Pensiero Meridiano

 

Editoriale del Portale del Sud

Sanità e dintorni

di Fara Misuraca

In un paese dove i ministri della sanità, passati e presenti, si preoccupano tanto della salute della plebe fino ad arrivare a vietare il fumo al “circolo della pipa”, tralasciando tuttavia l’inquinamento ambientale da fabbriche, cantieri e traffico pesante che più impatto hanno sulla salute.

In un paese dove si invita la plebe a sottoporsi a periodici ed inutili controlli, con enorme dispendio di denaro pubblico.

In un paese dove un presidente del consiglio, a spese dei cittadini, invia un opuscolo sulla “salute” con delle autentiche “perle” quali quando il bambino ha problemi di salute è prudente rivolgersi al pediatra e non allo scalpellino, aggiungo io, o prendere prima dei pasti vuol dire prima di iniziare il pasto.

In un paese dove ... e potrei continuare a lungo ma lascio alla vostra immaginazione.

In questo paese la Regione Siciliana, forte della sua autonomia, decide di sospendere il vitalizio ai talassemici.

La talassemia o anemia mediterranea è una malattia genetica, non ambientale, che in Sicilia colpisce circa 2500 soggetti su un totale di 7000 in tutta Italia, il 35.7- 36 % degli ammalati cioè.

Ci sono due manifestazioni della talassemia: il portatore sano, che, pur presentando anomalie nel numero e nella forma dei globuli rossi e nel tipo di emoglobina, gode di buona salute perché solo uno dei geni che presiedono alla sintesi di emoglobina è difettoso, ed il soggetto affetto, nel quale entrambi i geni sono difettosi, che ha bisogno di frequenti trasfusioni di sangue, mediamente una ogni 15 giorni, e di una terapia chelante, necessaria per eliminare l’eccesso di ferro che si accumula in seguito alle frequenti trasfusioni.

La prevenzione della malattia, trattandosi, come detto precedentemente, di malattia genetica, si basa sulla identificazione delle coppie “a rischio”, formate da due soggetti portatori sani che hanno il 25% di probabilità di generare un soggetto malato ed ha due alternative: la non procreazione (che elimina coppie di geni difettosi dalla popolazione) o la procreazione guidata dalla diagnosi prenatale; che a sua volta, ha due alternative: l’aborto o la procreazione consapevole di un bimbo con una limitata prospettiva di vita e in ogni caso bisognoso di frequenti cure.

Le possibilità di “guarigione” intesa nel senso di sopravvivenza a lungo termine, sono legate soltanto alla possibilità di trapianto di midollo o di cellule staminali provenienti da midollo o cordone ombelicale. Ma la compatibilità del donatore è comunque assai bassa. Tra fratelli, ad esempio è solo del 25%.

Ad oggi, grazie ai centri per la prevenzione, il numero di talassemici è diminuito e grazie alla terapia parecchi bimbi nati talassemici riescono a raggiungere la maggiore età e ad avere una vita quasi normale.

Risulta chiaro ad ogni lettore che questi “soggetti” hanno bisogno di continue cure, dispendiose ma necessarie e che la popolazione necessita di un monitoraggio per individuare le coppie a rischio. Un rischio che non è aleatorio come il tumore al polmone del “fumatore passivo” ma reale e quantificato (il 25%)

Cosa succederà sia con la progressiva diminuzione dei fondi per le diagnosi prenatali e la sospensione dei contributi per i talassemici?

Niente di grave, semplicemente, in un paese civile e democratico come il nostro, chi ha i soldi si curerà e sopravviverà chi non li ha, semplicemente, morirà.

Lunga vita al re! Ops, pardon, al presidente del consiglio regionale!

Fara Misuraca

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