiano produce una rappresentazione plurima che mantiene sempre una eco
vibrante ed avvertita della sua matrice pur discostandosene per
l’infinita varietà di proposte che la trattazione informatica consente
di fornire del dato di partenza.
Considerate così le cose, appare evidente che il
contributo offerto da Schiano al contesto "artmatico" è di particolare
rilievo, giacché non limita l’area di intervento alla fantasmaticità
d’una proposta che lo strumento consentirebbe di costruire in termini di
affabulante libertà, ma espande, piuttosto, le caratteristiche del reale
di cui la proiezione algoritmica rivela le sfaccettature nascoste o
intrinseche, comunque irrilevabili secondo metri cognitivi modulati
sugli standard percettivi della cosiddetta “normalità”.
L’area di percezione, insomma, s’allarga e così come
la luce era stata capace di farsi rivelativa, per il Caravaggio, di
altre possibilità di lettura dell’oggetto e così come l’analisi
geometrica aveva rivelato a Picasso la possibilità d’una lettura
“simultanea di tutte le facce dell’oggetto, alla stessa maniera, la
scansione informatica consente a Schiano di leggere ciò che la
potenzialità eidetica dell’oggetto contiene ma che la convenzione di
lettura ottica non consente di percepire nella sua pienezza ostentata.
Se fosse possibile dirla come opportunità di nuove
forme d’accostamento all’oggetto, vorremmo additare proprio tale opzione
come quella che più ci convince per riuscire ad entrare in sintonia con
le ultime creazioni di Schiano che non rinunciano affatto a tutto il
bagaglio formativo dell’artista, ma giovano a moltiplicarne gli aspetti
discorsivi ed a suscitare altre occasioni di riflessione su quella più
larga tematica della sfera cognitiva dell’uomo e sulla sua possibilità
di accedere a forme che non abbiano la propria inseità significativa
solo nella capacità espansiva del proprio fantasma, ma siano capaci di
proporsi come enucleazioni plurime d’un dato oggettivo. Sono
Frammenti, come li definisce Schiano stesso, del nostro tempo, della
realtà industriale e metropolitana, il frutto maturo e consapevole del
processo circolare della rimanipolazione dell’essere.
15 aprile 2004
Rosario Pinto
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2003, fremiti
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Foto trasmessaci in occasione della
mostra “Foto d’autore”, Diamante agosto 2011 |
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Note biografiche
Romualdo Schiano nasce a Napoli, è presente sulla
scena artistica fin dal 1967, spaziando dalla scultura, alla pittura,
dal disegno alla fotografia nonché alle performances. Diplomatosi nel 1965 Maestro d’arte in decorazione
plastica all’Istituto Statale d’Arte “F.Palizzi” di Napoli, nel 1967
nello stesso Istituto ha conseguito il diploma di Magistero in
decorazione plastica. È stato nel 1973 docente di discipline plastiche
presso l’Istituto d’arte di San Leucio di Caserta. Nel 1980 è protagonista di una esperienza di Body Art,
la performance “L’Arte è in saldi?” dedicato a Prampolini. Anche il
“Lenzuolo a Toppe” del 1981 fa parte di questo ciclo, in quanto nasce
sul territorio, per poi trasferirsi in galleria. Nel 1983 è invitato dal Comune di Anacapri agli
“Incontri Internazionali d’Arte” con A. Pomodoro, A.Cascella, Joe Tilson,
Gillo Dorfles e altri.
Dal 1983 al 1985 l’artista esegue un ciclo di pitture
denominato “effetti rivissuti” in cui interviene sulla tela recuperando
frammenti di stoffe, di merletti, di antichi manufatti in un insieme pittorico-decorativo. Man mano il frammento materico si riduce e si
estende il colore: in particolare appare il rosso pompeiano, ottenuto
dall’artista con una terra naturale. Nasce così nel 1986 il ciclo “la
pittura attraversata”così denominato dal critico Nicola Scontrino che
prosegue fino ad oggi.
Nel 1992 l’artista viene invitato in Germania ad
esporre, assieme alla mostra degli “Ori di Oplonti”, le sue opere,
presso l’Università popolare di Monchengladbach. Nel 1994 è invitato di
nuovo in Germania con una mostra personale nell’ambito di Europafest
organizzata dal Comune di Alsdorf. Nel dicembre 2003 nella galleria napoletana “Il ramo
d’oro” l’artista per la prima volta, sempre nel contesto della sua linea
di ricerca, espone anche una serie di lavori di arte digitale
inaugurando un nuovo ciclo dal titolo “reperti industriali”.
Nel mese di aprile del 2004 è invitato a riproporsi al
“MA movimento aperto” di Napoli con una più vasta e significativa
produzione di arte digitale. Sempre nel 2004 nel mese di novembre è invitato al
Convicinio “Centro Studi e Ricerche” di Orta di Atella (Caserta) per
esporre la prima antologica con monografia della sua produzione con
opere dal 1968 al 2004. Nel mese di ottobre 2006 è presente a Cava dei Tirreni
in una rassegna di personali curate da Mario Maiorino un’opera,
un’artista.
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2008, Energia
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E’ inserito in archivi storici di Arte Contemporanea
ed alcune sue opere si trovano in luoghi pubblici in Italia ed
all’estero. Numerosissime le collettive a cui ha partecipato, tra
le ultime quella al Tempio di Pomona di Salerno curata da Mario Maiorino,
nel marzo 2006 e nel mese di settembre dello stesso anno in “prospettive
verbo-visive” rassegna curata da Giorgio Agnisola e Rosario Pinto presso
la Pinacoteca d’arte comunale di Gaeta e, inoltre, è presente nel mese
di novembre ad artissima 13 a Torino con un progetto del PAN di
Napoli.
Altrettante sono state le mostre personali, tra cui:
Casa Rossa di Anacapri, Antichi Arsenali della Repubblica di Amalfi,
Villa Rufolo di Ravello, ecc.
Hanno scritto
di lui: G. Agnisola, G. Amodio, G. Capriolo, E.Corsi, V. Cuomo,P. de
Ciuceis, S. Di Bartolomeo, S. Di Bello, M.di Mauro, M.Elefante, A.Ercoli,
L.P. Finizio, G. Fiore, M.Forgione, A.Ghedina, C.Grassi, G.Grassi, M.
Grimaldi, N. Hristodorescu, A. Izzo, M.Maiorino, G. Montana, V.Orellana,
R. Pane, G. Pedicini, L.Petrella, R. Pinto, U. Piscopo, F. Ribolla, N.
Scontrino, M.Sottile, M. Sovente, C. Stenberg, U. Strobel, T. Tricarico,
M. Vitello. |
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